L’ala rinascimentale di Palazzo Ducale, prospiciente il rio della Canonica, accoglie le tre rive d’acqua un tempo differentemente adibite a ingresso delle merci e delle persone. Ciascuna delle tre rive è servita da due grandi portoni lignei di ingresso, tutti e sei i pregiati manufatti furono rimossi e ricoverati presso un deposito custodito nel 2008, in occasione dell’allestimento delle opere provvisionali che sarebbero servite per i restauri della grande facciata, terminati nel 2011. Ad oggi la Fondazione Musei Civici di Venezia ha portato a termine gli interventi conservativi su quattro dei sei portoni, che hanno ritrovato collocazione nella loro sede originaria; due portoni attendono oggi di essere ancora restaurati. Analizzate alcune spiccate somiglianze stilistiche con opere lignee dell’area marciana veneziana, si può supporre che la fattura di questi due portoni sia ascrivibile al XIX secolo. Ciascun portone è composto da due ante decorate con campiture a diamante e due posterne con fregi scolpiti in bassorilievo, per un’estensione complessiva di circa 3,40*3,80 m.
Descrizione dell'intervento
Sulla scorta delle indagini scientifiche condotte che dimostrano come la risalita degli organismi marini xilofagi venga favorita dall’imbibizione del legno e per contro ostacolata da una ridotta presenza di acqua nelle fibre, è stato elaborato un progetto di intervento che prevedesse quale presupposto una soluzione di continuità, una semplice fessura, tra le parti maggiormente immerse, soggette alle fluttuazioni di marea, e le parti superiori. E’ stato condotto, quindi, a priori, un ragionamento sulle quote della fluttuazione marina e sulla decorazione delle due tipologie di portone, per identificare il posizionamento ammissibile per tale discontinuità. E’ stata identificata una quota di taglio dal bordo inferiore e si è ipotizzato di praticare lungo questa quota il taglio delle ante e delle posterne per il risanamento dalle parti erose e marcescenti. Le porzioni mancanti saranno ricostruite seguendo la tecnologia di posa in opera originaria ma adoperando legnami differenti, in particolare sarà utilizzata la specie tropicale azobè per il nucleo interno e il rovere stagionato per i rimessi e le parti decorate. La porzione inferiore così ricostruita sarà mantenuta separata dalle parti superiori attraverso una giunto piccolissimo di discontinuità ed avrà cardini suoi per un’apertura e chiusura indipendente. In tal modo, sarà impedita la risalita capillare dell’acqua e l’attecchimento dei microrganismi sulle parti alte e sarà praticabile una facile manutenzione ordinaria delle stesse parti inferiori che risulteranno comodamente rimovibili.
Tutte le superfici esterne saranno curate mediante rimozione delle verniciature pregresse, trattamento di disinfestazione, locali consolidamenti delle parti di legno ammalorato mediante impregnazione con soluzioni acriliche, tassellature delle porzioni marcescenti, integrazione delle parti decorate in basso e altorilievo mancanti, trattamenti preventivi e verniciatura finale.
La ferramenta sarà trattata e recuperata, e si integreranno i chiavistelli e le parti mancanti con chiavistelli in acciaio inox Aisi 316 brunito. I cardini inferiori inseriti negli stipiti lapidei saranno estratti e sostituiti con cardini in acciaio inox Aisi 316 e si predisporrà l’inserimento di un nuovo cardine laddove la dimensione maggiore delle parti inferiori lo richiederà per il peso della parte da aprire e chiudere. Sulla parte più bassa dei portoni, a coprire la striscia d’aria che consente l’apertura delle ante sulla riva scoscesa, si prevede l’apposizione di una serrandina in lamiera microforata che servirà a sbarrare il possibile ingresso di animali e corpi estranei dal canale.
L’intervento prospettato include anche la completa riconfigurazione dell'ingresso d’acqua di Palazzo con il posizionamento dei nuovi pali da casada e la costruzione di un pontiletto ligneo per l’approdo; in tal modo la monumentale facciata rinascimentale di Palazzo riacquisterà lo splendore e la funzionalità originaria.