Il nucleo centrale della Guarneriana è la sua Sezione Antica, con un patrimonio strettamente legato al lascito iniziale di Guarnerio d’Artegna (1466) e di mons. Giusto Fontanini (1736), e che si è accresciuto nel tempo grazie a molte donazioni e lasciti, e che oggi è ricco di 600 codici manoscritti, 84 incunaboli, 700 cinquecentine, e comprende circa 12.000 edizioni a stampa antiche.
Oggetto dell'intervento sono n. 5 manoscritti del Fondo Antico (mss. 66, 88, 172, 173 e 220):
66 - Cicerone, Tusculanae disputationes - Si tratta di un codice membranaceo, che contiene le Tusculanae disputationes di Cicerone, copiato da Marco da Spilimbergo, figlio del maestro Giovanni da Spilimbergo, tra 1448 e 1452. È segnalato nell’inventario di Guarnerio del 1461 ed è possibile riconoscervi la mano di Guarnerio in diversi notabilia, correzioni, integrazioni e glosse..
88 - Valerii Maximi Dictorum factorumque memorabilium lib. I- IX - Si tratta di un codice in pergamena, copiato intorno al 1448 da Marco da Spilimbergo, figlio del maestro Giovanni., con sensibili variazioni di modulo, prima minuto, poi, via via più grande. Il codice è già identificabile nell’Inventario di Guarnerio datato 1456. Oltre che in quello del 1461. È arricchito di una sola miniatura a carta 1r, iniziale a nastro con brevi terminazioni fogliacee, profilata e puntinata a biacca, su fondo oro bulinato e intrecci vegetali di colore viola e verde. La legatura è coeva in tavolette di legno rivestite di pelle con impressioni a secco.
172 Sermones praedicabiles - Si tratta di un codice cartaceo, datato XV secolo, che si apre con la locuzione “Estote parati quia qua hora...” (Luca 12,40). Non vi sono praticamente studi sul codice.
173 Sermones praedicabiles, Vita s.Antonii, Vita s. Mariae Aegyptianae; Historia Theophili episcopi, et al. - Si tratta di un codice cartaceo, datato XV secolo, in scrittura “bastarda”, con iniziali calligrafiche solo parzialmente ritoccate in rosso a cc. 11v e 12r. La legatura è in cartone bianco con dorso rinforzato in pelle, tipica del restauro settecentesco. Il codice è menzionato nell’Inventario del 1461.
220 Epistolario di Antonio Panciera - Il ms. 220 è noto come Epistolario di Antonio Panciera, ed è un codice di grande importanza per la storia del Patriarcato di Aquileia, di cui il Panciera fu al vertice prima di venire nominato cardinale. Si tratta di un codice interessantissimo, scritto su commissione del Panciera nel 1415 circa. A c. 1r il cardinale è raffigurato nella porzione di sinistra della pagina, fronteggiante la figura di un re con falcone a destra, mentre due angeli, con un giglio e un cartiglio in mano affiancano lo stemma del cardinal Panciera nel margine inferiore della pagina.