La chiesa, caratterizzata un tempo da navata unica, tre cappelle laterali e abside quadrato sormontato da cupola, subisce lavori di trasformazione che ne alterano l’aspetto originario: perde parte della sua larghezza e l’abside in cui era situato il coro. Gli stalli lignei furono messi in vendita ed acquistati dall’Arcivescovo Pinto per essere collocati nel Duomo. Nel chiostro del Monastero fu abbattuta la Capella dedicata alla Madonna ed la tavola fu trasportato nella chiesa e sistemato su un altare laterale a destra, dove rimase fino al 1930, anno in cui vene collocato sull’altare maggiore. Dal 1811 la cura della chiesa fu affidata alla Confraternita di S. Maria della Consolazione, lì eretta ed operante già da tempo, che si occupò della sua manutenzione, fino al 1938 quando divenne parrocchia con titolo di SS. XII Apostoli e S. Agostino. L’interno è a pianta rettangolare, sui cui fianchi si aprono due cappelle per lato riquadrate da lesene, scanalate in marmo con capitelli in stile ionico. La volta è decorata da stucchi e affreschi. Sugli altari, nelle urne che si trovano al di sotto di essi e nelle nicchie che li separano, vi sono statue raffiguranti S. Nicola da Tolentino, Gesù morto, S. Giuseppe, S. Agostino, S. Monica, il Santo dei Miracoli, il Sacro Cuore di Gesù e una scena della Crocifissione del 1300. Sull’altare maggiore, da uno sfondo a mosaico dorato, si staglia la tavola raffigurante la Madonna di Costantinopoli, col Bambino ed angeli, e due donatori incorniciato da un imponente motivo architettonico. Nel 1931 si ha il restauro della facciata, caratterizzata da due ordini di colonne a mezzo tondo, sormontate da capitelli corinzi e timpano triangolare. Al di sopra del portale è raffigurato S. Agostino tra due angeli, opera dello scultore salernitano Arturo Beraglia. La chiesa subì un ulteriore restauro negli anni ’60 e nella lunetta sopra l’altare fu riprodotta dal Gismondi l’Assunta del Tiziano. Nel 1972, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’Incoronazione della Madonna di Costantinopoli è stata elevata a Santuario Mariano Diocesano con Decreto Arcivescovile.
Descrizione dell'intervento
Dopo la rimozione del controsoffitto a cura della ditta architettonica avrà inizio l’intervento di restauro e si procederà con una leggera spolveratura con pennelli morbidi e piccoli aspirapolvere per eliminare lo sporco superficiale, soprattutto nelle zone di accumulo maggiore come le cornici.
Il consolidamento dell’intonaco su aree che risultano distaccate , con rigonfiamenti localizzati, secche di porosità e di impoverimento dell’intonaco di sottofondo , sarà effettuato mediante puntuali iniezioni di malte idrauliche alleggerite tipo PLM-AL, caratterizzate da elevata fluidità ed esenti da sali solubili, ove necessita per la riadesione saranno utilizzati anche dei puntelli morbidi. Le aree di intonaco disgregate superficialmente saranno consolidate con impregnazioni fino al rifiuto di silicato di etile – Estell 1000.
In presenza di lesioni profonde nella muratura saranno inserite a 45° N°25 barre elicoidali in acciaio armonico di varia lunghezza di diametro di mm 10.Il sistema Dray-fix della Keracoll prevede l’inserimento a secco delle barre elicoidali con un foro pilota di 8 mm di diametro. Una volta ristabilita la compattezza della superficie muraria sarà fissata la pellicola pittorica.
I sollevamenti del colore previo iniezione con alcool a 99 ° saranno riaderiti con resina Acril 33 in acqua distillata a diverse concentrazioni con pennellini e spatoline. L'intera superficie polverulenta infine sarà consolidata con una nebulizzazione di Acril 33 in acqua distillata al 3% utilizzando ove necessario una interposizione di carta giapponese da 9 grammi.
Nel nostro caso poiché siamo in presenza di tempere molto secche non è possibile utilizzare miscele di solventi a base acquosa quindi sarà utilizzato- a batuffolo- l'acetone molto volatile. Con spugne wischab del tipo soft si effettuerà la pulitura meccanica mentre le ridipinture saranno descialbate con bisturi chirurgico, in questa fase saranno rimosse anche le stuccature di malta cementizia.
Le stuccature delle lacune, delle lesioni, delle abrasioni, dei fori di consolidamento del sistema Dry-fix (ricuciture con barrette di acciaio armonico), saranno stuccate con malte per composizione, colorazione e granulometria del tutto simili a quelle originali. Con malta di grassello di calce e polvere di marmo per l’intonachino e grassello di calce e sabbia di fiume per l'intonaco .
L'integrazione cromatica delle stuccature e dell'intonaco di supporto in presenza di lacune e abrasioni sarà eseguita a velatura con colori ad acquerello Windsor & Newton per restituire unità di lettura cromatica dell'intero apparato decorativo.
I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali.
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