Il progetto "Danza, riti e miti" si inserisce nell'attività di presentazione di spettacoli per diffondere e promuovere la cultura della danza e in generale del performativo e per sperimentare e innovare i linguaggi artistici, che trova compimento in Oriente Occidente Dance Festival (da 42 anni riferimento sia per la popolazione locale che per la scena nazionale e internazionale nella presentazione di spettacoli all’avanguardia che traducono il contemporaneo in forme e linguaggi artistici eterogenei). “Danza, riti e miti” è una riflessione sul significato del mito e del rito oggi, un interrogarsi, attraverso di essi, su quelle che sono le basi fondative, etiche e morali, della società. Il progetto presenterà 5 spettacoli internazionali che, tramite il linguaggio della danza, obblighino la società disgregata del post-Covid, a riflettere su cosa stia alle sue fondamenta calandone le narrazioni mitiche e rituali nel contemporaneo. La cultura, oggi più che mai, deve farsi tramite per una riflessione sul sociale e sui legami che lo compongono. Le 5 compagnie provenienti da Italia, Brasile, Spagna, Grecia e Sudafrica presenteranno i loro lavori, quasi tutti in prima nazionale, nella prima settimana di settembre 2022.
Si tratta di 5 spettacoli realizzati da Lia Rodrigues(Brasile), Roberto Zappalà(Italia), Rafaela Carrasco(Spagna), Koen Augustjnen e Rosalba Torres Guerrero(Grecia) e Vujani Dance Theatre(Sud Africa) e accomunati da una rilettura del mito e della ritualità alla luce del contemporaneo, aprendo una riflessione sulla comunità e su simboli e narrazioni che ne sono il fondamento.
Raffaella Carrasco rilegge solitudine e ricerca del se della figura femminile di Arianna con flamenco e musica dal vivo; Lia Rodrigues parla di collettività e incontro partendo dalla mitologia afroamericana; Naufragio con spettatore di Zappalà parte da Ulisse per indagare immigrazioni e naufragi partendo dalla danza ma passando anche per iconografia e opere pittoriche; lo spettacolo greco indaga i diversi stati emotivi legati alla perdita e le ritualità con le quali differenti culture li affrontano; Gregory Maqoma parte dal Requiem per parlare di morte, colonialismo e speranza con musiche e danze ibride e africane.
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