La mostra è nata dalla volontà di valorizzare un dipinto di proprietà dei Musei civici di Macerata, la Madonna con il Bambino, di Carlo Crivelli (Venezia, 1435 circa- Marche, Ascoli Piceno o Camerino, 1495). Si tratta di uno dei rari pezzi di questo genere del maestro veneziano. In tutto le Madonne con il Bambino del pittore sono nove, di cui quattro conservate in Italia, tre negli Stati Uniti, una a Londra e una in collezione privata estera. L’opera di Macerata è la meno nota e studiata dell’artista a causa delle difficili condizioni di conservazione. Nell’occasione della mostra il dipinto è stato prima oggetto di un’accurata diagnostica scientifica e successivamente, sulla base di tali analisi, sottoposto a un delicato intervento di restauro che potrà restituirgli pienamente leggibilità e qualità, facendolo entrare di diritto fra i capolavori indiscussi del grande pittore. La mostra accosterà alla Madonna con il Bambino di Macerata restaurata altre selezionate opere di Carlo Crivelli, individuate sulla base di relazioni di carattere storico, collezionistico e iconografico, frutto di ricerche appositamente condotte da specialisti dell’artista.
La prima è la drammatica Pietà dell’Harvard Art Museums/Fogg Art Museum di Harvard, che fra il 1870 e il 1890 circa si trovava a Macerata, nella collezione del conte Augusto Caccialupi, da cui fu venduta prima a Roma e poi all’estero. Il quadro tornerà così per la prima volta in Europa dopo oltre un secolo e potrà dialogare con la Madonna di palazzo Buonaccorsi e con altri due dipinti di Carlo Crivelli, analoghi ai dipinti “maceratesi” per composizione e iconografia, oggetto anch’essi di recenti importanti interventi di restauro: la lunetta con la Pietà dei Musei Vaticani, in origine a Camerino, e la Madonna con il Bambino di Carlo Crivelli dell’Accademia Carrara di Bergamo, proveniente da un’imprecisata città delle Marche.
Si tratta dunque di una mostra fondata su solidi presupposti scientifici, basata su quattro preziosi pezzi del maestro veneto che consentono molteplici confronti e occasioni di conoscenza della pittura di Crivelli, della dispersione dei suoi dipinti, delle trasformazioni che l’opera d’arte incontra con il passare del tempo. Un allestimento appositamente studiato, dotato di un apparato multimediale, renderà comprensibile e fruibile al più vasto pubblico la mostra permettendo così di cogliere le “relazioni meravigliose” che legano questi preziosi frammenti del passato al mondo di oggi.
Tra tali relazioni, la più evidente e naturale è quella fra le opere e i loro contesti originari. La mostra non solo riporterà “a casa” opere disperse dalle Marche, ma potrà fungere da “porta di accesso” al territorio regionale dove si trovano ancora oggi molti dipinti di Carlo Crivelli, del fratello Vittore e dei loro seguaci
Nel cuore di Macerata sorge il settecentesco Palazzo voluto dalla famiglia Buonaccorsi in seguito al conseguimento del patriziato cittadino nel 1652 e all'investitura a conte di Simone Buonaccorsi nel 1701 da parte di papa Clemente XI. La costruzione del palazzo è il risultato di complesse vicende edilizie che vedono, a partire dal 1697, l'aggregazione di edifici preesistenti su progetto dell'architetto romano Giovan Battista Contini allievo del Bernini. Nel 1718 l'intervento di Ludovico Gregorini completa il palazzo con la realizzazione del cortile interno e del giardino all'italiana di cui rimangono la balaustra con i vasi ornamentali di Antonio Perucci e le tre statue raffiguranti Ercole vincitore in pietra d'Istria, opera dello scultore padovano Giovanni Bonazza. All'interno, l'ampio atrio pavimentato in legno di quercia, la loggia e i saloni decorati, i soffitti a cassettoni e le pitture di soggetto mitologico dell'appartamento nobile offrono alla vista dei visitatori preziosi momenti barocchi e rococò, il cui fasto raggiunge l'apice nel Salone dell'Eneide. Decorato nella volta a botte con le Nozze di Bacco ed Arianna da Michelangelo Ricciolini e ornato alle pareti con un ciclo di dipinti su tela commissionati ai maggiori artisti del tempo, celebra le gesta dell'eroe virgiliano in funzione encomiastica. Proprietà del Comune dal 1967 e sede dell'Accademia di Belle Arti fino al 1997, il palazzo ospita oggi le collezioni comunali: il museo della carrozza e le raccolte di arte antica e moderna
Scopri come comunicare, promuovere e far votare il tuo progetto
Utilizza la newsletter e i social media per raccontare il tuo progetto e il concorso. Chiedi a tutta la tua community di votare e di condividere il concorso tra i loro amici.
Condividi ogni contenuto utilizzando l’hashtag ufficiale #concorsoartbonus2024. In questo modo sarai rintracciabile da tutte le persone che lo utilizzeranno e potrai ampliare la tua community.
Metti in evidenza sui tuoi canali social un post che promuova il progetto. Ricordati di inserire il link alla pagina di votazione e di chiedere in modo chiaro alla tua community di votare.
Coinvolgi un testimonial o un influencer che possa dare visibilità al tuo progetto e promuovere il concorso nella propria fan base.