Palazzo Reale di Genova è forse il più vasto complesso architettonico sei-settecentesco a Genova che abbia conservato intatti i suoi interni di rappresentanza, completi di affreschi e stucchi ma anche di dipinti, sculture, arredi e suppellettili. Palazzo Reale ha ospitato, negli spazi del Teatro del Falcone, questagrande mostra dedicata alla produzione di arredi e arti decorative a Genova nell’Ottocento, a partire dai mobili progettati e realizzati dal raffinato mobiliere inglese Henry Thomas Peters, presente a Genova per trentacinque anni. La sua attività rivoluzionò il settore dell’ebanisteria in città e sul territorio ligure, traghettandolo da una elegante pratica artigianale a un livello di produzione industriale e seriale di stampo moderno capace di rispondere tanto alle esigenze della committenza più colta e sofisticata, quanto ai più misurati desideri della borghesia delle imprese e dei commerci.
L’esposizione, curata da Luca Leoncini, Caterina Olcese e Sergio Rebora, ha offerto al pubblico un articolato percorso organizzato per sezioni che darà conto di svariate tipologie di oggetti di arredo – mobili, dipinti, sculture, disegni e bozzetti, gessi, ceramiche, stoffe, vetri e fotografie, – evocando così le scelte culturali tipiche della nuova alta borghesia delle imprese e dei commerci, attiva a Genova a inizio XIX secolo.
Un’occasione per ‘mettere in mostra’ il forte legame di arte e artigianato e la proficua ricaduta che questo binomio vincente ebbe poi sulla produzione industriale del XX secolo.
La storia del prestigioso edificio oggi noto come Palazzo Reale, ebbe inizio a metà del '600 quando Stefano Balbi, abile finanziere e protagonista dell’apertura della strada, che dalla sua famiglia prenderà il nome, ne affidò la costruzione agli architetti Cantone e Moncino. Nel 1679 il palazzo fu acquistato dalla famiglia Durazzo, che apportò importanti interventi che diedero vita alla scenografica articolazione che ancora contraddistingue il palazzo. Allo sfarzo architettonico della facciata a mare si adeguarono poi gli apparati decorativi degli interni secondo modelli principeschi che, con l’allestimento della Galleria degli Specchi del secondo piano nobile, raggiunsero quanto di più elegante e raffinato si potesse all’epoca immaginare. Nel 1824 Carlo Felice acquistò il palazzo e ne fece la residenza della corte sabauda a Genova: oltre che di una necessaria campagna di lavori di carattere conservativo l’edificio fu oggetto anche di interventi decorativi. Nel 1919 il re Vittorio Emanuele III cedette il palazzo e la collezione in esso conservata allo Stato Italiano: pochi anni dopo parte degli ambienti furono destinati ad uffici del Ministero prima della Pubblica Istruzione e oggi dei Beni e delle Attività Culturali, mentre il Secondo Piano Nobile divenne un museo aperto al pubblico.
Le volte dei salotti e delle gallerie sono affrescate da alcuni dei nomi più importanti della decorazione barocca e rococò. Tra gli oltre duecento dipinti esposti nei due piani nobili si trovano opere dei migliori artisti genovesi del Seicento insieme a capolavori dei Bassano, Domenico Tintoretto, Luca Giordano, Anton Van Dyck, Ferdinand Voet e Guercino.
Il palazzo è ricco anche di una collezione di sculture antiche e moderne: tra queste ultime si possono ammirare opere di Filippo Parodi, uno dei massimi esponenti della scultura barocca genovese.
Grazie ad accurati interventi di restauro e ad un allestimento volto alla conservazione della disposizione originale degli arredi, il percorso di visita si traduce dunque in un approfondimento del gusto e della cultura degli antichi proprietari. Gli affreschi, che Valerio Castello realizzò per i Balbi, la Galleria degli Specchi, voluta dai Durazzo, e gli Appartamenti Reali dei Savoia, restano così, nel loro superbo stato di conservazione, a testimoniare la ricchezza e il prestigio della Genova dei secoli passati.