L'intervento riguarda il restauro dei dipinti che raffigurano i seguenti ritratti: a) il cardinale Alessandro Farnese seduto di tre quarti, con la barba e i capelli bianchi, su di un fondo scuro. Indossa la berretta rossa cardinalizia e la mozzetta, una mantellina rossa di seta, su una camicia di lino bianco. Con la mano destra, poggiata su uno dei braccioli della poltrona, stringe un fazzoletto candido, mentre nella sinistra regge una lettera sulla quale corre un'iscrizione con la firma e la data. Attribuito a Scipione Pulzone, un altro dei maestri del manierismo romano, il quadro faceva parte di una serie di effigi ordinate dal comune di Macerata in omaggio alla potente famiglia Farnese per aver favorito la città grazie al cardinale Alessandro, Legato pontificio della Marca ai primi del secolo, divenuto poi papa Paolo III (1534-1549). Restaurato nel 1937 necessita di un intervento di manutenzione e di pensionamento della tela.
b) Giuseppe Mozzi è raffigurato in piedi su uno sfondo scuro, con in mano una pergamena su cui sono tracciate figure geometriche; sul piano sono raffigurati strumenti matematici per esaltare i suoi studi scientifici. Sullo sfondo, a sinistra c’è una libreria e sulla destra, in alto, uno stemma nobiliare. Il supporto in tela di lino, costituito da un unico telo, è teso su telaio in abete a struttura fissa; sul retro si possono notare diverse "toppe" di misure varie, applicate a chiusura di fori; si nota anche una specie di ragnatela formatasi a causa della penetrazione sul retro del medium. Il fenomeno sottolinea il forte craquelé che si può osservare sul fronte del dipinto. Anche in questo caso si può rilevare un precario ancoraggiodell'insieme mestica/colore, al supporto. Ciò provoca ilsollevamento e la caduta della pellicola pittorica. La superficie dipinta è sporca ed opaca e la vernice di protezione mostra una forte ossidazione.
c) Bartolomeo Mozzi è raffigurato presso una scrivania sulla quale è poggiato un libro aperto che tiene con la mano sinistra; la mano destra è poggiata sul piano. Sullo sfondo un tendaggio rosso apre lo sguardo ad una libreria fornita di pregiati tomi. Si rileva la presenza di una vernice di protezione invecchiata e ossidata. La superficie sia del fronte che del retro è cosparsa di polvere; il film pittorico è arido e mostra un debole ancoraggio che è causa di forte sollevamento e di perdita di materiale pittorico. La pellicola pittorica mostra vaste zone irrigidite e "bruciate" probabilmente a causa di una esposizione ai raggi solari. I rossi ed i neri dei fondi mostrano una crettatura esasperata. Sull'intera superficie si può notare un forte craquelé con i classici fenomeni di innalzamento dei bordi delle scodelle che, a lungo andare, provocano il distacco e la caduta di film pittorico. Sulla superficie dipinta è depositato uno spesso strato di materiale incoerente che appiattisce la composizione e spegne la cromia; la vernice di protezione è opacizzata e ossidata.
Nel cuore della città sorge il settecentesco Palazzo voluto dalla famiglia Buonaccorsi in seguito al conseguimento del patriziato cittadino nel 1652 e all'investitura a conte di Simone Buonaccorsi nel 1701 da parte di papa Clemente XI. La costruzione del palazzo è il risultato di complesse vicende edilizie che vedono, a partire dal 1697, l'aggregazione di edifici preesistenti su progetto dell'architetto romano Giovan Battista Contini allievo del Bernini. Nel 1718 l'intervento di Ludovico Gregorini completa il palazzo con la realizzazione del cortile interno e del giardino all'italiana di cui rimangono la balaustra con i vasi ornamentali di Antonio Perucci e le tre statue raffiguranti Ercole vincitore in pietra d'Istria, opera dello scultore padovano Giovanni Bonazza. All'interno, l'ampio atrio pavimentato in legno di quercia, la loggia e i saloni decorati, i soffitti a cassettoni e le pitture di soggetto mitologico dell'appartamento nobile offrono alla vista dei visitatori preziosi momenti barocchi e rococò, il cui fasto raggiunge l'apice nel Salone dell'Eneide. Decorato nella volta a botte con le Nozze di Bacco ed Arianna da Michelangelo Ricciolini e ornato alle pareti con un ciclo di dipinti su tela commissionati ai maggiori artisti del tempo, celebra le gesta dell'eroe virgiliano in funzione encomiastica. Proprietà del Comune dal 1967 e sede dell'Accademia di Belle Arti fino al 1997, il palazzo ospita oggi le collezioni comunali: il museo della carrozza e le raccolte di arte antica e moderna
Scopri come comunicare, promuovere e far votare il tuo progetto
Utilizza la newsletter e i social media per raccontare il tuo progetto e il concorso. Chiedi a tutta la tua community di votare e di condividere il concorso tra i loro amici.
Condividi ogni contenuto utilizzando l’hashtag ufficiale #concorsoartbonus2023. In questo modo sarai rintracciabile da tutte le persone che lo utilizzeranno e potrai ampliare la tua community.
Metti in evidenza sui tuoi canali social un post che promuova il progetto. Ricordati di inserire il link alla pagina di votazione e di chiedere in modo chiaro alla tua community di votare.
Coinvolgi un testimonial o un influencer che possa dare visibilità al tuo progetto e promuovere il concorso nella propria fan base.