Il capitello di San Gallo si trova a Urbana, piccolo comune della provincia di Padova, all'incrocio tra la via Roma e la strada provinciale n. 85 (via Rostello) che porta alla frazione di San Salvaro catastalmente non risulta censito in quanto si trova in una isola spartitraffico, quindi su suolo stradale.L'edicola, di antiche origini, è di elegante fattura, costituita da un basamento quadrato in mattoni intonacati, sopra il quale partono otto colonne, due per lato, con basamento e capitello in stile dorico; al di sopra di queste troviamo una elegante cornice sagomata che contorna tutto il capitello e a chiusura un frontone a semicerchio per lato, anch'esso racchiuso da cornici sagomate, in pietra bianca.
La cuspide, come si può notare dalla foto storica che precede, era a forma di cipolla, conclusa da una piccola sfera che supportava la croce in ferro; tutta questa struttura è stata rimossa in via precauzionale a seguito di eventi atmosferici avversi, che ne avevano compromesso la stabilità.
L'intervento si era configurato come una messa in sicurezza, mediante l'attivazione della procedura di cui all'art.27 del D.Lgs. 42/2004 che il comune fece a dicembre 2019. Il manufatto ospita la statua in pietra tenera di San Gallo, monaco e priore vissuto a cavallo del 500 d.c. e patrono del comune di Urbana. Come detto il capitello ha un basamento quadrato di circa 170 cm di lato, alto sui 70 cm, realizzato in mattoni pieni intonacati; a chiusura vi è una piastra in pietra bianca, dalla quale partono le colonne d'angolo. Queste sono costituite da piccoli basamenti e capitelli anch'essi in pietra bianca,
mentre il fusto è in mattoni intonacati.
Le opere realizzate sono inquadrabili in tre fasi specifiche, ovvero la pulizia, il consolidamento e la protezione. La prima fase è stata quella di rimuovere tutti i depositi dalle superfici mediante lavaggi a pressione controllata e la conseguente applicazione di specifici prodotti biocida.
Queste lavorazioni hanno consentito di riportare in luce le superfici che oramai erano ricoperte da patine vegetali, percolazioni meteoriche e incrostazioni, soprattutto per quanto riguarda i materiali lapidei; al tempo stesso ha consentito anche di valutare e programmare le fasi successive del restauro.
La successiva fase del consolidamento è stata preceduta da verifiche preliminari, analisi diagnostiche e concordamenti con l’ente di tutela.
Le analisi hanno permesso di individuare le tracce di un intonaco piuttosto datato, non antico ma oramai storicizzato, dalla caratteristica colorazione giallo-ocra dovuta dall'utilizzo delle sabbie di campagna che si trovano in zona, questo rilievo ha permesso di confezionare il nuovo intonachino nella stessa colorazione.
Nel basamento, che risultava essere l'ambito con le malte maggiormente degradate, è stato fatto un ciclo risanante, nelle parti alte sono stati realizzati intonaci sempre a base di calce, tutti rifiniti con l'intonachino colorato, per l'intervento sui lapidei si è intervenuti con consolidamenti mediante cuciture armate, soprattutto sui vertici della corona.
Crepe e giunzioni che avevano oramai perso la stilatura sono state stuccate e poi la stessa stuccatura mimetizzata con malte addittivate con polvere di marmo.
Un'altro degli interventi tra i più importanti ha riguardato la cuspide, composta da una ossatura in legno massello rivestita da tavole e finita con la copertura in lamine metalliche.
portata in laboratorio si è proceduto alla catalogazione tutti gli elementi recuperabili poi accuratamente smontati e trattati con prodotti specifici per il legno.
Le parti irrecuperabili sono state sostituite con nuovi elementi in larice, sagomati come gli esistenti.
la parte terminale che sorregge la croce è quella originale, sulla quale sono state realizzate delle incalmature con legno nuovo al posto delle porzioni del tutto irrecuperabili.
ricomposta in laboratorio la sagoma curvata portante è stato posato, sulla stessa, il tavolato di tamponamento e il rivestimento in lamine di piombo.
La statua di San Gallo è stata restaurata sul posto, per evitare danneggiamenti durante la movimentazione, sono state fatte numerose cuciture per garantire la stabilità e unire le parti in via di distacco, seguite da altrettante stuccature e mimetizzazioni, la statua era in gran parte ricoperta da scialbi (strati di maltina) e pitture incongruenti sovrammesse negli anni
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