Il dipinto "LA MADONNA DEL CARMINE E SANTI CARMELITANI" sul piano documentativo riveste una significativa importanza, in quanto è tra le prime testimonianze presenti in Sicilia di opera realizzata con la tecnica della pittura a olio su tela. Per le sue dimensioni fu necessario unire con cucitura tre pezze da cm. 80 caduno, esse hanno una trama quadra semplice piuttosto densa, ottenuta da un filato medio- fino di fibra di lino. Sulla sua superficie, priva dello strato di preparazione e/o mestica, probabilmente la tela fu imbibita di olii siccativi su cui poggia direttamente la pellicola pittorica, ottenuta da impasti piuttosto corposi, specie per le parti chiare e/o in luce, mentre le parti scure, sfruttano direttamente il tono brunastro del supporto in tela, probabilmente già imbibito di olii siccativi. Oltre alla stesura dei colori è presente una doratura, in particolare della raggera a mandorla che si sviluppa tutt'intorno alla figura della Madonna. Si tratta di foglia in oro applicata con la tecnica a mordente e/o missione.
Descrizione dell'intervento
Interventi operativi
Dipinto
Cornice
Interventi di restauro
Il nuovo intervento è stato indirizzato esclusivamente al recupero estetico del dipinto con una operazione di pulitura, atta a rimuovere le sovrapposizioni pittoriche per riportare alla luce, se pur danneggiato e/o compromesso, il colore originale. Limitatamente ai volti della Madonna e del Bambino, prima di procedere alla rimozione totale delle ridipinture che le ricoprivano, si è scelto di procedere con delle indagini diagnostiche, per verificare le condizioni conservative, specie dei volti originali. Sono state effettuate delle indagini radiografiche ai raggi x che hanno consentito di potere avere una visione delle immagini sottostanti. Accertato il loro ottimo stato di conservazione, la rimozione delle ridipinture di entrambi restauri che ne avevano stravolto anche la bellezza espressiva è stata eseguita senza esitazioni.
A tale scopo la pulitura è stata selettiva e divisa in più passaggi, dettati dalla necessità di individuare in maniera netta i due principali interventi di restauro. Il fine è stato quello di capire l’entità di degrado verificatesi, sulla pellicola pittorica, nell’arco temporale tra un restauro e l’altro.
Una prima fase, ha visto la rimozione delle vecchie vernici ossidate ed ingiallite. La seconda fase la rimozione delle ridipinture a olio ottocentesche e parti di dorature, specie della raggiera, che circonda il corpo della Madonna in quanto riproposta interamente con foglia in argento meccato.
La terza fase è stata mirata alla eliminazione delle precedenti ridipinture sei- settecentesche, anch’esse ottenute con colori a olio e le vecchie stuccature debordanti, che ricoprivano oltre le lacune di profondità, anche parte di colore originale. Le stesse dorature in foglia in oro, eseguite con la tecnica a ’mordente’ oleo – resinoso, aventi lo scopo di meglio evidenziare elementi decorativi, in modo particolare i moduli del damascato della veste della Madonna .
Ultimata la pulitura, le numerose lacune che sono emerse, di varie dimensioni con cadute di colore e con la tela originale a vista, erano soprattutto concentrate nel riquadro centrale, tra il fondo azzurro del cielo e le figure della Madonna con Bambino. Tenuto conto della loro diffusione ed estensione, in certi casi, tali da avere interrotto significativamente l’andamento formale. Tutto ciò ha indotto a procedere in modo selettivo e critico, con soluzioni atte a migliorare la generale lettura dell’opera evitando, nel particolare, false interpretazioni pittoriche. La nuova presentazione estetica si è basata sul rigore di scelte conservative atte a valorizzare scrupolosamente la qualità pittorica originale. A tale scopo sono state stuccate limitatamente le lacune di profondità date dalle vecchie chiodature e lungo le lacerazioni della tela originale. E’ stato messo a punto uno stucco composto da fibra di cellulosa, gesso di Bologna, con legante a base di carbossimetilcellulosa. Con colori ad acquarello si è proceduto a continue velature fino a raggiungimento a neutro e/o sottotono per le grandi lacune che non potevano dare nuove reinterpretazioni formali e quindi pittoriche. Sempre con velature di colore ad acquarello si è proceduto ad equilibrare tonalmente le parti di colore originale abraso , specie del fondo azzurro del cielo.
La protezione dell’intera superficie pittorica è stata effettuata con tre stesure di vernice opaca.
I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali.
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