Immagini di RESTAURO CONSERVATIVO ALTARE LIGNEO POLICROMO SCOLPITO E DORATO -  ULTIMAZIONEINTERVENTO
   
Immagini di RESTAURO CONSERVATIVO ALTARE LIGNEO POLICROMO SCOLPITO E DORATO -  ULTIMAZIONEINTERVENTO

Al di fuori della cinta muraria di Morrovalle, arriviamo all’antico convento di S. Francesco, chiamato anche dei Minori Osservanti o Zoccolanti. Il percorso progettuale, finalizzato a massimizzare le istanze conservative del monumento, ha seguito filologicamente il restauro degli altri altari presenti nella chiesa/auditorium di S. Francesco, anche se la macchina d’altare in oggetto presenta problematiche estremamente più complesse e delicate rispetto agli altri. La struttura, la pellicola pittorica e le lamine di metallo risultano, infatti, gravemente danneggiate anche a causa delle scarsissime condizioni di conservazione del bene al momento dell'inizio dei lavori di ricollocamento e restauro. L’intervento di restauro, di tipo conservativo, non ha alterato i segni del degrado, i quali rappresentano i segni della storia da conservare e tramandare e non elementi di disturbo da rimuovere. Per il ripristino della macchina d’altare sono state scelte risoluzioni leggere e non invasive, limitando il più possibile le integrazioni e le sostituzioni.Come per gli altri altari le lacune sono state trattate come semplici elementi di ricucitura dell’immagine complessiva, sempre optando per metodologie e materiali reversibili atti a segnalare la differenza tra parte integrata e quella originale, secondo le indicazioni della Direzione dei lavori. Allo stesso modo sono stati effettuati trattamenti di pulitura e di consolidamento il più possibile compatibili. Progetto restauro altare ligneo policromo, sec. XVI. Descrizione: Struttura in legno scolpito policromo e dorato. L’altare in legno intagliato, decorato e dorato, già smontato al momento dell'inizio dei lavori, risultava composto da oltre 400 pezzi catalogati in ordine crescente e per tale ragione non è stato possibile valutare quanti e quali intagli e/o parti fossero mancanti né quali e dove fossero le numerosissime e variegate corruzioni filologiche.La struttura, la pellicola pittorica e le lamine metalliche risultavano gravemente danneggiate: talune erano evidentemente abrase, decoese e lacunose.Particolarmente laboriosa e complessa è stata la fase di ricollocazione degli elementi decorativi poiché, a causa della mancata catalogazione dei pezzi (alcuni ritrovati in cataste di legno vecchio con elementi d'arredo del vecchio asilo), specie decorativi, in seguito allo smontaggio non si è potuto far altro che radunare le varie parti decorative staccate, provvedendo alla loro rimessa in sede solo dopo attenta verifica di congruenza dei fori di chiodi e altri elementi che potessero aiutare a ricollocare le varie parti nei siti originali con assoluta certezza.Ogni elemento decorativo staccato è stato nuovamente fissato con materiale reversibile e, allo stesso modo, sono stati consolidati tutti i vari elementi caduchi e parzialmente scollati. Al termine di tutte queste operazioni sono stati ricostruiti gli appositi alvei per le coppe (assicurate a dei tiranti in acciaio) con conseguente ricollocazione delle stesse nella loro sede originale

Storia del Convento: i frati, sin dai primi tempi dell’ordine francescano, si erano stabiliti nel comune, ma avevano dapprima occupato un altro luogo ovvero un piccolo romitorio nella contrada detta del “Coppo”. Da quel convento Giordano di Aglano, legato di re Manfredi, rilasciò un diploma alla città di Montolmo insieme all’ordine di radere al suolo il castello di Petriolo. Era l’anno 1264. Veniva chiamato “Convento del Coppo” per un coppo che disciplinava il corso della fonte d’acqua ancora esistente. I frati rimasero in questo luogo fino al 1389-90, quando il comune a proprie spese edificò il nuovo convento per liberare i frati dall’ambiente insalubre dell’eremo di Fonte dell’Angelo. In mancanza di documenti non si può precisare l’anno in cui si edificò il nuovo convento, la cui fondazione si deve far risalire a parecchi anni prima del 1390. nel corso dei secoli quest’edificio subì molti restauri. Ciò che rese celebre questo convento fu il Miracolo Eucaristico che avvenne oltre la metà del 500, nel 1560. Bruciò la chiesa detta di S. Francesco, annessa al convento e tra le rovine venne ritrovati intatti: il Crocefisso, il S.S. corpo di Gesù, un Sacramento e la Santa Pisside. Dopo l’incendio la chiesa venne rifabbricata, di maggiori dimensioni col concorso del popolo e di alcune nobili famiglie di Morrovalle: Lazzarini, Collaterali, Marchetti, Moroni, Mazza, le quali posseggono ognuna un altare con sepolture gentilizie. In uno di essi fu esposto il bel Crocifisso scampato all’incendio. Il tempio fu portato a termine nei primi decenni del secolo XVII. La chiesa a croce latina a una sola navata con un modesto transetto possedeva tredici altari arricchiti da dorature ed intagli, la pila per l’acqua santa di marmo con colonnine a balaustra, una serie di quadri tra cui quello raffiguranti “Cristo sulla Croce” con sotto S. Bernardino da Siena e altri frati dell’ordine francescano e il sorprendente affresco in cui si legge l’anno 1446 e i nomi della S.S. Vergine con S. Gregorio, S. Francesco, S. Giovanni e S. Antonio da Padova, scritti sotto le immagini intere. Nel 1789, 93, 94, 1841 la chiesa e il convento subirono restauri sia nella pavimentazione che nell’altare maggiore. Nel 1810 la ventata napoleonica disperse i frati e la chiesa fu chiusa al culto. La chiesa fu adattata parte in cantina e parte in rimessa. Morto il Conte Canale, il municipio ereditò i suoi beni, compreso la chiesa e il convento, che secondo la volontà del testatore doveva essere adibito ad asilo laico infantile con l’obbligo di non impartire alcun insegnamento religioso. 


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Mecenati

: 1

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