I Musei del Bargello sono di rilevante interesse nazionale senza scopo di lucro, dotati di autonomia scientifica, finanziaria, contabile e organizzativa. Tra la proprie finalità hanno il compito di tutelare, conservare, esporre al pubblico e valorizzare le proprie collezioni e i monumenti al fine di contribuire alla salvaguardia e alla fruizione del patrimonio culturale, nonché di promuovere la ricerca e gli studi nel settore della storia dell’arte e dell’architettura, sia con risorse interne sia in collaborazione con partner nazionali ed stranieri e di curarne la diffusione presso il pubblico e la comunità scientifica. I Musei del Bargello perseguono altresì il compito di far apprezzare il valore culturale, sociale ed economico dei beni in esso contenuti e del suo complesso patrimonio culturale, storico e architettonico diffuso nella città di Firenze. In ottemperanza all’art. 9 della Costituzione, l’attività del Bargello è mirata in via prioritaria alla tutela del patrimonio culturale, alla promozione e sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Essa è ispirata ai principi di imparzialità, buon andamento, trasparenza, pubblicità e responsabilità di rendiconto (accountability).
I Musei del Bargello costituiscono un gruppo unico di cinque edifici monumentali, luoghi simbolici della vita civile e religiosa di Firenze dal Trecento in poi, che riuniti conservano la più importante collezione di scultura Italiana rinascimentale al mondo, con i capolavori di Donatello, Michelangelo, Cellini Giambologna e Bernini. Tra la fine dell’Ottocento e nel corso del Novecento, questi edifici monumentali – capolavori architettonici – furono trasformati in musei e arricchiti da collezioni di arti decorative di straordinaria importanza e varietà.
Descrizione dell'intervento
L’edificio, situato all’incrocio tra via de’Giraldi e via de’ Pandolfini, nelle immediate vicinanze del Bargello e della Badia Fiorentina, ha avuto una storia secolare e ha conosciuto diverse trasformazioni.
Della fase medievale di San Procolo sono ancora apprezzabili i volumi, l’impianto architettonico tardo-duecentesco, il paramento murario esterno, oltre ai lacerti di affreschi emersi nei recenti restauri in controfacciata: i saggi infatti hanno evidenziato più livelli, tra cui specchiature marmoree e candelabre vegetali trecentesche e notevoli tracce, risalenti all’ultimo quarto del Duecento.
Il resto dell’edificio ha invece ricevuto, tra Cinque e Settecento, significative modifiche che hanno riguardato l’orientamento della chiesa (ribaltato nel 1622), la decorazione interna, gli altari in stucco e i relativi arredi, adattati e aggiornati negli anni Quaranta del Settecento.
Nel 2019, in occasione della messa in vendita da parte dei proprietari, lo Stato, su proposta della Soprintendenza fiorentina, è intervenuto esercitando il diritto di prelazione per l’acquisto e oggi la chiesa di San Procolo fa parte dei Musei del Bargello.
L’edificio è stato sottoposto a verifiche strutturali, sono stati avviati progetti per la diagnostica e saggi nella controfacciata per stabilire un capitolato di intervento. Sono stati programmati i seguenti lavori: prosecuzione del restauro e studio della controfacciata con individuazione dei livelli da recuperare; pulitura e consolidamento delle pareti laterali con decoro settecentesco; revisione degli infissi e miglioramento dell’accessibilità.
I fondi Art Bonus saranno destinati al restauro delle 6 pale d’altare, in buona parte coeve con l’ultima redazione della chiesa e databili agli anni quaranta del Settecento che sono attualmente nei depositi della Soprintendenza, bisognose di interventi e alcune ancora con i danni arrecati dall’alluvione del 1966 che saranno ricollocate negli altari di pertinenza in San Procolo e al restauro delle lapidi in marmo policromo gli elementi lapidei di maggiore pregio posati sul pavimento dell'edificio.
I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali.
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