Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Realizzata all'esito del concorso bandito nel 2003, che ha visto la partecipazione di artisti di fama internazionale per il progetto di tre opere d'arte da istallarsi in differenti luoghi del nuovo Palazzo di Giustizia di Pescara, la Fontana Spalletti si staglia nell'ampio piazzale esterno antistante l'ingresso al Tribunale nella posizione voluta dall'artista, nello spazio pubblico aperto e fruibile.
La presenza di questa creazione della contemporaneità s'impone all'osservatore per il suo distacco come forma altra rispetto alle geometrie dei volumi dell'architettura di sfondo che si riflette, insieme all'ambiente circostante e al cielo, nel suo specchio d'acqua apparentemente immobile.
La fontana è un'ellisse di 15 metri per 9 di circa 106 mq, strutturalmente costituita da un nucleo centrale in calcestruzzo rivestito da lastre e conci in granito Nero Assoluto dello Zimbawe che ne esalta la geometria solida e pura.
Il suo corpo affiora di circa 20 cm dalla pavimentazione della piazza, dalla quale si distacca per lo stretto canale perimetrale di raccolta che incide il lastricato e che costituisce, col suo vuoto, l'efficace elemento di separazione tra l'opera e l'ampio spazio libero su cui è posata.
Il bordo esterno dei conci perimetrali è leggermente rialzato e tale da consentire il contenimento dello specchio e la laminazione costante e quasi impercettibile del filo d'acqua che defluisce sotto il livello del piano pavimentale circostante.
L'acqua, gestita dalla limpida geometria della struttura e da una misurata dinamica di apporto e deflusso, è l'elemento simbolico fondante.
All'interno della superficie ellittica è presente la vasca con fondo azzurro da cui tracima l'acqua, di forma trapezoidale scavata sul manto di granito, con una curva al posto della base maggiore e la cui forma racchiude nelle sue linee verticale, orizzontale, obliqua e curva tutti gli elementi di base della rappresentazione, quale motivo ricorrente nell'opera dell'Artista denominato Disegno.
Decentrata e sul lato sud-est del manto nero, a poca distanza dell'arco che sembra indicarne il movimento, una piccola lastra ellittica in onice rosa retroilluminata nelle ore crepuscolari e notturne correda ancora la semantica dell'opera.
Nel nucleo cementizio sono distribuiti i condotti idrici ed elettrici, con i rispettivi terminali nella vasca all'interno dell'ellisse e nel locale macchine al sottostante piano interrato per il pompaggio, la distribuzione, il ricircolo e il trattamento dell'acqua.
Per le caratteristiche della struttura, dei materiali e dei sistemi di movimentazione e deflusso dell'acqua, la cui dinamica è stata voluta al limite per ottenere l'effetto di quasi immobilità dello specchio e nello stesso tempo di placido deflusso dell'acqua data dalla fonte, la realizzazione è riconducibile a quelle sperimentazioni proprie del campo esperienziale della creazione fisica di un’opera, artistiche esse stesse e che portano in sé il dubbio d'integrità e durabilità nel tempo.
Informazioni sullo stato della conservazione
Attualmente la Fontana Spalletti, nella sua costituzione strutturale e impiantistica, è fuori uso e presenta un quadro di deterioramento particolarmente evidente negli elementi lapidei, cementizi, dei terminali tecnologici e di finitura che la costituiscono, con la sconnessione dei conci perimetrali, la rottura di alcune lastre, la perdita di elementi tecnologici che la corredavano, la perdita di consistenza del fondo a finitura resinosa color celeste della vasca.
Le recenti azioni telluriche unite alle naturali sollecitazioni dovute alle escursioni termiche, specie nella perdurante fase di assenza dell'acqua, hanno comportato un'irreversibile alterazione di forma del nucleo cementizio con la conseguente perdita di continuità del manto lapideo per sconnessioni differenziate e alterazione delle sigillature ai giunti, vedendo oggi definitivamente compromessa la funzione di contenimento dello specchio d'acqua.
La pavimentazione della piazza contigua al canale di raccolta anulare, inoltre, a causa di deformazioni da scorrimento delle specchiature lastricate del piazzale, ha interferito per contatto col corpo della fontana, generando sollecitazioni impreviste così aggravandone il quadro deformativo.
La progressiva inefficienza del sistema idrico nello gestire i flussi di progetto, anche in conseguenza delle deformazioni viste, ha finito per compromettere il processo tecnologico di alimentazione idrica e di depurazione, imponendo oggi la completa revisione degli apparati e il loro adeguamento quale aspetto integrato e necessario del restauro dell'opera.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L'opera è visibile nel piazzale antistante l'ingresso principale al complesso del Palazzo di Giustizia di Pescara, accessibile liberamente da Via Antonio Lo Feudo. Attualmente una parte dell'area pubblica che contiere l'opera è interdetta per motivi di salvaguardia e sicurezza.