La Sala del Cenacolo, adibita a refettorio del Monastero Olivetano di San Vittore, fu costruita dal 1709 al 1712, in occasione dell’ampliamento dell’edificio risalente al XVI secolo. Imponente nella sua bellezza e fastosità, è una delle poche rimaste a Milano espressione del Barocchetto Lombardo. Interamente decorata con affreschi e stucchi settecenteschi, ha una superficie di quasi 200 metri quadri per una capienza di circa 100 persone. È preceduta da un vestibolo in cui una decorazione a stucco sorretta da angeli reca un’iscrizione in latino che commemora la visita dell’imperatrice Elisabetta Cristina di Braunschweig-Wölfenbuttel. Le quadrature architettoniche che decorano la volta ribassata e le pareti sono opera del pittore monzese Giuseppe Antonio Castelli, detto il Castellino. Sulla parete di fondo, inquadrato da una ricca cornice a stucco, è l’affresco raffigurante Le Nozze di Cana del pittore varesino Pietro Gilardi, che avrebbe collaborato con Castellino nella decorazione della cupola del Duomo di Monza. Le quadrature incorniciano anche le scene bibliche raffiguranti Daniele cibato dall’angelo nella fossa dei leoni e Isaia cibato dal corvo. Medaglie monocrome sulle pareti verticali illustrano scene dell’Antico Testamento. Le quattro figure allegoriche femminili sulla volta sono sempre di Pietro Gilardi, così come il busto della Vergine che è raffigurato sopra il pulpito. Sulla parete opposta è dipinta una figura di donna che invita al silenzio. Gli stalli lignei che decorano la parte bassa della Sala vennero acquistati sul mercato antiquario. Sono sicuramente antichi gli elementi centrali del lato sinistro, parte di un coro barocco dalla chiesa di Varigotti, oltre al banco dei relatori, realizzato da una cantoria d’organo del XVIII secolo.
Nel 1805, in corrispondenza ai decreti napoleonici di soppressione degli ordini monastici, il Monastero fu convertito in ospedale militare e, in seguito, in caserma. Il refettorio venne adattato a dormitorio per i soldati. Il recupero della Sala ebbe inizio con la riconversione dell’edificio a sede del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, nel 1947. La prima operazione di restauro venne realizzata nel 1952 da Ottemi Della Rotta. Con l’intenzione di utilizzarla per congressi e ricevimenti, il fondatore Guido Ucelli la fece arredare con mobili in stile costruiti ex-novo o con oggetti acquistati sul mercato antiquario, come i due grandi vasi nello stile del Buontalenti allestiti nelle nicchie del vestibolo. Decorano questo spazio anche tre grandi pale d’altare in deposito dalla Pinacoteca di Brera. Nel 1985 la Sala venne chiusa a causa di infiltrazioni d’acqua e, dal 1987 in poi, si susseguirono vari interventi di revisione per eliminare le tracce di umidità. Nel 1996, a seguito del distacco di un ampio frammento di intonaco e di parte della cornice polilobata, la Sala venne nuovamente chiusa fino al restauro del 2004 che ne consentì la riapertura al pubblico.
Descrizione dell'intervento
La nuova operazione di completo restauro della Sala ha lo scopo di presentare la sala con il suo equilibrio cromatico e delle tonalità luminose originale, attraverso una pulitura complessiva di tutte le superfici affrescate e delle cornici a stucco rispettosa dei materiali costitutivi.
Prima dell’inizio dell’intervento di restauro è prevista una ricognizione delle superfici decorate per verificare in maniera puntuale tutte le problematiche presenti e per registrare sia le particolarità della tecnica esecutiva sia lo stato di conservazione dei dipinti murali. In questa fase preliminare si predisporrà la campagna di indagini diagnostiche con prelievo di microcampioni che forniscano approfondimenti scientifici.
In particolare, si prevede di eseguire le seguenti operazioni:
Si prevede inoltre di eseguire la pulitura di marmi e stucchi che decorano portone e nicchie dell’Anticenacolo.
L’intervento di restauro delle superfici decorate della Sala è accompagnato dalla sostituzione dei corpi illuminanti e dall’adozione di una tecnologia specifica per la gestione degli stessi.
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