Nell’ambito del generale progetto di valorizzazione e riorganizzazione dei fondi bibliotecari e archivistici del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, che prevede una revisione degli spazi collocati al Piano primo tra le stanze 36 e 43 corrispondenti in parte all’ambito già attualmente in uso ai servizi di Biblioteca e agli spazi allestiti a Museo, il presente intervento riguarda le lavorazioni previste per il cambio di destinazione d’uso della sala 37, dall’attuale utilizzo come aula didattica al futuro utilizzo come sala di lettura e consultazione. La stanza, che ha una superficie netta di 56 mq, è caratterizzata da una pavimentazione originaria in terrazzo alla veneziana e da superfici a marmorino con stucchi e cornici decorative alle pareti. Tutte le superfici presentano un elevato grado di deterioramento, generalmente legato alla vetustà delle stesse e puntualmente ad alcune situazioni di alterazione delle strutture che hanno comportato nel tempo la formazione di alcune fessurazioni. Si prevede pertanto un generale intervento di restauro conservativo, dal momento che la verifica della condizione strutturale degli elementi costitutivi (solaio, pareti, soffitto) ha dato esito positivo.
Per la nuova destinazione d’uso si rendono quindi necessari i seguenti interventi:
Costruito dal 1614-15 per affacciarsi sul canal grande, il Palazzo Pisani è stato oggetto di una critica letteraria equivoca. Nato per idea di Luigi e Almorò Pisani, il palazzo non è mai stato attribuito ad un architetto certo e purtroppo nemmeno la sua costruzione seguita da un buon capomastro, ragion per cui dopo vent'anni per un terremoto parte dell'edificio crollò. Si attribuisce comunque la progettazione a B. Manopola, proto di San Marco. L'assetto delle facciate del cortile interno discende dalle modifiche apportate nel XVIII sec. dal Frigimelica, che eseguì ampliamenti e sopraelevazioni del palazzo. Il progetto del Frigimelica presenta geniali soluzioni architettoniche: lo sdoppiamento del cortile interno al palazzo, con facciate famose per la plasticità chiaroscurale, assente nella facciata principale. L'architetto apportò variazioni agli elementi architettonici ottenendo quale risultato un netto distacco dai volumi della facciata principale. Lo spazio stretto e lungo del cortile interno è uno spazio insolito, risultante dalla demolizione di alcuni edifici che i Pisani avevano acquistato con l'intenzione di ampliare il cortile. L'architetto lo divide in due spazi: un loggiato è il nuovo elemento che funge da diaframma tra i due cortili. Difficile è l'attacco con le murature del primo cortile per via degli elementi decorativi già esistenti che si accostano a quelli nuovi, geniale è invece la soluzione dei capitelli bifronte utilizzati nella loggia per adattarsi ai due diversi stili presenti. Si crea un asse ortogonale a quello tradizionale della sala passante: asse alternativo che ha inizio dalla grande finestra a metà della sala principale, attraversa il primo loggiato che racchiude la sala da ballo e raggiunge il Canal Grande. Le soluzioni adottate pur non evocando l'architettura veneziana, appaiono tra le più geniali di tutta l'architettura lagunare.
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