Il dipinto, esposto a Brera nel 1837 su commissione di Rosa Poldi Trivulzio, alla mostra di Torino del 1866 risultava di proprietà del conte Stefano Stampa. Il dipinto del d'Azeglio, un indagine sulla manifestazione terrifica e sublime della natura di sapore pre-romantico, godette di molta fortuna, tanto che venne riproposto più volte: nel 1838 su commissione del conte Spiridone Papadopoli e al Concorso di Paesaggio a Brera negli anni 1844 e 1845.
Descrizione dell'intervento
L’opera si presentava in avanzato stato di degrado, erano evidenti sulla superficie depositi incoerenti, tracce di precedenti interventi di restauro alterati ed attacchi microbiologici. La tela appariva lassa e vi erano 4 lacerazioni con inserimento di toppe che si sono evidenziate lasciando la loro impronta sul film pittorico. Così pure il telaio, a seguito della scarsa planarità della tela che vi si appoggiava, ha prodotto un danno pressoché irreversibile lasciando l’impronta impressa sulla superficie dipinta. Gli strati pittorici mostravano un’importante crettatura da essicazione dell’olio utilizzato come medium ed inoltre presentavano svariati danni accidentali che hanno in più zone lacerato la tela, con conseguente perdita irreversibile del film pittorico. La cornice originale e dorata necessita anch’essa di restauro in quanto è in più zone danneggiata, presenta ingenti cadute e perdite degli intagli angolari.
L’intervento di restauro ha avuto inizio togliendo la cornice lignea d’orata all’opera, quindi è proseguito con le operazioni preliminari tra cui la pulitura dai depositi incoerenti presenti sul verso della tela di supporto, rimuovendo polvere e impurità. Successivamente, sono state asportate le toppe ed è stata eseguita una pulitura più approfondita della tela. L’opera è stata smontata dal suo telaio ed è stata montata su telaio interinale per garantirne la giusta tensione e stabilità. La prima operazione di pulitura eseguita sulla superficie pittorica è stata un’accurata spolveratura con microaspiratore e pennelli a setole morbide, durante la quale sono stati rimossi i depositi incoerenti. Sono stati eseguiti i test di solubilità per identificare i materiali supportanti e i solventi idonei. Terminata la pulitura sono state applicate speciali calamite, supportate dall’aggiunta di umidità, per riposizionare i lembi di tela delle lacerazioni. Si è proceduto al riposizionamento corretto dei lembi di tela dei tagli e all’inserimento di fibre di lino della stessa grammatura dell'originale, ricuciti testa a testa attraverso punti di poliammide così come gli innesti eseguiti nelle zone lacunose, che hanno restituito all'opera la sua integrità. Per garantire stabilità e resistenza nelle zone ricucite, è stata applicata una tela di rinforzo. Dopo queste operazioni, la tela è stata rimontata e ritensionata sul nuovo telaio. Sono state eseguite le stuccature delle lacune degli starti pittorici limitrofi agli strappi, utilizzando una miscela di gesso e colla. Le stuccature sono state dapprima rasate con bisturi e successivamente è stata eseguita la lavorazione plastica della superficie di gesso e colla per l’adeguamento all’area circostante. L’ intervento pittorico è stato per lo più localizzato sulle stuccature ed è stato eseguito ad acquerello. L’opera è stata così verniciata a pennello con Regal Retouching Varnish e dopo gli ultimi ritocchi necessari con colori a vernice è stata eseguita la verniciatura finale per nebulizzazione.
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