Il Progetto di restauro, di valorizzazione e di manutenzione dei Giardini Reali di San Marco, promosso dalla Venice Gardens Foundation Onlus, ha come finalità la restituzione alla città di Venezia e al mondo di un luogo simbolo di alto valore storico e paesaggistico, riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e la loro riconnessione, attraverso il restauro dello storico ponte levatoio, alle Procuratie Nuove e a Piazza San Marco. I Giardini Reali, risalenti al progetto di riforma dell’area Marciana e del più generale piano per Venezia voluto da Napoleone al principio dell’Ottocento, insistono su un’area dalla superficie di circa 5.500 metri quadrati complessivi, delimitata a nord, est e ovest dal Rio della Zecca, sul quale si affacciano il Palazzo Reale e la storica Biblioteca Marciana, e a sud dalla Fondamenta dei Giardini Reali sul Bacino di San Marco. Il restauro, conservativo e di riqualificazione e successiva manutenzione dei Giardini Reali, si estende sia alla parte dedicata specificatamente al giardino, con il progetto dell’architetto Paolo Pejrone, che all’elegante Padiglione neoclassico, progettato dall’architetto Lorenzo Santi nei primi anni dell’Ottocento e a tutto l’arredo funzionale e decorativo di valore storico e artistico. Il Progetto prevede inoltre la demolizione degli elementi e degli edifici incongrui e in stato di abbandono, fortemente dequalificanti, compreso il bunker costruito durante la seconda guerra mondiale e mai rimosso, nonché sul lato ovest, nell’area ora occupata da strutture edilizie dismesse e allo stato di rudere, il ripristino della Serra, seguendo il progetto dello Studio di architettura Aymonino-Barbini. La Fondazione curerà inoltre, per tutto il periodo della Concessione (19 anni rinnovabili), la manutenzione dei Giardini Reali e delle pertinenze, coinvolgendo alte professionalità e figure tecniche con qualificate competenze specifiche nella cura dei giardini e parchi storici.
La storia dei Giardini Reali di Piazza San Marco a Venezia risale al progetto di riforma dell’area Marciana e del più generale piano per Venezia voluto da Napoleone al principio dell’Ottocento. Nel 1806, in seguito alla designazione da parte di Bonaparte e del giovane viceré Eugenio di Beauharnais delle Procuratie Nuove a Palazzo Reale, l’architetto regio Antolini realizzò i primi progetti per la residenza, poi rielaborati anche dall’architetto Mezzani, che doveva essere dotata di un giardino, da allestirsi su un terreno affacciato sul Bacino di San Marco già occupato dai granai di Terra Nova. Contornato da bassi muretti e cancellate, orientato verso il sole e scandito dal susseguirsi di una serie di elementi compositivi che riportavano al classico disegno all’italiana, il giardino fu concepito come il prolungamento esterno delle Procuratie Nuove, da cui era separato da un canale, da un basso muro e da una cancellata. Nel 1807 furono realizzate due revisioni del disegno da parte del Canonica e del Soli. Con la caduta di Napoleone e il ritorno degli austriaci, le vicende dei Giardini Reali ricevettero nuovi e fondamentali impulsi con l’inserimento ai margini est e ovest di due piccoli boschetti che riflettevano la moda del giardino all’inglese. Le entrate principali del giardino vennero segnate da due viali alberati perpendicolari alla riva e un asse longitudinale, che attraversando quasi nel mezzo il giardino, rifigurava il segno per il futuro pergolato in ghisa. I limiti del giardino verso la laguna furono delineati già nei primi anni dalle costruzioni di una serra sul ponte della Zecca e, sul lato opposto, da una elegante Coffee House, entrambe progettate dall’architetto Lorenzo Santi (1783-1839) e un ponte levatoio sul rio della Zecca fu realizzato per collegare gli spazi verdi direttamente alle Procuratie, al fine di permetterne l’uso come giardino di palazzo con passeggiata sull’acqua.
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