Immagini di Giuseppe Tortelli, Banchetto di Baldassarre e Cacciata di Eliodoro
   
Immagini di Giuseppe Tortelli, Banchetto di Baldassarre e Cacciata di Eliodoro

Le due grandi tele (cm 408x790 ciascuna) nascono indubbiamente come pendant, realizzato secondo un gusto raffinato, come suggeriscono i riferimenti puntuali a opere veneziane e romane, forse richiesti dai committenti stessi. Il silenzio delle fonti antiche, che mai le menzionano, si potrebbe motivare ipotizzando che si trovassero in un luogo non aperto al pubblico.

Le opere furono donate al Comune di Brescia dai fratelli Mangiante, nel febbraio del 1890. Diversi membri di questa famiglia avevano la proprie residenze a Brescia in via fratelli Bandiera: Lorenzo Mangiante, in particolare, acquistò in quella via il palazzo Conter, già di proprietà della famiglia Bona nei secoli XVII e XVIII.

Nella Cacciata di Eliodoro è lampante il riferimento all'affresco di Raffaello con lo stesso tema, non solo per l'ambientazione, ma anche per le citazioni quasi letterali, tra le quali emerge il gruppo centrale con il cavaliere che atterra Eliodoro. Quanto al Banchetto di Baldassarre sono più evidenti i rimandi alla cultura neoveronesiana di Sebastiano Ricci, che viene generalmente considerato il maestro del bresciano Tortelli.

Se il classicismo si ritrova soprattutto nei riferimenti figurativi e nel generale equilibrio compositivo, è però il venetismo di Ricci e di Gregorio Lazzarini a dominare, nelle ombre accentuate, nella stesura liquida e trasparente, ma anche nelle tipologie delle figure e nella risoluzione di alcuni gruppi. Nelle due tele, inoltre, convivono figure dai lineamenti anticlassici, che possono derivare dal Celesti, e volti dai profili netti e regolari, secondo un gusto rigoroso di matrice romano-bolognese.

 

Descrizione dell'intervento

Dopo il primo intervento eseguito nel 2013, a completamento del restauro dei due grandi teleri del Tortelli rimangono da eseguirsi le operazioni conservative pertinenti alle stesure pittoriche e al recupero estetico, poiché quelle conservative,volte a sanare le problematiche del supporto tessile e dei telai sono già state completate:

 

- Rimozione dei depositi superficiali di particellato inquinante, mediante spolveratura con pennelli morbidi e per aspirazione a bassa pressione.

- Velinatura localizzata della superficie con colletta e carta giapponese 11 gr., in doppio strato, limitata alle campiture che rivelassero problemi di tenuta al fondo. Prima di questa operazione, se l’adesione degli strati pittorici lo consentirà, verrà effettuata una parziale rimozione della vernice non originale.

- Stiratura superficiale, a temperatura controllata ( 55°/65°), per favorire la veicolazione della colletta e il consolidamento del colore sollevato nelle parti velinate.

- Svelinatura.

- Perfezionamento della riduzione delle vernici non originali. In questa fase si provvederà ad asportare le vecchie ridipinture di restauro virate.

 

- Asportazione di vecchie stuccature decoese o particolarmente debordanti sulle stesure originali; perfezionamento di quelle ritenute accettabili per conformazione e/o composizione.

- Stuccatura delle lacune del colore con gesso di Bologna e colletta. La contenuta tensione della tela originale potrà richiedere di addizionare lo stucco con una resina a base acrilica (Acrilic al 20%),per rendere più elastico l’impasto, in modo che assecondi senza frammentarsi l'elasticità del supporto.

- Stesura a pennello di vernice Talens Glossy in Essenza di Trementina.

- Integrazione con colori a vernice per restauro Maimeri.

- Verniciatura protettiva finale con vernice Talens Glossy in Essenza di trementina, con un modesto apporto di vernice Talens Matt, nebulizzata in superficie.

 


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