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Attività principali dell'istituzione

Il Castello di Masnago è un angolo medievale all’interno di un esteso parco cittadino caratterizzato da una straordinaria ricchezza di specie vegetali che lo rendono simile a un piccolo giardino botanico. L’elemento più antico è la torre, che racchiude in sé i tipici elementi delle strutture difensive medievali: mura possenti e poche aperture. La sua massiccia presenza è accompagnata e addolcita dall’edificio quattrocentesco che vi si appoggia, e dall’ala seicentesca che rimanda alle eleganti residenze signorili di campagna. L’edificio del ‘400 è famoso per gli affreschi al suo interno, interessanti per i temi trattati e per il loro buono stato di conservazione, soprattutto nelle stanze denominate «degli svaghi» e «dei vizi e delle virtù». Il Museo ospita un’importante collezione di arte moderna e contemporanea con opere di pittura, scultura e grafica, costituita attraveso importanti lasciti, che spazia dal XVI al XX secolo, realizzate per lo più da importanti artisti di area lombarda, tra cui Morazzone, Hayez, Cremona, Ranzoni, Pellizza, Enrico Baj... Nel Museo il contenitore e il contenuto mettono in dialogo passato e presente, antico e contemporaneo, arte religiosa e astrattismo in un delizioso equilibrio da ammirare. Il Museo svolge attività scientifiche e divulgative, ospita eventi e mostre temporanee.  

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 20.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

La mostra vuole far conoscere un ulteriore aspetto del pittore Renato Guttuso e della sua produzione artistica attraverso l’archivio di Nino Marcobi, suo amico e uomo di fiducia quando il Maestro era a Velate, archivio che gli eredi hanno recentemente donato al Comune di Varese.

Rilevanti per l’unicità sono i materiali documentari e fotografici che, in maniera inedita, ci permettono di conoscere l’attività professionale e relazionale di Guttuso attraverso testimonianze dirette e vivaci nei lunghi periodi trascorsi a Varese. Grazie alla registrazione quotidiana nei “diari di bordo” – per gli anni che si sono conservati - di Marcobi è possibile ricostruire l’ideazione e la realizzazione di alcuni quadri dipinti a Velate: Caffè Greco (1976), Piscina mediterranea (1977), Van Gogh porta l’orecchio tagliato al bordello di Arles (1978), Il Cimitero di Automobili e acquedotto di Claudio (1979), Le Allegorie (1979), Tre operai e una prostituta (1979), la serie dei Tronchi (dal 1980), Giocatori di scopone (1981), i ritratti Pellin (1975 e 1984), varie nature morte e altri dipinti.

Rimarchevole per quantità e contenuti è il materiale sulla Vucciria, uno dei più famosi telieri di Guttuso del 1974, che, nonostante celebri la sua Palermo con il caratteristico mercato, è stato realizzato a Velate dopo che il pittore aveva deciso di trasformare in studio le scuderie della villa acquisita dalla famiglia della moglie Mimise Dotti all’inizio degli anni Cinquanta

La mostra presenta ben tre dipinti in cui Marcobi compare fra gli altri protagonisti e identificano momenti della vita di Guttuso a Velate: I giocatori di scopone del 1981 (collezione privata), Van Gogh porta l’orecchio tagliato al bordello di Arles (Fondazione Pellin) del 1978, Spes contra Spem (Fondazione Pellin) del 1982, sorta di ultima riflessione sul passato, il presente e il futuro di Guttuso. A sezione è corredata da fotografie e disgni preparatori.Un’altra sezione, intitolata L'eterno femmineo, molto vivace nei colori, della mostra è dedicata alla figura delle donne, uno dei soggetti trai più apprezzati dal pittore. Una sezione riguarderà Guttuso con il suo impegno civile e politico e si intitolerà La lotta partigiana.

Infine l’ultima sala è dedicata ad un assoluto e celebre capolavoro, presente anche nei manuali di storia dell’arte: la Vucciria. Non potendo esporre il dipinto originale della Vucciria, perché presso l’Università di Palermo, si è optato per una riproduzione in dimensioni originali del dipinto valorizzando l’importante materiale inedito fotografico e dattiloscritto, trovato nell’archivio Marcobi, con un articolata esposizione in originale.




NOTE Intervento archiviato