I polittici del Museo Castromediano di Lecce oggetto di questo intervento di restauro sono due. Il polittico più antico, attribuito a Lorenzo Veneziano, proviene dalla chiesa di San Giovanni Evangelista annessa al monastero delle Benedettine di Lecce ed è datato intorno al 1380. Il secondo polittico è attribuito alla bottega veneta di Alvise e Bartolomeo Vivarini, databile al 1463 e proviene dalla chiesa di S. Caterina di Galatina. Entrambi furono acquistati dal museo Castromediano nel 1872.
Descrizione dell'intervento
Il restauro su entrambi i polittici è durato circa un anno. Ha avuto inizio nel settembre del 2019 ed è terminato in agosto 2020.Come rilevato nella fase progettuale per entrambe le opere è stato necessario rimuovere parte dei precedenti restauri ai quali furono sottoposti i polittici nel 1876 ad opera del restauratore e pittore romano Domenico Primavera e, successivamente, nel 1934 mirato, quest’ultimo, al recupero dei supporti lignei ed effettuato dal restauratore fiorentino Riccardo De Bacci Venuti il quale risanò le tavole, eliminò le ridipinture e le patine posticce, ricostruì le parti mancanti nella parte inferiore del polittico di bottega Vivarini, consolidò gli strati preparatori e il colore, eseguì la parchettatura e fece sostituire le cornici rifatte, su tutti e due i polittici, sul modello delle originali.Dopo un esame complessivo dei supporti e della tenuta del sistema di parchettattura eseguita nel 1934, si è ritenuto utile conservarla procedendo ad un’azione di consolidamento del verso con resina Rexil cts a base di Regalrez 1126 in White spirit a bassa diluizione e, dove necessario, con microtassellatura in legno, previa disinfestazione da attacchi di insetti xilofagi: mediante camera anossica e con imbibizione Per-xil 10 cts a base di permetrina.Contestualmente è stata avviata un’accurata campagna diagnostica per lo studio dei materiali, della tecnica esecutiva e pittorica avvalendosi di indagini analitiche non distruttive quali esami riflettografici, radiografici, ultravioletti e misure colorimetriche al fine di descrivere la qualità dei colori e individuare stratificazioni non originali da rimuovere.Dopo un consolidamento localizzato degli strati preparatori e del colore è stato possibile avviare la pulitura con mezzi chimici e meccanici previa apertura di saggi di asportazione per la messa a punto delle giuste soluzioni di solventi. La pellicola pittorica che si presentava uniformemente offuscata da vernici, stuccature ed estese ridipinture alterate, è stata liberata dagli strati materici non originali permettendo di apprezzare l’estrema qualità pittorica sia pure, questa, si presentasse estremamente appiattita e consunta dalle aggressive, precedenti puliture.Là dove, nel caso del polittico dei Vivarini, il restauro del 1934 aveva integrato le vaste lacune di preparazione e colore si è prodeduto alla rimozione decidendo di lasciare a vista il supporto ligneo e scegliendo di reintegrare e stuccare solo le lacune di lieve entità e circoscritte. Per le sgranature si è effettuato un riequilibrio cromatico dell’insieme . In questo modo si è potuto constatare, su entrambe le opere, la raffinatezza della tecnica pittorica, fatta di stesure applicate in più strati di velature e a punta di pennello sottili. Le doratura dei fondi appariva solo in alcune zone consunta con preparazione a vista.Buono lo stato della cornice, reintegrata nelle parti mancanti sulla base ell’originale e la cui doratura è stata completamente rifatta e applicata a guazzo nel 1934.