Immagini di Le Digital Humanities per lo studio e la valorizzazione del patrimonio estense dell'Archivio di Stato di Modena: il carteggio di Lucrezia Borgia d'Este
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Immagini di Archivio di Stato di Modena
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Immagini di Le Digital Humanities per lo studio e la valorizzazione del patrimonio estense dell'Archivio di Stato di Modena: il carteggio di Lucrezia Borgia d'Este
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Immagini di Archivio di Stato di Modena
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Il progetto, elaborato nell'ambito del protocollo di intesa 2018 tra Comune di Modena, UNIMoRe, Fondazione di Modena e Gallerie Estensi, in collaborazione con Arcidiocesi di Modena-Nonantola, Archivio di Stato di Modena (ASMo) e Fondazione Modena Arti Visive, del protocollo attuativo 2021 tra ASMo e il DHMore-Centro Interdipartimentale di Ricerca sulle Digital Humanities e della Covenzione 2021 tra ASMo e Fondazione di Modena, intende promuovere la conoscenza e la valorizzazione di un nucleo di documentazione del patrimonio culturale estense conservato in ASMo: il carteggio di Lucrezia Borgia d'Este, indubbiamente un personaggio femminile fra i più affascinanti e controversi di tutti i tempi. Il progetto che si intende attuare prevede lo studio, il riordino, la descrizione e la digitalizzazione di un corpus di circa 280 lettere, oltre ad un intervento di messa in sicurezza a cura del Laboratorio interno di restauro. Le lettere, corredate da opportuni metadati descrittivi, saranno pubblicate on line sul sito internet dell’Archivio e sulla piattaforma Lodovico – la biblioteca digitale di Modena. Il progetto, inoltre, si inserisce nel più ampio contesto delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte della duchessa estense, le cui lettere, oltre a gettare nuova luce sui tanti volti di Lucrezia, consentono di approfondire il contesto storico-culturale delle corti rinascimentali, la rete di rapporti e legami intrattenuti, le strategie comunicative, e al contempo la grande attualità di questo personaggio. Aspetti che potranno essere ulteriormente approfonditi proprio grazie al ricorso alle più moderne tecnologie di digitalizzazione, edizione digitale e diffusione delle conoscenze.

Si ricorda che tutte le 727 lettere ad oggi note di Lucrezia sono state oggetto di edizione critica nel volume delle Lettere di Lucrezia Borgia (1494-1519), a cura di Diane Ghirardo, con la collaborazione di Enrico Angiolini, introduzioni di Anna Maria Buzzi e Patrizia Cremonini, MIBACT-Direzione Generale Archivi e Tre Lune edizioni, Roma-Mantova, 2020. Pubblicazione sostenuta congiuntamente dalla Direzione Generale Archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e dall'Associazione Soroptimist International Club Modena in occasione dei 60 anni dalla sua fondazione

L'Archivio di Stato di Modena deve la sua particolare fisionomia alla singolare longevità e continuità della dinastia d’Este poi d’Austria-Este, attiva dalla fine del XIII secolo al 1859. Cuore fondamentale dell’insieme documentario, che ne determina l’interesse internazionale, è infatti il complesso degli archivi estensi. Gli Este, quando dovettero abbandonare Ferrara e trasferirsi a Modena nel 1598, vi trasferirono altresì, pressoché integri, tutti i loro archivi. Questo patrimonio - che continuò a crescere a Modena praticamente senza alcuna cesura apprezzabile e che, ancora nel secolo XIX, trovò un diretto prolungamento in quello formatosi durante il dominio austro-estense - si presenta come il depositario della storia degli Estensi e del loro principato, quali che ne siano state di tempo in tempo la capitale e la configurazione territoriale. Una configurazione assai mutevole, che trova il suo nucleo centrale e duraturo, dal XIII secolo all’Unità d’Italia, nei marchesati poi ducati di Modena e Reggio, cui si aggregarono fino al 1598 quello di Ferrara e la cosidetta Romagna estense, per poi svilupparsi verso ovest, inglobando i principati di Carpi e Correggio , il ducato della Mirandola, la contea di Novellara e Bagnolo, gran parte della Garfagnana e della Lunigiana, per arrivare nel XIX secolo sino al mar Tirreno con l’acquisizione del ducato di Massa e Carrara.

Trasportato a Modena nel 1598, l'Archivio Segreto Estense, detto adesso anche Archivio Palatino, venne dapprima custodito nel castello in cui gli Estensi trovarono alloggio e fu poi definitivamente conservato presso il Palazzo Ducale edificato da Francesco I nella prima metà del Seicento.

Nel 1862, dal momento che il Palazzo Ducale era stato designato a sede dell'Accademia Militare, si decise di trasferire nel Palazzo di Governo anche l'Archivio Palatino e gli altri archivi conservati in Palazzo Ducale, determinando così di fatto la concentrazione degli archivi governativi a Modena.

Oggi il patrimonio dell'Istituto è costituito da poco più di 200.000 pezzi, di cui 14466 pergamene sciolte e 7398 mappe, per un totale di circa 30 km lineari di documenti suddivisi in 452 fondi, che coprono un arco cronologico che va dall’VIII secolo ai giorni nostri. L'Archivio rende disponibile agli studiosi questo immenso patrimonio, svolgendo attività di conservazione e valorizzazione.

 


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Archivio di Stato di Modena

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: 2

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