La piccola chiesa dedicata alla beata Lucia, annessa al complesso architettonico del brefotrofio, è stata progettata dall’architetto Paolo Posi nel 1740, contestualmente a parte degli edifici destinati ad ospitare l’istituzione assistenziale, voluta per espresso ordine di papa Clemente XII Corsini. Quest’ultimo incaricò, per l’attuazione del progetto, un apposito visitatore apostolico individuato in monsignor Martino Innico Caracciolo, uomo sicuramente capace e risoluto. Dagli accurati disegni di progetto di Paolo Posi, un tempo conservati presso gli uffici amministrativi (oggi purtroppo dispersi ma noti attraverso fotografie), è possibile avere una chiara idea dell’originaria impostazione e decorazione proposta dall’architetto per la parte dell’edificio dedicato al culto. La chiesa, infatti, doveva rispondere ad una serie di necessità dettate dagli statuti, già approvati nel 1739, per regolare al meglio la vita comunitaria dei numerosi bambini e ragazzi (sia maschi che femmine) ospitati nella struttura.
La posa della prima pietra dell’intera fabbrica del brefotrofio si data al 1741 ad opera del capo mastro muratore viterbese Giuseppe Prada e la conclusione dei lavori dell’intero immobile avvenne entro il 1750. Per quanto concerne la chiesa, in particolare, il compimento degli interni fu sancito dall’apposizione della pala nell’altare maggiore, realizzata dal pittore francese di nascita, ma romano d’adozione, Stefano Parrocel (1696-1776). Ciò è attestato dalla data e dalla firma apposta sul dipinto e dai documenti relativi all’invio della tela a Narni per interessamento del cardinale Castelli, visitatore apostolico e protettore dell’istituzione dopo monsignor Caracciolo.
Con l’arrivo a Narni del potente cardinale Agostino Rivarola, che rimarrà protettore e visitatore apostolico dell’istituzione per più di un ventennio, venne costruito dal capo mastro muratore narnese Filippo Mercoli, tra il maggio e luglio del 1822, l’altare laterale tuttora presente in chiesa. La pregevole tela che lo orna, raffigurante la Vergine Addolorata, fu appositamente dipinta dal pittore Filippo Agricola (1795-1857) sempre su commissione del Rivarola e, stando ai documenti, lì collocata nel 1824.
Con l’erezione del nuovo altare vennero obliterate le aperture (finestre e probabilmente almeno un accesso, vedi disegni di Posi) che davano nel portico sul chiostro, con una sostanziale modifica dell’impostazione dello spazio liturgico e della sua illuminazione
Agli inizi del Novecento, nell’ambito di una completa ristrutturazione e ammodernamento dei locali dell’istituzione, la chiesa subì un restauro che interessò sicuramente l’intero ambiente.
Da ultimo, con l’imponente intervento di ristrutturazione dell’intero immobile del brefotrofio degli anni intorno al 2000, nella chiesa è stata rimossa la pavimentazione in graniglia nell’aula, che ricopriva il cotto originale, come accennato in precedenza.
Descrizione dell'intervento
Il dipinto (HxL cm 280x158) appare piuttosto sporco, ingiallito e macchiato, con supporto allentato e rigido mentre la cornice presenta depositi di sporco e polvere oltre a circoscritti attacchi di insetti xilofagi. Al fine di risolvere definitivamente i fenomeni di degrado riscontrati, si prevede un intervento di restauro completo ed approfondito consistente in:
1a) Dipinto su tela:
1b) Cornice lignea: