Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Le tre monumentali tele, tra le opere di dimensioni maggiori nella raccolta della Galleria Nazionale della Liguria, illustrano con estrema fedeltà alcune vicende tratte dalle Metamorfosi di Ovidio, nella loro traduzione cinquecentesca redatta da Giovanni Andrea Dell’Anguillara. Questa versione, che non mancava in ogni più piccola biblioteca ed era più facilmente accessibile in quanto scritta in lingua italiana, aveva incontrato una tale fortuna anche nella trasposizione in arti figurative da scalzare l’originale latina di Ovidio.
Nella serie oggi presso la Galleria Nazionale della Liguria, proveniente dalla collezione Cattaneo Adorno, vengono illustrati alcuni episodi di grande successo, quale il mito di Mercurio e Argo, il custode dai cento occhi che Mercurio riesce a far addormentare grazie al soave suono di una siringa e liberare così la bella Io, tramutata in candida giovenca da Giunone, gelosa per le attenzioni che il consorte Giove aveva rivolto alla sfortunata fanciulla. La seconda tela costituisce un antefatto, giacché spiega l’origine della siringa, ovvero quella sorta di flauto composto da canne, nelle quali la ninfa Siringa si era trasformata per fuggire alle bramosie di Pan. L’ultimo dipinto ci porta invece in un ambiente marino, dove Perseo, appena sceso dalla groppa di Pegaso come indicato da Dell’Anguillara e non con i calzari alati secondo quanto descritto da Ovidio, si sta lavando le mani dal sangue della Gorgone per accogliere in un abbraccio la bella Andromeda liberata che gli si offre con sguardo languido.
Se l’iconografia costituisce certamente un elemento di grande interesse, altrettanto significativa per la collezione statale è la paternità di queste tre opere a due capisaldi della pittura genovese, quale l’estroso e raffinato Gregorio de Ferrari (Porto Maurizio, 1647 – Genova, 1726) e il di lui figlio Lorenzo (Genova, 1680 circa – 1744), più compassato rispetto al genitore ma altrettanto elegante e ben documentato a Palazzo Spinola, nella celebre Galleria degli Specchi, anche nella sua veste di architetto e decoratore.
Informazioni sullo stato della conservazione
La serie di tre tele condivide, al pari della provenienza dalla stessa collezione privata, il medesimo stato conservativo. Tutte infatti sono state oggetto di un precedente intervento di rifoderatura che strutturalmente si presenta ancora valido. Tuttavia, la parte in basso, per una fascia di circa 7 cm di altezza, palesa una certa precarietà della materia, causata probabilmente da un contatto con l’umidità precedente al suo ingresso in Galleria.
Inoltre, l’attuale sottile listello ligneo non garantisce sufficienti caratteristiche estetiche idonee a valorizzare al meglio i tre dipinti che, come sottolineato, costituiscono un’eccellenza della pittura genovese tra Sei e Settecento.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
La serie di tre tele è esposta nel salone del cosiddetto “Appartamento del Marchese”, ambienti collocati nel primo mezzanino di Palazzo Spinola, raggiungibile tramite una rampa dello scalone monumentale e destinato ai grandi formati di pertinenza delle raccolte della Galleria Nazionale della Liguria.
Lunedì: chiuso
Martedì: 13.30 – 19.00
Mercoledì-sabato: 9.00 – 19.00
Domenica e festivi: chiuso (aperto la prima e la terza domenica del mese, la prima con ingresso gratuito 13.30 – 19.00)