In previsione delle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della morte di Pietro Perugino nel 2023, il museo ha programmato gli eventi a esso collegati, soprattutto interventi conservativi su alcune delle opere, sia presenti nel percorso espositivo sia ricoverate all’interno dei depositi. Un supporto particolarmente compromesso si è rivelato essere quello della Trasfigurazione dipinta da Perugino su commissione di Andreana Signorelli. La movimentazione dell’opera ha rivelato la necessità di ulteriori operazioni volte al risanamento delle tavole lignee, estremamente infragilite e disconnesse tra loro, e alla verifica e rifunzionalizzazione del sistema di contenimento originale.
Consistenti interventi sono previsti anche sul supporto dell’Adorazione dei Magi di Benedetto Bonfigli, il quale fu tra le figure di riferimento del Vannucci negli anni della formazione. Sul retro dell’opera è stata infatti realizzata, in un precedente restauro, una parchettatura la quale denota un’insufficiente capacità di assecondare le funzioni strutturali cui era destinata, tanto da compromettere la corretta conservazione del supporto.
Tra le opere che necessitano di restauro si annovera il Presepio con sant’Anna e pastori, tavola eseguita nel 1536 per la chiesa di san Francesco al Prato da Domenico di Paride Alfani, il quale, pur muovendo dall’esperienza del Vannucci, nella fase più avanzata della carriera guarda oltre i modelli perugineschi. In questa fase del percorso stilistico dell’Alfani dovette avvenire la formazione del figlio Orazio, il quale ne seguì le orme. Il giovane è autore di due dipinti, che costituiscono prove tra le più riuscite della pittura manierista in Umbria: due versioni del Riposo durante la Fuga in Egitto. Entrambe presentano cattive condizioni di conservazione, soprattutto per difetti di coesione e adesione della pellicola pittorica e degli strati preparatori, e per l’alterazione delle vernici.
Si intendono restaurare e sottoporre a indagini diagnostiche anche due tavole legate alle complesse vicende della pala che Raffaello – artista formatosi nella bottega di Perugino – eseguì per la cappella della famiglia Baglioni in san Francesco al Prato: il fregio con quattro coppie di putti alati seduti su teste di ariete e la copia della cimasa raffigurante l’Eterno e angeli. Le operazioni previste potranno forse fare chiarezza sulla dibattuta paternità di quest’ultimo dipinto, per alcuni eseguito da Domenico Alfani su modello dell'originale, per altri copia seicentesca del pittore perugino Stefano Amadei. Indagini diagnostiche e accurati restauri interesseranno anche le due copie di maggiore qualità della Deposizione Baglioni possedute dalla Galleria Nazionale dell’Umbria: quella che è da ritenersi la più antica a oggi nota, dipinta nel 1554 da Domenico Alfani in collaborazione con il figlio Orazio, e quella attribuita al Cavalier d’Arpino, inviata a Perugia dopo il trafugamento dell’originale da parte del cardinale Scipione Borghese.
La Galleria Nazionale dell’Umbria è uno dei 30 istituti museali autonomi facenti parte del Sistema Museale Nazionale, istituito a partire dal 2014. La ricca e tipologicamente variegata raccolta documenta principalmente l’eccellenza della produzione artistica tra XIII e XVI secolo in Umbria e nell’Italia centrale, estendendosi poi, cronologicamente, fino al XIX secolo. Si spazia dai dipinti su tavola, tela e affreschi, alle sculture in legno e in pietra, dalle oreficerie alle miniature, ai disegni, ai tessuti, alle ceramiche e ai ferri da cialda. La fondazione del museo, direttamente collegata alla storia della perugina Accademia del Disegno (1573), ricevette un notevole impulso dopo l’Unità d’Italia, a seguito delle demanializzazioni dei beni ecclesiastici e della sua trasformazione in Pinacoteca Civica. Dal 1878 ha sede ai piani superiori del Palazzo dei Priori di Perugia, uno dei maggiori esempi di architettura civile gotica in Italia. Nel 1918 passò allo Stato, assumendo il nome di Regia Galleria Vannucci, poi divenuta Galleria Nazionale dell’Umbria. L’attuale percorso espositivo occupa una superficie di 4000 mq articolata su due livelli e consente la visita anche dell’antica Cappella dei Priori, affrescata da Benedetto Bonfigli. Il prestigio della raccolta è testimoniato dalla presenza di alcuni capolavori del Medioevo e del Rinascimento, con opere di Arnolfo di Cambio, Nicola e Giovanni Pisano, Duccio di Buoninsegna (Madonna col Bambino), Gentile da Fabriano, Beato Angelico (Pala della Sapienza Nuova), Benozzo Gozzoli, Piero della Francesca (Pala di San’Antonio) e Francesco di Giorgio Martini. Ampio spazio è riservato agli artisti umbri Benedetto Bonfigli, Bartolomeo Caporali, Fiorenzo di Lorenzo e in particolare ai celebri dipinti di Pietro Vannucci, detto il Perugino (Adorazione dei Magi, Annunciazione, Pietà, San Bernardino che risana da un’ulcera la figlia di Antonio Petrazio di Rieti), Bernardino di Betto detto Pinturicchio (Pala di Santa Maria dei Fossi) e dei loro allievi e seguaci. Il percorso prosegue con un’esaustiva selezione di testimonianze pittoriche e scultoree del Seicento, del Settecento e dell’Ottocento, realizzate in Umbria da alcuni protagonisti del tempo quali Orazio Gentileschi, Valentin de Boulogne, Pietro da Cortona, Corrado Giaquinto, Sebastiano Conca, Pierre Subleyras, Jean Baptiste Wicar.
Descrizione dell'intervento
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