Immagini di Ripristino e valorizzazione dei parterres antistanti la Palazzina di Caccia di Stupinigi
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Immagini di Ripristino e valorizzazione dei parterres antistanti la Palazzina di Caccia di Stupinigi
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Il progetto fa riferimento ai parterres antistanti la Palazzina di Caccia di Stupinigi, che fanno da ornamento scenografico all’ingresso principale che dalla piccola esedra conduce al cortile d’onore e, quindi, al reale salone centrale e padiglioni limitrofi. Tale intervento si rende oltremodo necessario al fine di restituire il giusto decoro e prestigio al sito, in quanto, alla data attuale, i formali parterres sono notevolmente degradati per il disseccamento della siepe di bosso, dei cordoli lignei divelti e dei tappeti erbosi “spelacchiati”.  I parterres antistanti la Palazzina di Caccia di Stupinigi sono stati realizzati nel 2010 secondo il progetto dell'arch. Maurizio Momo con l’intento di ripristinare il disegno geometrico originale juvarriano, ritenendo i precedenti compartimenti neobarocchi di mano anonima e risalenti al secondo dopoguerra, quindi “fuori luogo”.

Per diritto di cronaca, si deve rilevare che, dal recente studio storico sul parco storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi redatto dal Prof. Paolo Cornaglia (Politecnico di Torino, D.A.D.), l’area antistante la Palazzina è sempre stata sgombra e solo dopo la Restaurazione inizia a essere occupata da prati segnati da percorsi diagonali, mentre i compartimenti neobarocchi sono a firma di Alessandro Scalarandis, capo-giardiniere, e databili al 1901.

Dal progetto dell’Arch. Momo, sono state costituite n. 20 nuove aiuole, perfettamente speculari e simmetriche (10 all'interno del cortile d'onore e 10 nella piccola esedra) suddivise da vialetti in ghiaia che collegano i principali accessi alla Palazzina, ognuna con il classico tappeto erboso contornato da siepi di bosso (Buxus spp.).

Di seguito si riporta la descrizione del piano di riqualificazione dell’area - ponderato nell'ottica delle odierne esigenze di una razionale gestione e sostenibilità manutentiva e ambientale e nel rispetto del disegno originario del sito stesso – preceduta da una sintesi sulla parte storica e attuale dell’area stessa.
Sintesi storica.
Dalla cartografia storica e dallo studio redatto dal Prof. Paolo Cornaglia (Relazione storica sul giardino della Palazzina di Caccia di Stupinigi, 2021, Politecnico di Torino – D.A.D.) si rileva chiaramente che l’area antistante la Palazzina era semplicemente un gande piazzale fino al periodo della Restaurazione. Risalgono a metà dell’800 circa i primi rilievi degli architetti- misuratori Foglietti e Tonta che riportano l’attuale disegno geometrico dei parterres.
Sarà il progetto di Alessandro Scalarandis (già capo giardiniere a Monza e insediatosi a Stupinigi nel 1900-1901) che rivoluzionerà completamente l’area realizzando dei grandi compartimenti di aiuole ornamentali (con piante a fioritura e fogliame) perimetrati da Buxus pumila, di gusto prettamente neo-barocco.
Verso la fine del ‘900, durante gli importanti restauri alla Palazzina, gli architetti Gabetti, Isola e Momo propongono anche il ripristino dei parterres antistanti “secondo il disegno originale juvarriano” (riferendosi, in realtà, alla cartografia di metà ‘800), ritenendo le aiuole neobarocche di autore anonimo e risalente al secondo dopoguerra e, quindi, “fuori luogo”.
Questo progetto sarà realizzato solo nel 2010 dall’architetto Momo con la costituzione di n. 20 nuove aiuole, perfettamente speculari e simmetriche (10 all'interno del cortile d'onore e 10 nella piccola esedra) suddivise da vialetti in ghiaia che collegano i principali accessi alla Palazzina, ognuna con il classico tappeto erboso contornato da basse siepi di bosso.
Secondo il prof. Cornaglia, questo intervento ha, di fatto, “…cancellato una fase del giardino ripristinando un disegno ritenuto più coerente con il disegno geometrico e territoriale improntato da Juvarra…..”.
Situazione agronomica-fitopatologica dei parterres.
Le condizioni di deperimento agronomico e coreografico sono state essenzialmente generate dalle gravi pressioni fitopatologiche e antropiche subite in questi ultimi anni, nonché dalle difficoltà economiche-manutentive interne e legislative per l’utilizzo di fitofarmaci in luoghi pubblici.

E’ opportuno rilevare che,fin dall'anno successivo al nuovo impianto, è stato necessario intervenire costantemente con trattamenti insetticidi e fungicidi (chimici e biologici) sulle siepi per la presenza di alcune fitopatologie causate da miceti come Phytophthora spp (agente di marciumi radicali) e Cylondrocladium buxicola (disseccamento fogliare) e da insetti come Psylla buxi e Cydalima perspectalis (piralide del bosso).
Nel 2020, anche a causa dell'epidemia Covid con relativo lungo periodo di lockdown, non è stato possibile intervenire tempestivamente ai primi segnali dell’infezione congiunta della piralide e del fungo Cylindrocladium buxicola, determinando così la perdita fatale di tutta la siepe di bosso.
Questi due nefasti patogeni rappresentano, ormai da anni, una seria minaccia per il prezioso, antico bosso in tutta Europa: reali giardini francesi, belgi, etc. sono stati depauperati o seriamente danneggiati proprio a causa tali agenti biotici, tanto che si stanno valutando e proponendo piante alternative.
Per quanto riguarda la lotta e/o la prevenzione, nel caso della piralide, vengono messe in atto diverse strategie che vanno dalla rimozione manuale delle larve, applicazione di trappole feromoniche, trattamenti con Bacillus thuringiensis e insetticidi di sintesi con risultati variabili anche a seconda delle fluttuazioni climatiche (in particolare temperatura e umidità). Nel caso dell'agente fungino, la situazione è decisamente più complicata: la lotta chimica è l'unica arma di contrasto disponibile, mentre sono in corso ricerche di specie e varietà geneticamente resistenti e di eventuali antagonisti.
Pertanto, alla data attuale e nel sito specifico di Stupinigi, la riproposizione di una siepe di Buxus sarebbe una scelta decisamente onerosa e oltremodo rischiosa.
Inoltre, si deve tenere conto che si tratta di un'area ad alta fruizione sia per l'afflusso dei visitatori sia per il passaggio veicolare (anche pesante per allestimenti, mostre e filmati automobilistici, etc.): questo determina una progressiva e rapida consunzione della componente verde per irriguardosi comportamenti, atti vandalici, oltre a notevoli difficoltà per la regolare manutenzione.
In particolare, la manutenzione del verde è “complicata”, oltre che dalle ormai croniche carenze di risorse umane, tecniche e finanziarie, da rigide leggi e regolamenti per la sicurezza e tutela dei fruitori (operatori compresi), quali, per esempio, il divieto assoluto di utilizzo di prodotti chimici (i cosiddetti “pesticidi”), fatte salve specifiche autorizzazioni fitosanitarie con chiusura totale e obbligatoria per almeno 2-3 giorni dell'area trattata.
Fermo restando che l'uso indiscriminato di fitofarmaci è assolutamente biasimevole, si deve essere consci che l’obiettivo di diventare “Free pesticide zone”, significa, sostanzialmente, la riscoperta e adeguamento di vecchi mezzi e tecniche manuali e meccaniche (zappature, scerbature manuali e con decespugliatore, etc.), fisiche (vapore, fuoco,….) e chimico-biologici (trappole feromoniche, antagonisti, acidi pelargonico e acetico, etc.), non facilmente applicabili ovunque, con un aumento esponenziale dei costi non sempre proporzionale ai risultati conseguibili (per esempio, si deve imparare a tollerare zone non perfettamente scevre da erbacce).
Infine, non si può tralasciare l’ormai evidente cambiamento climatico: siccità, alte temperature, stagionalità anomala, eventi atmosferici improvvisi e devastanti sono tutti fattori che incidono gravemente sul mondo verde.
Tutto ciò deve quindi farci riflettere al fine di avere la consapevolezza delle scelte tecnico-agronomiche e gestionali per i nostri giardini, per la loro conservazione e diffusione, ma anche per la sostenibilità ambientale (ed economica) prossima futura, perché il mondo vegetale non è materia inerte, ma sostanza viva e vivente.

Progetto di riqualificazione dei parterres
Tenuto conto di tutti gli elementi sopra descritti, la risistemazione dei parterres prevede, innanzitutto, l'eliminazione delle siepi morte e dei cordoli in legno, la revisione dell'impianto di irrigazione e la pulizia dei vialetti inghiaiati. I cordoli verranno sostituiti con altri in corten, materiale più costoso, ma, decisamente più robusto e duraturo nel tempo.
Per quanto riguarda la parte agronomica-botanica, sono stati formulati due interventi lievemente diversificati per la zona del cortile d'onore e per quella della piccola esedra:

  1. all'interno del cortile d'onore verrà evidenziato il disegno originale del giardino formale di alta rappresentanza: i tappeti erbosi saranno ripristinati con eliminazione dei dislivelli e trasemina di un miscuglio di graminacee (Festuca, Poa e Cynodon), a bassa manutenzione e resistenza a siccità e freddo. La siepe sarà riformata con piantine di Ilex crenata (anche denominata agrifoglio bosso), sempreverde del tutto simile al Buxus, ma non soggetta (per ora) a particolari e gravi malattie. Le piantine di Ilex dovranno avere un’altezza media di 30-40 cm, e saranno disposte con una densità di impianto di circa 6-8 piante/ml in modo da ottenere una siepe di “pronto effetto”. Per la preparazione del trapianto, sarà aggiunta la necessaria quantità di terra agraria di buona qualità e sarà ripristinata l’ala gocciolante per l’irrigazione localizzata. La messa a dimora è preferibile in autunno, oppure a inizio primavera, in caso di condizioni meteo avverse.
  2. nella piccola esedra, sito di maggiore fruizione pubblica, si è pensato di rimodulare la sobrietà dei parterres introducendo qualche nota di colore così da fare risaltare la loro forma e offrire al visitatore una maggiore percezione e sensibilità del giardino come ambiente aulico, ma, anche, naturale e ecologicamente sostenibile. Pertanto, i “classici” tappeti erbosi di graminacee saranno alternati con aiuole di specie perenni tappezzanti, sempre di minima altezza, con fioriture scalari.Nei parterres a prato si eseguirà la sistemazione dei dislivelli maggiori e la trasemina con il medesimo miscuglio di graminacee usato per quelli del cortile d’onore. Nelle aiuole prescelte per le tappezzanti-coprisuolo, si provvederà all’asportazione della cotica erbosa esistente, fresatura e aggiunta di buona terra agraria, quindi, si procederà (preferibilmente in autunno) alla messa a dimora di Lippia spp., Phlox spp., Verbena spp.e Erigeron spp. in bande alternate così da ottenere una gradualità temporale di fioritura. Nei due parterres erbosi di maggiori dimensioni, verrà definita una piccola area quadrata nella quale si posizioneranno Achillea spp. e Aster spp. per continuità del progetto. La densità di impianto sarà di circa 5-10 piante/mq a seconda della specie e delle dimensioni delle piantine in vaso. Per quanto riguarda la scelta di inserire le specie tappezzanti nei parterres, è opportuno ricordare che l’utilizzo di tali piante risale già al sec. XIX soprattutto per le zone dove il tappeto erboso aveva difficoltà di attecchimento. Infatti, si tratta di specie erbacee e arbustive (migliorate nel tempo grazie alla ricerca genetica e vivaistica) che hanno la capacità di ricoprire in tempi brevi porzioni di terreno anche in presenza di condizioni vegetative impegnative. Tra le loro principali caratteristiche, vi sono la ridotta esigenza di cure agronomiche, la dominanza sulle infestanti, la diminuzione nel tempo della manutenzione e la possibilità di creare cromatismi del fogliame e fioriture tali da conferire un notevole pregio ornamentale. Infine, la delimitazione dei parterres della piccola esedra sarà realizzata con una lineare e bassa cordonatura e adeguati garden labels informativi.

Piano di gestione e manutenzione
Al fine del mantenimento dell’intervento, è necessario, come per tutte le aree verdi, una corretta e costante manutenzione, in particolare:

  • per i tappeti erbosi è previsto il regolare taglio mulching, eventuali concimazioni e irrigazioni se necessarie.
  • per vialetti e piazzali sarà necessario intervenire con metodi meccanici-fisici e chimici per mantenere un livello minimo di infestanti.
  • Per la nuova siepe di Ilex, sarà avviato un costante monitoraggio dello stato vegetativo e delle condizioni climatiche ed eventuali sostituzioni delle piante deperienti. Per qualunque problematica fitopatologica che potrebbe insorgere, in stretta collaborazione con la ditta che ha fatto l’impianto, si provvederà agli interventi del caso.
  • Per la manutenzione ordinaria, sono previsti 2/3 interventi di potatura annuali della siepe e 2/3 interventi di eliminazione delle infestanti che invadono il perimetro basale della siepe, da eseguirsi manualmente (zappettatura, concimazioni, etc.) con apposita ditta di manutenzione.
  • Per i parterres con tappezzanti perenni sarà necessario, per almeno i primi due anni dall’impianto, eseguire un costante monitoraggio per le condizioni vegetative con eventuale rimpiazzo delle eventuali fallanze in stretta collaborazione con la ditta esecutrice. Saranno altresì necessari interventi di scerbatura, concimazione e/o concimazioni al fine di avere un corretto sviluppo delle piante.
  • Predisposizione di adeguati cartelli di sensibilizzazione e divieti, ed eventuali precuzioni per atti vandalici.

E’ altresì inteso che, dopo l'impianto e negli anni successivi, dovranno essere osservate particolari prescrizioni di tutela e salvaguardia di tutta l’area (cortile d’onore e piccola esedra, ma anche i grandi parterres con le siepi di ligustro), con specifica sensibilizzazione per la pubblica fruizione e, in particolare, con regolamento e sanzioni per organizzatori e allestitori dei vari eventi

 


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