L’intervento è stato realizzato dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, in cofinanziamento con la Fondazione Compagnia di San Paolo e con la Fondazione CRT, sotto la supervisione scientifica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Torino.La chiesa è uno dei capolavori del Barocco europeo e tra gli edifici più innovativi della capitale sabauda, uno spazio unitario, pensato interamente avvolto dalla luce della Grazia divina.
Al centro è l’Altare maggiore - finanziato da Madama Reale Maria Giovanna Battista di Nemours - fulcro della complessa macchina scenografica e prospettica progettata da Guarini.
L’intervento di restauro e valorizzazione dell’Altare, del presbiterio e del coro ha consentito la restituzione estetica e riportato ad un corretto ed equilibrato stato conservativo, grazie ad un’attenta pulitura, integrazioni adeguate e rifiniture calibrate, nel profondo rispetto di un patrimonio prezioso.
Per valorizzare al meglio l’Altare Maggiore, l’area presbiteriale, il coro e le cappelle laterali è stata ripensata l’illuminazione degli spazi. Dopo la rimozione dell’impianto esistente, sono stati installati nuovi corpi illuminanti meno impattanti visivamente e molto più efficienti, sia in termini di qualità e controllo della luminosità, sia di drastico risparmio energetico, al fine di creare un effetto luminoso armonico.Il 10 agosto del 1557, giorno dedicato a San Lorenzo, Emanuele Filiberto di Savoia sconfigge a San Quintino, nelle Fiandre, l'esercito francese. Per celebrare la vittoria fa voto di edificare a Torino un luogo di culto dedicato al santo.
Il duca, a causa della guerra, non aveva risorse economiche sufficienti per edificare una nuova chiesa. Egli decide quindi di dedicare a San Lorenzo l’esistente chiesetta di Santa Maria ad Praesepem, adiacente alla sede della corte ducale e risalente al XXII secolo. Nell’attesa di ampliare l’edificio preesistente, Emanuele Filiberto fa restaurare la cappella e fa erigere un nuovo altare.
Nel 1634 la cappella ducale viene ceduta ai padri Teatini che avviano la costruzione di una chiesa di maggiori dimensioni. I lavori procedono a fatica fino all’anno 1668 quando viene incaricato di seguire il cantiere Guarino Guarini. Egli progetta ex novo la chiesa e ne segue la costruzione fino al 1680, quando viene consacrata e aperta al culto.
L’edificio progettato dal Guarini presenta una pianta centrale costituita da un grande spazio ottagonale racchiuso in una forma quadrata. Sul perimetro sono collocate sei cappelle radiali, collocate all'interno di nicchie alternativamente rettangolari e semicircolari, mentre rimangono liberi il lato d'ingresso e quello opposto, dove si apre il presbiterio a pianta ellittica con annesso coro.
L’area del presbiterio risulta autonoma rispetto all’impianto dell’aula principale. Essa presenta una pianta ellittica ed è sormontata da una volta a nervature intrecciate, che, incrociandosi, descrivono una stella di Davide. Una volta ultimata la copertura della chiesa, attorno gli anni ’70 del XVII secolo, si dà inizio alla decorazione degli interni. Guarini ha progettato l’intero apparato decorativo dell’aula, delle cappelle e del presbiterio, prevedendo l’utilizzo di una gran varietà di marmi policromi, provenienti da tutta Italia, combinati con stucchi bianchi.
L’Altare Maggiore è stato finanziato da Maria Giovanna Battista di Savoia e iniziato solamente una volta ultimati gli altri sei altari minori. Guarini realizza per la prima volta a Torino un altare “alla romana”, nel quale la mensa è isolata e la pala con l’effige del santo è arretrata e addossata alla parete di fondo del coro.
Nel 1683, alla scomparsa dell’architetto, l’altare non era ancora ultimato. La sua realizzazione verrà conclusa verso metà degli anni ottanta e verrà consacrato nel 1696.
La facciata progettata dal Guarini non fu mai realizzata e il fronte della chiesa è stato reso stilisticamente omogeneo all'ala di Palazzo Chiablese e all'architettura di Palazzo Reale, così da non spezzare l'unità dello scenario urbano che garantiva l'immagine di ordine assoluto del potere sabaudo. Tra il 1829 e il 1831 la cupola e le cappelle furono decorate dal pittore Pietro Fea.
La chiesa venne affidata nel 1838 alla Congregazione dei Preti della Real Chiesa di San Lorenzo.
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