La Direzione Regionale Musei dell'Emilia-Romagna gestisce e coordina le attività di valorizzazione di 24 siti tra musei, pinacoteche, monumenti, parchi archeologici e dimore storiche di proprietà statale nel territorio regionale di competenza. I luoghi della cultura del Polo Museale sono aperti al pubblico con visite guidate e possono offrire anche servizi specifici come mostre temporanee, laboratori didattici, performances artistiche, concerti e ospitalità per eventi esclusivi e convegni. Sul territorio ravennate, il Polo articola il suo programma di attività culturali su cinque luoghi (di cui tre UNESCO): il Museo Nazionale, la Basilica di Sant'Apollinare in Classe, il Mausoleo di Teodorico, il Battistero degli Ariani e il cosiddetto Palazzo di Teodorico.
Il Palazzo di Teodorico costituisce l’unica testimonianza architettonica dell’VIII secolo della città di Ravenna. Al primo piano sono esposti alcuni dei mosaici rinvenuti durante una campagna di scavo effettuata nei primi del ‘900 nell’adiacente area occupata successivamente dai Salesiani: si tratta di una piccola selezione di quello che è considerato, per estensione e arco cronologico coperto, il più notevole ritrovamento di pavimenti musivi effettuato a Ravenna, che i più attribuiscono all’antico palazzo imperiale. Dagli anni ’70, il Palazzo viene aperto saltuariamente al pubblico, nonostante l’inadeguatezza delle dotazioni (privo di illuminazione esterna, riscaldamento, adeguati presidi di sicurezza, didascalie e apparati didattici, allestimento dei mosaici su strutture provvisorie) e l’inaccessibilità agli spazi esterni e ai locali.
Attualmente il Palazzo di Teodorico è un sito tanto suggestivo quanto poco conosciuto ai residenti, esso rimane spesso ai margini dei circuiti turistici ravennati pur trovandosi accanto a S. Apollinare Nuovo, in pieno centro della città, raggiungibile in cinque minuti a piedi dalla stazione ferroviaria. L’obiettivo del progetto sul Palazzo di Teodorico è quello di consegnare alla città e ai turisti questo straordinario gioiello architettonico escluso dai circuiti turistici ravennati pur trovandosi accanto a S. Apollinare Nuovo, nel pieno centro della città, raggiungibile in soli cinque minuti a piedi dalla stazione ferroviaria. Occorre pertanto procedere in primo luogo con un intervento di riaqualificazione volto a rendere accessibile la sala espositiva al primo piano, ora raggiungibile da una scala a chiocciola ripida con gradini difformi e pericolosi. Al primo piano del palazzo, celato dalla bifora visibile dalla via di Roma, sono esposti un terzo dei mosaici pavimentali recuperati nel corso degli scavi del 1908-14. Si tratta di una selezione musiva davvero straordinaria che ripercorre ben sei secoli di storiadell’antica area palaziale della città. Si possono vedere tratti pavimentali in settile di marmi policromi (I-II secolo d.C.) provenienti dagli ambienti di rappresentanza del palazzo, frammenti di pavimento musivo figurato (V secolo d.C.) provenienti dai corridoi che circondavano il peristilio e raffiguranti soprattutto scene di giochi circensi, lacerti pavimentali (VI sec. ed età teodericiana) decorati da motivi geometrici, fitomorfi-floreali che sopravvissero alla successiva decadenza qualitativa delle maestranze mosaiciste ravennati del VII sec. Nello specifico l'intervento consiste nell'installazione di un ascensore con relative opere murarie e impiantistiche complementari.
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