Istituita fin dalla fondazione di Palmanova, la carica di provveditore generale era considerata fra le più prestigiose della repubblica veneziana. I patrizi che riuscivano ad accedervi potevano aspirare, se già non lo possedevano, al titolo di procuratore di San Marco e, di conseguenza, a quello eventuale di doge. Il passaggio di alcuni di loro è ricordato in numerose iscrizioni disseminate nella città, ma solo a pochi venne riservato il privilegio di una raffigurazione artistica. Quasi a voler distinguere coloro che si erano prodigati maggiormente nella sfera religiosa da quelli più attivi in quella militare e civile, si trovano due serie di ritratti: una, accessibile a pochi e composta da dipinti, nella sacrestia del Duomo e, l’altra, sotto forma di undici sculture, nella pubblica piazza.
Ancora più intricata e incerta risulta l’identificazione dei personaggi raffigurati. In seguito a una decisione del Senato veneziano, presa il 15 dicembre 1691 per impedire il culto della personalità di singoli funzionari della repubblica, le iscrizioni e gli stemmi scolpiti sui piedistalli vennero cancellati. Il provveditore Domenico Bragadin, in data 12 marzo 1692, nel comunicare l'avvenuta cancellazione, precisava che piedistalli e statue non erano stati rimossi per mancanza di fondi nelle casse palmarine. L'unica epigrafe di cui si conosce il testo, riprodotto in un manoscritto di famiglia, è quella dedicata al provveditore Giovanni Sagredo, in data 1660. Attualmente si può dare per certa l’identità di quattro statue mentre, di un quinto provveditore, si conosce il nome ma non l'effigie. Partendo da tali certezze e grazie a un gioco di incastri e deduzioni, tutte le statue possono essere datate con maggiore attendibilità. (di Antonio Manno).
Descrizione dell'intervento
Trattamento biocida per eliminare gli organismi vegetali che alterano la materia lapidea sia cromaticamente, sia fisicamente, si applicherà un disinfettante ad ampio spettro d'azione. Il biocida potrà essere applicato più volte, fino alla completa devitalizzazione dei biodeteriogeni. Fissaggi. Le nuove esfoliazioni e scagliature, eventualmente riscontrate, saranno fatte riaderire iniettando una resina acrilica in soluzione acquosa. Pulitura. Una volta accertata la morte di alghe, muschi, licheni e piante superiori sarà possibile iniziare la pulitura meccanica, per asportarli dalla superficie lapidea. A tale scopo si utilizzeranno spazzole di saggina, di setola e spazzolini di varia durezza, unitamente a bisturi e specilli, con un costante apporto di acqua. La rifinitura della pulitura avverrà mediante l’uso di vapore erogato a pressione controllata. Stuccature. Le stuccature compromesse verranno rimosse e riproposte con una malta a base di calce idraulica naturale Lafarge e sabbia di fiume, eventualmente corretta con pigmenti naturali in polvere. Incollaggi. I frammenti lapidei pericolanti, verranno incollati con resina epossidica bicomponente e quindi stuccati con la malta naturale. Aggregazione superficiale e protezione finale. Per rallentare i fenomeni di alterazione dovuti principalmente agli agenti atmosferici, in particolare cercando di impedire all’acqua di penetrare nella porosità delle pietre, si stendere un prodotto protettivo idrorepellente non filmogeno ad alta penetrazione (Hydrophase) sulla pietra dei basamenti, e una cera microcristallina ad alto punto di fusione sciolta in acqua ragia minerale (R21) sulle statue.