La Villa medicea di Castello, sede dell'Accademia della Crusca, è una delle più antiche residenze suburbane della famiglia Medici, che la possedettero fin dal 1477. Nelle sue fondamenta presenta tracce di una torre medievale e dell'acquiedotto romano che discendeva da Monte Morello. Prediletta da Cosimo I, fu oggetto di particolari cure e il suo giardino, progettato nel 1538, un anno dopo l'ascesa al potere del giovane duca, venne studiato per celebrare il potere del principe attraverso la simbologia delle sue statue, delle fontane, e delle grotte. Dichiarata dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'Umanità nel 2013. Il tempo ha lasciato nella villa, quali segni tangibili del corso della storia, elementi storico-artistici di eccezionale valore, testimonianze materiali di un divenire ricco di eventi significativi, volontà di espressione, capacità di conformazione. La villa è stata la scena entro cui sono accaduti eventi di enorme importanza per la storia dell’arte e della cultura. È per questa villa che Botticelli dipinse La primavera e La nascita di Venere; è qui che Marsilio Ficino teneva i suoi insegnamenti a Lorenzo e Giovanni di Pierfrancesco, cugini del Magnifico; è per decorare questi ambienti che furono chiamati di volta in volta artisti del calibro del Volterrano o Raffaellino del Garbo. Passata in seguito ai Lorena, che modificarono notevolmente il giardino e dotarono di ornati pittorici vari ambienti della Villa, pervenne quindi ai Savoia che la donarono nel 1919 allo Stato. Destinata nel 1966 ad ospitare l'Accademia della Crusca, fu sottoposta dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici ad un ampio restauro, e consegnata quindi all'Accademia nel 1972.
Con l'intenzione di proseguire attraverso lotti distinti nel restauro della Villa Medicea di Castello e in base alle emergenze osservabili nella villa, si è valutato di intervenire come secondo lottonel restauro di alcuni elementi lignei dei prospetti, in particolare alcune delle persiane che versano in cattivo stato di conservazione.
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