Caratterizzata da una tipologia residenziale che è al tempo stesso villa e palazzo, la Villa Bossi Benizzi Castellani è una delle tante abitazioni signorili di Azzate legate alle vicende dell’antica famiglia Bossi, feudataria del borgo e dell’intera valle circostante già nel XIV secolo ed in particolare nota a partire dal 1495.
La storia della Villa Bossi è legata pure ad altre casate a cui essa passò in seguito per eredità o per dote: dapprima alla famiglia Tettoni, quindi ai Benizzi, che conservarono anche il nome Castellani proveniente dalla linea materna; i Benizzi Castellani, poi rimaserono proprietari del palazzo, garantendone l’unità sostanziale, fino in epoca recente, quando la villa fu acquistata dal Comune.
E’ difficile stabilire con esattezza l’età dell’edificio che sorge probabilmente su preesistenze di origine medioevale. Una lapide muraria sulla facciata orientale parla di ampliamenti e rifacimenti ad opera degli stessi proprietari Giovanni e Matteo Bossi nel 1495.
Un piccolo pozzo conservato nel giardino porta incisa la data del 1604.
L’edificio attuale rimanda ad una tipologia formatasi tra il XVII e il XVIII secolo.
Dopo il Settecento la villa ha subito ulteriori modifiche. Ad eccezione del delizioso porticato che può farsi risalire ai primi decenni del XVIII secolo.
Meglio conservato è il volto più barocco dei saloni al piano nobile, quasi tutti con soffitti a cassettoni e motivi a passa-sotto riccamente decorati. Di fattura raffinata sono pure le fasce ad affresco che coronano i locali, la cui delicatezza ricorda le opere del varesino Magatti e della sua scuola.
Di particolare rilievo è anche lo scalone con una pregevole balaustra in marmo rosso: esso stabilisce una continuità spaziale con il porticato, sottolineata dalla ripetizione sul lato opposto della doppia arcata da cui ha accesso.
Nonostante i sensibili danni provocati dal tempo, la villa rivela ancora il tono aristocratico e colto che la distingueva. Anche se in parte legata al possedimento fondiario, essa presenta, come quasi tutte le grandi ville settecentesche del varesotto, un carattere essenzialmente signorile e residenziale, svincolato dalle vicende stagionali della proprietà agricola e maggiormente influenzato dalle esigenze dei rapporti sociali e degli interessi politico-amministrativi.
Il recente passato ha messo in evidenza la necessità di procedere con urgenti interventi di manutenzione straordinaria al fabbricato in oggetto, prevalentemente finalizzati alla messa in sicurezza della volta a soffitto della sala consiliare. Le precarie condizioni di staticità della grossa orditura del tetto, in correlazione alla necessità di mettere in sicurezza la volta “incannucciato” della sala consiliare sospesa alle medesime strutture lignee, suggeriscono di operare attraverso un intervento di restauro conservativo che prevede la realizzazione di nuove capriate lignee interposte tra le esistenti, caratterizzate dalla medesima tipologia statico/architettonica.
Descrizione dell'intervento
Obiettivo di questa prima fase del progetto (lotto 1a) è quello di rifare completamente il tetto della Villa essendoci situazioni critiche sia per quanto riguarda la stabilità delle travi di sostegno sia per le infiltrazioni di acqua che hanno prodotto cedimenti in diversi punti del soffitto della sala consiliare causandone l'inagibilità. Durante gli anni scorsi furono fatti interventi tampone che non diedero risoluzioni definitive come invece un inetrvento orgnico e funzionale può dare. Tutto questo senza modificare la parte estetica del tetto.