DESCRIZIONE INTERVENTO
Come accade da 31 anni, Orvieto è ancora il cuore dell’offerta culturale e turistica invernale dell’Umbria.
Umbria Jazz Winter (28 dicembre - 1° gennaio) ha proposto il suo mix di buona musica, accoglienza, qualità della vita, per una bella vacanza tra jazz, storia, cucina, musei, artigianato nell’acropoli di una delle più suggestive città della regione.
Tutto è andato in scena nel centro di Orvieto, dove in cinque giorni si sono tenuti ottantacinque eventi (più quelli di UJ4KIDS) con venticinque band, tutte residenti, con 150 artisti sui sei palchi allestiti nel Palazzo del Capitano del popolo (Sala Expo e Sala dei 400), teatro Mancinelli, museo Emilio Greco, Teatro del Carmine, Palazzo dei Sette. Una location molto speciale sono state le vie del centro percorse dalla marching band (Funk Off, ovviamente), mentre il Duomo ha ospitato il coro Gospel il pomeriggio di Capodanno. Si è cominciato alle 13 con i Funk Off e si è finito senza soluzione di continuità a notte fonda. In nessuna altra città italiana è stato possibile ascoltare in questo periodo dell’anno tanta musica.
Nei cinque giorni in cui si è svolto il Festival gli appuntamenti in cartellone hanno richiamato tantissimi appassionati, che sono affluiti al Teatro Mancinelli, alla Sala 400 di Palazzo del Popolo, al Teatro del Carmine e al Museo Greco, realizzando quasi sempre il tutto esaurito.Notevoli anche i numeri del Palazzo dei Sette e della Sala Expo di Palazzo del Popolo.
Ottimi risultati per gli appuntamenti di UJ4Kids, con il pubblico, composto da bambini e famiglie, che ha testimoniato il successo del format dedicato ai più piccoli.
A conferma del grande richiamo della manifestazione i dati delle strutture ricettive del territorio, che hanno registrato il tutto esaurito.
La manifestazione si conferma quindi un successo che non conosce crisi grazie agli ingredienti che fanno parte della ricetta Umbria Jazz Winter: la musica, l’ospitalità, l’arte, la storia, la buona cucina.
Un evento connaturato con il tessuto stesso della città che non rinuncia alla sua vetrina invernale, richiamando anche quest’anno numerosi visitatori e decretando la riuscita di questa kermesse che ha seguito il trend positivo intrapreso negli ultimi anni.
GLI ARTISTI
Paolo Fresu, in scena con il trio (con Dino Rubino e Marco Bardoscia) e con il Devil Quartet, nonché con un progetto affiancato, in trio e quartetto, dai suoi più stretti collaboratori, è stato senza dubbio la star della kermesse.
Apprezzamenti di pubblico e critica anche per la nuova produzione della Umbria Jazz Orchestra con Ethan Iverson che ha arrangiato per l’occasione un repertorio di grandi musiche per il cinema.
Alla formula minimale quanto suggestiva del trio il festival ha dedicato uno spazio speciale. Dall’America il trio di Joel Ross, l’ultima star del vibrafono, ed i trii pianistici di Ethan Iverson e Emmet Cohen, mentre italianissimi sono il trio di Dino Rubino, di Francesca Tandoi (che avrà come special guest Max Ionata e che si è ascoltarta anche in duo con la chitarrista Eleonora Strino) e di Lorenzo Hengeller.
Uno sguardo interessante sul jazz delle origini è stato offerto da tre band che ripercorrono con rigore filologico la musica che si suonava negli anni 20-30: sono i Chicago Stompers, i Dixie BlueBlowers, gli Hot GRAVEL Eskimos. Un passo indietro nella storia per godersi un jazz che conserva, grazie a questi specialisti, una invidiabile freschezza.
Due presenze fisse del festival invernale sono il coro Gospel (in questa edizione è il Benedict Gospel Choir) e la marching band, ovvero i Funk Off, anche in versione on stage. Spiritualità e divertimento sono due facce molto diverse della manifestazione orvietana, ma fanno entrambe parte di quel particolare periodo dell’anno.
Mwenso and the Shakes, dal nome del loro carismatico leader Michael Mwenso sono un gruppo di artisti globali la cui musica vuole coniugare entertainment e arte. Il loro è un genere in cui confluiscono jazz e blues, con modelli come Fats Waller, Muddy Waters, James Brown e tante altre icone musicali americane.
Venticinquenne cantante di origini americane e camerunensi, Ekep Nkwelle è l’ultima scoperta della vocalità jazz declinata al femminile. Umbria Jazz è stata felice di presentarla per la prima volta al pubblico italiano.
Ironia, intrattenimento garbato, ma anche cultura musicale, buongusto e soprattutto una impeccabile qualità sono gli ingredienti del quintetto di Nick the Nightfly, The Good Fellas, Nico Gori Young Lions.
Il quintetto guidato da Piero Odorici e Daniele Scannapieco è stata la band residente di Umbria Jazz, costituita da jazzmen esperti, tra i migliori esponenti dei loro strumenti. Una band che dal vivo sa come restituire in modo perfetto il clima infuocato delle jam session amate dai nottambuli.
Un modo originale di raccontare la storia secolare del jazz. Un progetto esclusivo per Umbria Jazz Winter con una rivisitazione sonora attuale e sperimentale di Enzo Pietropaoli e Michele Rabbia, immagini su progetto visivo di Massimo Achilli e un filo di parole intrecciate da Guido Barlozzetti che firma anche il concept dello spettacolo.
Come tradizione Le prime note di Umbria Jazz Winter le hanno suonate le giovani promesse del jazz: Lo Scannnapieco - Geremia 5et, vincitore il Conad Contest e il Berklee/Umbria Jazz Clinics Award Group è la band dei migliori allievi dei corsi della scuola di Boston.