Il dipinto "Veduta del giardino della villa Richiedei" di Angelo Inganni è un vero e proprio unicum nella tradizione pittorica lombarda, se non addirittura italiana, dell’Ottocento. Fu esposto a Brera nel 1859 dopo che già una versione precedente del soggetto era stata presentata all’esposizione milanese del 1845. Nell’ampia tela l’aspetto vedutistico e prospettico, rilevabile nella descrizione del giardino all’italiana, si fonde con il naturalistico paesaggio del colle della Santissima, ricoperto di vigne. Alla neogotica residenza gussaghese dell’Inganni corrisponde in basso, prospiciente il parterre, la prospettiva moresca edificata nel 1836 da Rodolfo Vantini, in seguito ampiamente rivisitata. Il giardino è animato da eleganti personaggi, a passeggio o in piccoli gruppi di conversazione, ritratti durante un ricevimento offerto dal padrone d casa, Paolo Richiedei, riconoscibile sulla sinistra nell’atto di accogliere l’arrivo di una dama giunta in carrozza.
In primo piano è seduto l’anziano pittore Luigi Basiletti e accanto a lui lo stesso Inganni, che si autoritrae nell’atto di schizzare la veduta del giardino. Nella signora lì a fianco con un ombrellino da passeggio è da riconoscere la moglie dell’artista, Amanzia Guérillot.
La rappresentazione dell’ospitale cenacolo di Paolo Richiedei rimanda alla tradizione delle conversation pieces della tradizione inglese, alla quale si sovrappone la tradizione bresciana della pittura di paesaggio, incarnata in particolare da Luigi Basiletti. A lui rimanda anche la descrizione dello spazio naturale come un grande giardino umanizzato.
A parte i precedenti pittorici e i significati narrativi, per altro non del tutto chiariti dagli studi, rimane la sorprendente monumentalità dell’opera, che presenta dimensioni abitualmente riservate ai soggetti di storia e alle scene sacre. Con la grande tela, Inganni seppe superare i limiti imposti dal genere del paesaggio, dando vita a una vera e propria celebrazione della società bresciana di metà Ottocento.
Descrizione dell'intervento
L’intervento sul dipinto prevede una preliminare puntuale osservazione in luce naturale, radente, trasmessa e UVA e relativa documentazione fotografica prima dell’intervento.
I pregressi restauri, che intervennero sul degrado degli elementi costitutivi, attualmente rivelano difetti che pregiudicano un’armoniosa lettura della composizione pittorica.
La criticità di conservazione perdura nell’adesione della pellicola pittorica e nell’aderenza delle vecchie stuccature al supporto. Quest’ultimo, che attualmente sembra assolvere alla sua funzione portante, andrà capillarmente analizzato per verificare soprattutto la conservazione della tela di rifodero. Considerando la morfologia superficiale della pellicola pittorica, così alterata dalle toppe e dalle vecchie stuccature, si presume di dover intervenire in maniera radicale per eliminare la vecchia fodera e attutire il più possibile i difetti derivanti dai vecchi interventi.
Pertanto sembra non si possa escludere un intervento di sfoderatura e di rifoderatura, da eseguire con adesivi sintetici.
Per determinare il tipo di restauro si procederà con il preconsolidamento della pellicola pittorica e la pulitura della superficie, indispensabile per rilevare con esattezza l’estensione delle vecchie reintegrazioni.
L’operazione di pulitura verrà fatta in seguito ai test per la scelta del solvente più idoneo alla rimozione della vernice e dei ritocchi nel rispetto della cromia originale.
Contestualmente verrà valutata la funzionalità del telaio, per il quale va ripristinata la possibilità di espansione: se la rimozione delle placche angolari non compromette la stabilità della struttura, questa sarà dotata di nuovi tensori metallici che assolvono contemporaneamente alla funzione di espansione e di rinforzo. In presenza di lievi attacchi da parte di insetti xilofagi verrà eseguito il trattamento antitarlo. Se il degrado del telaio fosse eccessivamente avanzato si provvederà alla sostituzione dello stesso con nuovo telaio in legno di abete stagionato dotato di incastri angolari mobili e tensori metallici.
Qualora si riuscisse a privilegiare un intervento meno invasivo, conservando la vecchia foderatura, verranno effettuate operazioni capillari di consolidamento del colore e di ripristino della planarità della superficie.
In ogni caso le vecchie stuccature inadeguate per morfologia e dimensione verranno sostituite; in presenza di lacune che interessano non solo la pellicola pittorica, ma anche il supporto originale, si prevede il ripristino della continuità del supporto stesso mediante inserti affini per tramatura.
Viene proposta una reintegrazione pittorica mimetica, effettuata con colori a vernice.
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