Un Monumento che riacquista la sua dignità e una Chiesa Barocca che recupera arredi fastosi. Uno straordinario patrimonio d'arte antica, condiviso tra Grosseto e Firenze, che nobilita un nuovo suggestivo percorso museale. Tutto questo è il progetto del Museo delle Clarisse di Grosseto che ospiterà la Collezione Luzzetti. Oggi l'edificio dell'ex convento, di proprietà del Comune di Grosseto, ospita: al primo piano al primo piano uno spazio espositivo “Clarisse Arte” gestito dalla Fondazione Grosseto Cultura e al secondo piano, gestito direttamente dall'amministrazione comunale, la collezione antropologica Ferretti e il Museo Lab della Città di Grosseto. La pregevole Chiesa dei Bigi, unica testimonianza dell'arte barocca in città, oggi consacrata ma ancora di proprietà della Diocesi, è concessa in gestione convenzionata all'amministrazione comunale che la usa come spazio da riservare a chiunque ne faccia richiesta. La Chiesa dei Bigi e l'edificio delle Clarisse non sono attualmente collegate, se non per un ballatoio che si affaccia sull'interno della Chiesa e al quale si accede dal primo piano dell'edificio. Il progetto di recupero e valorizzazione di tutto il piano terra delle Clarisse prevede che Convento e Chiesa tornino a far parte di un unico complesso monumentale ripristinando i collegamenti interni. Una volta unite da un percorso comune, e destinate a un'unica realtà gestionale, Convento e Chiesa ospiteranno una realtà monumentale e museale in grado di assolvere a più funzioni, tra le quali sono da evidenziare:
Creazione al piano terra un prestigioso spazio allestito in modo permanente con LA COLLEZIONE LUZZETTI, i dipinti, le sculture e gli arredi che il collezionista Gianfranco Luzzetti ha deciso di donare alla città.
Il complesso monumentale, posto nel centro storico fra Via Vinzaglio e Piazza Indipendenza, fu costruito a partire dagli ultimi decenni del XVI secolo per sostituire il più antico convento di Santa Chiara, posto nei pressi del Bastione Garibaldi (in origine detto “delle Monache”) che era stato distrutto durante la costruzione delle Mura difensive ad opera dei Medici.
Il piano terra del convento, nella nuova localizzazione, era concluso e abitato nel 1585. Il complesso rimase però incompiuto a lungo: la costruzione del convento poté riprendere solo nel 1620, con l'edificazione del secondo piano, il rialzamento (o la costruzione) del muro dell'orto (coincidente con Piazza Indipendenza) e, nel 1633-4, l'allestimento del chiostro e la consacrazione della chiesa. Fra il 1662 e la fine del secolo fu poi acquisita la casa Fanucci che fu messa in collegamento con il nucleo originario del convento tramite il corridoio e l'arco che ancora scavalcano il Chiasso delle Monache. In seguito furono edificati l'ultimo piano con il loggiato e l'altana sul tetto. Nel 1692 fu nuovamente consacrata la chiesa a seguito di una ristrutturazione che le diede l'aspetto attuale.
Successivamente si registra l'impoverimento e la decadenza del convento. La soppressione è del 1785-87, su sovrano ordine del Granduca. Le proprietà delle suore erano state già alienate e disperse negli anni precedenti; gli edifici monastici passarono all'Ospedale della Misericordia, che il Granduca Pietro Leopoldo in quegli anni fece ampliare e ristrutturare. Il convento subì modifiche per adeguare gli spazi alle nuove funzioni: fu costruito un collegamento sospeso (la 'galleria degli infermieri') su via Ginori che metteva in collegamento il corpo centrale dell'ospedale con l'ex convento.
Il ponte su via Ginori, documentato da rare fotografie, fu demolito intorno al 1929. In quell'anno fu sopraelevato il corpo di fabbrica lungo Piazza Indipendenza, oggi riportato all'altezza di un solo piano. Sono documentati lavori anche nel 1940 su progetto di E. Ganelli. Nel 1995, con lo svincolo dalla destinazione sanitaria l'ex convento, così come il vecchio Ospedale, fu assegnato al Comune di Grosseto.
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