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Attività principali dell'istituzione

Il palazzo è forse il più vasto complesso architettonico sei-settecentesco a Genova che abbia conservato intatti i suoi interni di rappresentanza, completi di affreschi e stucchi ma anche di dipinti, sculture, arredi e suppellettili.

La storia del prestigioso edificio, oggi noto come Palazzo Reale, ebbe inizio a metà del '600 quando Stefano Balbi, abile finanziere e protagonista dell’apertura della strada, che dalla sua famiglia prenderà il nome, ne affidò la costruzione agli architetti Cantone e Moncino. Nel 1679 il palazzo fu acquistato dalla famiglia Durazzo, che apportò importanti interventi che diedero vita alla scenografica articolazione che ancora contraddistingue il palazzo. Allo sfarzo architettonico della facciata a mare si adeguarono poi gli apparati decorativi degli interni secondo modelli principeschi che, con l’allestimento della Galleria degli Specchi del secondo piano nobile, raggiunsero quanto di più elegante e raffinato si potesse all’epoca immaginare. Nel 1824 Carlo Felice acquistò il palazzo e ne fece la residenza della corte sabauda a Genova: oltre che di una necessaria campagna di lavori di carattere conservativo l’edificio fu oggetto anche di interventi decorativi. Nel 1919 il re Vittorio Emanuele III cedette il palazzo e la collezione in esso conservata allo Stato Italiano: pochi anni dopo parte degli ambienti furono destinati ad uffici del Ministero prima della Pubblica Istruzione e oggi dei Beni e delle Attività Culturali, mentre il Secondo Piano Nobile divenne un museo aperto al pubblico.

Le volte dei salotti e delle gallerie sono affrescate da alcuni dei nomi più importanti della decorazione barocca e rococò. Tra gli oltre duecento dipinti esposti nei due piani nobili si trovano opere dei migliori artisti genovesi del Seicento insieme a capolavori dei Bassano, Domenico Tintoretto, Luca Giordano, Anton Van Dyck, Ferdinand Voet e Guercino.

Il palazzo è ricco anche di una collezione di sculture antiche e moderne: tra queste ultime si possono ammirare opere di Filippo Parodi, uno dei massimi esponenti della scultura barocca genovese.

Grazie ad accurati interventi di restauro e ad un allestimento volto alla conservazione della disposizione originale degli arredi, il percorso di visita si traduce dunque in un approfondimento del gusto e della cultura degli antichi proprietari. Gli affreschi, che Valerio Castello realizzò per i Balbi, la Galleria degli Specchi, voluta dai Durazzo, e gli Appartamenti Reali dei Savoia, restano così, nel loro superbo stato di conservazione, a testimoniare la ricchezza e il prestigio della Genova dei secoli passati.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 200.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La PIETRA DI LUNA è una mostra originale che affronta temi poco conosciuti dell’antichità, ma di grande interesse e fascino: il Marmo di Luni, la sua lavorazione e commercializzazione attraverso le rotte di navigazione, che lo portano per tutto il Mediterraneo; la vita in mare durante i lunghi viaggi di trasporto; l’importanza della città di Luni, centro di estrazione e smistamento del marmo; la trasformazione monumentale di Roma grazie al Marmo di Luni nei primi secoli dell’Impero.

La mostra, organizzata dal Palazzo Reale di Genova e dalla Direzione regionale Musei Liguria, vanterà importanti prestiti da prestigiosi Musei nazionali e internazionali.

Genova, città di mare, con la sua tradizione nautica di scambi e di commercio marittimo, costituisce lo scenario ideale per la mostra, documentando la storia antica della Regione.

Le diverse sezioni della mostra approfondiranno i molti aspetti della tematica, avvalendosi dei più aggiornati studi in materia e di reperti eccezionali.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 100.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Una grande rassegna che intende presentare con un allestimento di grande efficacia che usa strumenti anche multimediali, un’ampia documentazione della situazione urbanistica, sociale e artistica della città di Genova negli anni sessanta: dalla situazione di rovina e di degrado lasciata dalla seconda guerra mondiale, con le sue numerose ferite al tessuto storico della città, la carenza di alloggi, le condizioni di vita spesso precarie, agli sforzi per la ricostruzione e alle idee per il rilancio della città che rivoluzionarono in pochi anni la sua forma urbana e le connessioni con i territori vicini. Gli anni del boom economico fecero di Genova uno dei vertici del triangolo industriale, attirarono artisti, designer, architetti impegnati non solo nella costruzione di una nuova immagine della città, ma furono anche elemento di stimolo alla creatività in tutti i campi, dalle arti visive al teatro, dalla fotografia alla poesia e alla letteratura in sintonia con la trasformazione di una città moderna, aperta a un confronto internazionale. La mostra si compone dunque di sezioni dedicate all’urbanistica e all’architettura, al ruolo della grande industria e alla sua influenza anche sui fatti artistici, sezioni dedicate agli artisti genovesi, al ruolo delle gallerie cittadine, ai movimenti artistici e letterari, alle grandi mostre sia di artisti americani che spesso esponevano per la prima volta in Europa, sezioni dedicate alla produzione di design e di scatti di grandi fotografi, in un filo continuo che tocca sia le immagini di documentazione sia quelle che hanno sognato la storia della fotografia.


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 200.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

da sabato 29 febbraio a domenica 5 luglio 2020

Palazzo Reale ospita, negli spazi del Teatro del Falcone, una grande mostra dedicata alla produzione di arredi e arti decorative a Genova nell’Ottocento, a partire dai mobili progettati e realizzati dal raffinato mobiliere inglese Henry Thomas Peters, presente a Genova per trentacinque anni. La sua attività rivoluzionò il settore dell’ebanisteria in città e sul territorio ligure, traghettandolo da una elegante pratica artigianale a un livello di produzione industriale e seriale di stampo moderno capace di rispondere tanto alle esigenze della committenza più colta e sofisticata, quanto ai più misurati desideri della borghesia delle imprese e dei commerci.

L’esposizione, curata da Luca Leoncini, Caterina Olcese e Sergio Rebora, offrirà al pubblico un articolato percorso organizzato per sezioni che darà conto di svariate tipologie di oggetti di arredo – mobili, dipinti, sculture, disegni e bozzetti, gessi, ceramiche, stoffe, vetri e fotografie, – evocando così le scelte culturali tipiche della nuova alta borghesia delle imprese e dei commerci, attiva a Genova a inizio XIX secolo.

Un’occasione per ‘mettere in mostra’ il forte legame di arte e artigianato e la proficua ricaduta che questo binomio vincente ebbe poi sulla produzione industriale del XX secolo.


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO Non definito (Sostegno generico)

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Alla celebre figura di Anton Maria Maragliano, rinomato autore di sculture lignee – da Crocifissi aggraziati e palpitanti ad eleganti statue mariane a grandiose macchine processionali –, è dedicata la grande mostra in programma a Palazzo Reale, nel Teatro del Falcone, aperta al pubblico dal 10 novembre 2018 al 10 marzo 2019, a cura di Daniele Sanguineti.

Si tratta del primo evento espositivo utile a dar conto del profilo monografico dell’artista, affrontato nel corso del tempo da diversi illustri studiosi e, negli ultimi vent’anni in maniera specifica e approfondita, da Daniele Sanguineti che ha apportato un capillare approfondimento archivistico e filologico, incrementando notevolmente il catalogo delle opere.

La capacità di corrispondere alle esigenze della committenza attraverso immagini bellissime rese possibile, a partire dall’inizio del Settecento, l’ottenimento di un vero e proprio monopolio che costrinse lo scultore alla dotazione di un assetto imprenditoriale articolato. Ben due generazioni di allievi furono accolte nelle stanze di Strada Giulia, dove Maragliano aveva la bottega, dando corso a quel fenomeno di divulgazione del linguaggio del maestro che rappresenta l’aspetto più affascinante, benché problematico, dell’approccio allo scultore: e gli allievi degli allievi perseguirono questa divulgazione oltrepassando la fine del secolo.

 

La mostra, allestita negli ambienti del Teatro del Falcone, proporrà un percorso espositivo dalla doppia impostazione: da un lato l’iter cronologico, con i modelli culturali di riferimento, gli esordi, la bottega e l’intervento progressivo degli allievi, dall’altro una serie di sezioni tematiche, articolate in suggestive aggregazioni di opere per iconografia o impatto scenografico.


NOTE Intervento archiviato