L'Obelisco Meridiana, in origine gnomone della meridiana, è uno degli obelischi di Napoli. Si trova all’interno della villa comunale, la sua costruzione si deve a Stefano Gasse, nel periodo dei lavori di ampliamento del giardino settecentesco. L'opera è composta da un obelisco in piperno sormontato da una sfera in ottone ed una linea meridiana in piperno e marmo bianco.
La Villa comunale (già Villa Reale o Real Passeggio di Chiaia, poi Villa Nazionale e Villa Municipale) è uno dei principali giardini storici di Napoli. Il vasto giardino, piantato a lecci, pini, palme, eucalipti si estende per oltre 1 km tra piazza della Vittoria e piazza della Repubblica,
fiancheggiato dalla Riviera di Chiaia e da via Caracciolo Il suo primo nucleo risale al 1697, quando il viceré duca di Medinacoeli fece piantare lungo la riviera di Chiaia un doppio filare di alberi abbellito da 13 fontane, indirizzando una prima idea di passeggiata che dalla porta di Chiaia si spingeva fino alla Crypta Neapolitana.
Tra il 1778 e il 1780 l'area della spiaggia lungo la riviera fu convertita in un vero e proprio passeggio, un giardino urbano molto in voga in quegli anni, per volontà di Ferdinando IV di Borbone e per opera di Carlo Vanvitelli. Nei primi anni del XIX secolo la villa fu ampliata e ridisegnata dagli architetti Stefano Gasse e Paolo Ambrosino, secondo il volere di Giuseppe Bonaparte che decretò nel 1807 i lavori. Un ulteriore ingrandimento fu eseguito per progetto del Gasse verso ovest (fino all'attuale piazza della Repubblica) nel 1834.Nel 1869 la villa fu denominata comunale. Con la realizzazione della colmata di via Caracciolo, a partire dagli anni settanta del XIX secolo la villa fu ampliata verso il mare e fu eseguito un nuovo ingresso principale su piazza Vittoria.
La villa è stata restaurata tra il 1997 e il 1999 da Alessandro Mendini e dal suo atelier; sono stati così riprogettati gli chalet, è stato risistemato il verde, realizzato un nuovo impianto di illuminazione e una nuova cancellata.
Descrizione dell'intervento
- Verrà analizzato lo stato di conservazione degli elementi lapidei sotto varie forme di luce (naturale, artificiale, radente) attraverso l'uso della macrofotografia e se necessario attraverso indagini diagnostiche.
- La rimozione a secco dei dei depositi incoerenti di particolaro e detriti vegetali verrà eseguita mediante aspiratore e pennelli a setola.
- Le superfici verranno trattate con biocida ad ampio spettro, diluito al 4% in acqua.
- Consolidamento localizzato sulle zone che presentano decoesione e sfarinaento della pietra utilizzando silicati di etile. Tutti gli incollaggi verranno eseguiti con colle epossidiche e, ove necessario, con barrette di vetroresina.
- Pulitura mediante nebulizzazione di acqua demineralizzata addizionata a tensioattivo non ionico e prodotto biocida.
- Riduzione dell'interferenza visiva della superfice lapidea, delle abrasioni, al fine di restituire unità di lettura cromatica dell'opera con velature a tono o sottotonoutilizzando colori pigmentati naturali stabili.
- Protezioni intermedie e finali effettuate con ripetute applicazioni di cere per raggiungere un mirato rapporto tra componente lucida e opaca della superficie e garantire la lettura dell'opera nellesue componenti cromatiche e tonali
- Ricollocazione della sfera bronzea
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