L’intervento di restauro del dipinto a tempera e oro su tavola raffigurante Sant’Orsola con le compagne salva Pisa dall’alluvione è da considerarsi fondamentale per consentire la conservazione dell’integrità dell’opera e la sua valorizzazione e conoscenza attraverso le indagini diagnostiche e conoscitive preliminari. Il restauro sarà eseguito nel laboratorio allestito in una sala, visibile attraverso una vetrata, posta alla fine del percorso espositivo del Museo Nazionale di San Matteo, dando la possibilità ai visitatori di vedere i restauratori all’opera. L’interesse suscitato nei visitatori dai restauri effettuati in questo laboratorio “trasparente” è stato verificato in passato durante altri interventi realizzati con il contributo della Fondazione Pisa, su importanti opere del museo: il polittico di Simone Martini, la “Maestà” di Ugolino di Tedice, il “Redentore benedicente” del Beato Angelico, la Croce dipinta di Giunta Pisano.In occasione del termine del restauro e della ricollocazione del dipinto nel percorso espositivo del museo sarà organizzato un evento di presentazione, che darà ai visitatori la possibilità di conoscere il prezioso lavoro di recupero e di ricerca sul delicato manufatto. Il museo, mediante personale interno qualificato, ha inoltre avviato percorsi didattici, completamente gratuiti e finalizzati alla conoscenza della collezione rivolti alle scuole. “Sant’Orsola con le compagne salva Pisa dall’alluvione” farà parte di un nuovo percorso sull’allegoria della città. Al fine di monitorare il gradimento dell’iniziativa da parte dell’utenza, il museo predisporrà una serie di agili strumenti di valutazione destinati ai visitatori.
Il dipinto Sant’Orsola con le compagne salva Pisa dall’alluvione è opera di artista toscano, sec. XIV, tempera e oro su tavola, Inv. 1656, dimensioni: cm. 187 x 354 x 10,5 La peculiare tavola dipinta, più simile per le dimensioni e la raffigurazione ad un affresco che ad una pala d’altare, proveniente dalla Chiesa di San Paolo a Ripa d'Arno, poi trasferita nella casa di commenda già Grifoni, poi Pesciolini Veronesi, raffigura Sant'Orsola seguita da dieci Vergini che salva dalle acque la città di Pisa personificata da una fanciulla incoronata e con la veste ricamata con aquile imperiali. Tale iconografia lascia credere che essa fu dipinta come ringraziamento dopo uno scampato pericolo, forse una piena dell'Arno. Vasari (1568/1906) descrisse l'opera e la attribuì a Bruno di Giovanni, collaboratore di Buffalmacco negli affreschi di San Paolo a Ripa d'Arno. (Cavalcaselle Milanesi?) Tale attribuzione, ripresa da Supino (1894) e da Bellini Pietri (1906), che implicherebbe una datazione nella prima metà del XIV secolo, quando era attivo Buffalmacco, è stata respinta dalla critica successiva, che ha collocato l'opera nel tardo Trecento. Sirèn (1914) l'ha riferita a Turino Vanni o bottega, e così pure Van Marle (1925) . Lavagnino vi ha riscontrato derivazioni dai senesi Andrea Vanni e Bartolo di Fredi, mentre Vigni (1950) riferisce il dipinto ad un allievo pisano di Andrea da Buonaiuti quando questi nel 1377 affrescava in Camposanto Le Storie di San Ranieri. Carli (1961, 1974, 1994) definisce l'autore "Maestro di Sant'Orsola", un collaterale del cosiddetto "Maestro dell'Universitas Aurificum" (autore di un'opera conservata nello stesso museo di San Matteo e che reca in basso l'iscrizione UNIVERSITAS AURIFICUM...), rispetto al quale peraltro sarebbe superiore, e data l'opera verso il 1380. Caleca (1978) l'ha attribuita ad artista toscano della prima metà del XIV secolo.
Descrizione dell'intervento
Nell’intervento di restauro si prevedono le seguenti operazioni:
Si prevede il completamento degli interventi sopra indicati nell’arco di 12 mesi.
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