Nel nucleo di dipinti leonardeschi conservati a Capodimonte, la Madonna col Bambino occupa senz’altro un posto significativo ed è fra le opere più notevoli e affascinanti di Luini. Databile intorno al 1520, risente fortemente dei modelli e certo anche dei materiali autografi di Leonardo che l’artista lombardo poteva avere a disposizione, come il cartone della Sant’Anna oggi alla National Gallery di Londra. Il dipinto, restaurato negli anni ’30 del Novecento durante la direzione del museo di Sergio Ortolani, attualmente presenta una superficie pittorica notevolmente oscurata e opacizzata, lievi sollevamenti di colore e fori di insetti xilofagi. Il supporto ligneo presenta un leggero imbarcamento. Si prevede di realizzare alcune indagini per studiare la tecnica esecutiva del dipinto e per valutarne lo stato di conservazione: un’indagine radiografica e riflettografica per l’individuazione delle caratteristiche del supporto e degli strati pittorici, la fluorescenza X per identificare i pigmenti.. Saranno effettuate riprese fotografiche nelle diverse fasi dell’intervento in luce visibile, radente e della fluorescenza UV.
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte, istituto autonomo del MIBACT, rappresenta un unicum sul panorama nazionale ed europeo, con un’area espositiva di oltre 15.000 metri quadri e un patrimonio di circa 47.000 opere che vanno dal Duecento fino ai nostri giorni. Il Museo è immerso nel Real Bosco, che per il suo patrimonio storico, architettonico e botanico è stato definito nel 2014 il parco più bello d’Italia. Un’area verde che si affaccia sulla città e sul golfo di Napoli, il più grande parco urbano d'Italia frequentato gratuitamente da 1 milione di visitatori ogni anno, che si estende per circa 134 ettari con oltre 400 diverse specie vegetali. Tra i viali, disegnati con maestria da scenografo dall'architetto Ferdinando Sanfelice, si dispongono 16 edifici storici tra residenze, casini, laboratori, depositi e chiese, oltre a fontane e statue, orti e frutteti. Il sito sorge sulla Collina di Capodimonte e nasce come riserva di caccia di Carlo di Borbone. La Reggia è stata residenza reale per tre dinastie: i Borbone, i sovrani francesi Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat e i Savoia dopo l'Unità di Italia.
Il palazzo di Capodimonte viene fondato nel 1738 da Carlo di Borbone, re di Napoli dal 1734, per ospitare la collezione ereditata dalla madre Elisabetta, ultima discendente della potente famiglia Farnese. Visitare il Museo di Capodimonte, aperto al pubblico nel 1957, è come percorrere un manuale della storia dell'arte. Nelle sale si incontrano capolavori di arte medievale e moderna del calibro di Raffaello, Michelangelo, Tiziano, El Greco, Correggio, Parmigianino e Carracci. Al nucleo iniziale farnesiano si aggiungono le collezioni di arte napoletana, dal Duecento al Settecento, con opere per lo più provenienti dal territorio, di Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, Ribera, Luca Giordano, Francesco Solimena e Gaspare Traversi. Altro nucleo collezionistico importante è quello dell’arte napoletana dell’Ottocento, dal vedutismo della scuola di Posillipo, al realismo storico di Domenico Morelli e Filippo Palizzi, al classicismo plastico di Vincenzo Gemito. Unico in Italia il Museo di Capodimonte possiede anche una importante sezione di arte contemporanea con opere di Alberto Burri, Andy Warhol, Anselm Kiefer, Michelangelo Pistoletto. Nel percorso si attraversano ambienti sfarzosi, oggetti d'arte e di arredo e prodotti di lusso delle manifatture borboniche quali armi, sete e arazzi e la celebre Porcellana di Capodimonte, tra cui il salottino della regina Maria Amalia: un boudoir con le pareti interamente in porcellana policroma realizzato nel 1757-1759.
Descrizione dell'intervento
Il restauro del dipinto prevede la disinfestazione e il risanamento del legno di supporto e la revisione del sistema di sostegno; il fissaggio per ristabilire l’adesione degli strati pittorici; la pulitura della superficie dipinta, per rimuovere i depositi, le vernici e le integrazioni alterate. Le lacune saranno stuccate con gesso e colla e integrate con acquerelli e colori a vernice.
La cornice, in discreto stato di conservazione, presenta lievi sconnessioni e un diffuso oscuramento delle superficie dorata; si prevede di eseguire disinfestazione, consolidamento, pulitura, integrazione
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