Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Aperta nel 1851 in Palazzo Tosio, la prima pinacoteca fu costituita con le ricche collezioni artistiche, legate nel 1832 dal conte Paolo Tosio e con dipinti e oggetti provenienti da altri legati e da edifici sacri soppressi o demoliti. Nel 1884 il Conte Leopardo Martinengo da Barco lasciò al Comune la biblioteca, le collezioni scientifiche e d'arte e il proprio palazzo (ristrutturato nei secoli XVII-XVIII su un edificio cinquecentesco) dove, nel 1908, le due pinacoteche si fusero nella Tosio Martinengo, il cui patrimonio si arricchì successivamente di altri lasciti e acquisizioni. La ricca sezione disegni e stampe custodisce la grande collezione Fè d'Ostiani di dipinti giapponesi e cinesi su carta e seta. La facciata ovest si apre sulla piazza dove, nel 1898, fu eretto, ad opera dello scultore Domenico Ghidoni, il monumento al pittore bresciano Alessandro Bonvicino, detto il Moretto.
Da marzo 2018 la Pinacoteca è stata parzialmente riaperta dopo 9 anni di chiusura, durante i quali sono stati effettuati importanti lavori di manutenzione tecnica e restauro degli ambienti.
Ad oggi sono stati resi fruibili gli spazi di accoglienza al piano terra e il percorso espositivo al primo piano, con opere che vanno dal 1300 all'Ottocento.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il progetto di rifunzionalizzazione e ristrutturazione edilizia di Palazzo Martinengo da Barco, avviato a partire dal 2009, è nato dall'esigenza di restituire alla città di Brescia una Pinacoteca moderna e rinnovata, tenendo conto della particolare destinazione d’uso e nel pieno rispetto dei valori architettonici del Palazzo, che nel tempo ha trasformato il proprio aspetto originario sino all’attuale conformazione.
Data la natura e la complessità dell’intervento di grande interesse per la città, il recupero complessivo dell’edificio è stato attuato attraverso la realizzazione di un progetto articolato in fasi successive.