Storicamente considerato il prototipo del giardino rinascimentale all’italiana, il Giardino della villa medicea di Castello vanta un’importante collezione botanica di agrumi e un patrimonio scultoreo formato da fontane e complessi sistemi idraulici di eccezionale valore storico. Tra le sue principali testimonianze, la Grotta degli animali, detta anche “Grotta del Diluvio” rappresenta uno straordinario esempio ingegneristico rinascimentale, frutto delle conoscenze idrauliche di Niccolò Pericoli, soprannominato da Vasari “Il Tribolo”. Primo esempio mediceo di grotta rustica, il suo progetto prende avvio contestualmente all’inizio dei lavori del giardino nel 1539, ma si concluderà soltanto sullo scorcio della fine del Cinquecento, intorno agli anni Novanta.
Recenti studi hanno confermato le forti connessioni con il mondo classico. In particolare, l’impianto generale trae ispirazione dalla celebre Grotta di Egeria del II sec. d.C. rinvenuta tra gli anni Venti e Trenta del Cinquecento sulla via Appia, che celebrava il mito della ninfa Egeria e del suo sposo Numa Pompilio, secondo re di Roma, entrambi presenti nell’encomiastica medicea di Cosimo I e della sua consorte Eleonora di Toledo che assume nel contesto di Castello un ruolo inedito, quasi di musa ispiratrice. L’ingresso attuale, incorniciato dalla presenza di due imponenti colonne classiche, è frutto delle trasformazioni lorenesi databili agli anni Ottanta del Settecento. A chi vi accedeva, tra Cinque e Seicento, appariva al contrario come una sorta di caverna decorata fin dall’esterno da tartari e spugne che rivestivano anche le pareti interne e le volte ornate da figure fantastiche e mostruose, impreziosite da conghiglie e paste vitree.
Al suo interno, tre vasche monumentali - completate nella parte superiore da tre tableaux vivants formati da animali in pietra disposti in modo scenografico e teatrale - creano l’effetto di un serraglio che sembra animarsi nel momento in cui le pietre di colori differenti, ciascuno dei quali è ispirato al vello originale dell’animale, si bagnano per effetto degli oltre cento zampilli che fuoriescono dal pavimento e dalle volte azionati da un complesso meccanismo idraulico. Se si esclude l’elemento magico rappresentato dall’unicorno, che campeggia al centro della tazza frontale, le decorazioni scultoree al suo interno si richiamano ai tre elementi della terra, dell’aria e dell’acqua. Questo straordinario theatrum acquae, così concepito appare ancora oggi come una sorta di microcosmo, una vera e propria Wunderkammer. Alla morte del Tribolo nel 1550, i lavori di realizzazione della Grotta proseguono sotto la guida di Vasari e di altre maestranze, tra cui Bartolomeo Ammannati e Giambologna, divergendo dal progetto iniziale e risentendo di quelle influenze culturali proprie della corte di Francesco I de’ Medici, il principe filosofo e letterato, amante dei naturalia e artificialia, promotore della Villa medicea di Pratolino
Il progetto prevede il restauro delle superfici murarie e pavimentali della Grotta oltre all'intervento sui gruppi scultorei, come dettagliato di seguito:
1) Per le superfici pavimentali a breccia di fiume si prevede un restauro mediante rimozione delle vecchie stuccature a cemento, la pulitura con acqua demineralizzata e nebulizzata mediante bisturi, spazzolini di setola morbida e saggina. In seguito, si passerà alla pulitura con soluzione di carbonato d'ammonio ed acqua demineralizzata in percentuale differenziata a seconda delle zone. Si procederà poi alla sigillatura delle fessurazioni e delle piccole aperture con resina epossidica mescolata con polvere di marmo con eventuale aggiunta di pigmenti colorati.
2) Per le superfici murarie, l’intervento di restauro consisterà in una spolveratura con pennelli di setola morbida e aspirapolvere, in una pulitura blanda tramite l’impiego di acqua demineralizzata applicata a tampone, a cui seguirà la rimozione e ricollocazione degli elementi decorativi polimaterici come conchiglie e speleotemi di piccole dimensioni in precario stato di adesione alla loro malta di allettamento. Verrà effettuato il controllo dei vecchi ancoraggi in ferro fissati alla muratura sottostante e l’eventuale sostituzione, nel caso di precaria stabilità e/o eccessiva corrosione, con perni in acciaio inox o fibra di carbonio fissati con resina epossidica.
3) Per il restauro dei gruppi scultorei e delle vasche sottostanti in marmo di carrara si procederà alla rimozione delle vecchie stuccature a cemento, alla pulitura con acqua demineralizzata e nebulizzata, intervenendo mediante un’azione meccanica. La fermatura delle zone dove si sono formati degli interstizi verrà fatta con colatura di calce bianca Lafarge e sabbia, accompagnata da emulsioni epossidiche e viniliche tramite iniezioni, oppure in alternativa con stuccatura di fessure e lacune con resina epossidica del tipo starcement 2x e 4 a seconda dei casi, rifinita da polvere di marmo colorata ed eventuale aggiunta di pigmenti minerali per avvicinarsi alla tonalità dell'originale. Come consolidamento, inoltre, si interverrà laddove necessario al montaggio in opera di perni in acciaio inox, con l'ausilio di resina epossi acrilica tipo a cartuccia HIT HC 50 e HIT HC 100 per l'ancoraggio delle opere d'arte in sostituzione dei vecchi tiranti in ferro ormai irrecuperabili, usando ogni accorgimento per non deteriorare le superfici in marmo. Si prevede infine anche un’indagine conoscitiva per le analisi chimico-fisiche e termografiche per il rilevamento delle condizioni ambientali e il riconoscimento dei materiali.
4) Infine, è prevista la ricollocazione delle statue in marmo raffiguranti i Gladiatori di Domenico Pieratti (Firenze, 1600-Roma, 1656), attualmente custodite presso la Villa medicea della Petraia, e la realizzazione all’interno della Grotta degli animali delle copie in bronzo di quattro esemplari di uccelli, opera del Giambologna, esposti oggi al Museo del Bargello
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