Immagini di Intervento di Recupero e Valorizzazione della Fontana dell'Ercole
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Immagini di Complesso Monumentale della Fontana dell'Ercole nei Giardini della Reggia di Venaria
   
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Immagini di Complesso Monumentale della Fontana dell'Ercole nei Giardini della Reggia di Venaria

La monumentale struttura della Fontana dell'Ercole, realizzata tra 1669 e 1672 su progetto di Amedeo di Castellamonte, che raccordava il giardino alto con l’Allea al livello inferiore, rappresenta un particolare caso conservativo tra il rudere archeologico e il teatro d’acque dei regi giardini: i forti contrasti tra il messaggio artistico che portava e il degrado accelerato del sito hanno seriamente compromesso la lettura sia storica che estetica. 
Muri articolati in nicchie e grotte, con sculture in marmo, con superfici a mosaico di conchiglie, coralli, cristalli e tufo, sorreggendo un camminamento e due scale curvilinee, contornavano una grande vasca. Qui l’acqua cadeva da varie fonti, con molti giochi ed effetti sonori: al centro zampillava dalle teste dell’idra imprigionata tra le caviglie di Ercole, colossale statua realizzata da Bernardo Falconi. Altre sculture rappresentavano le fatiche di Ercole e figure mitiche.  L’assedio francese di Torino del 1706 procurò seri danni alla Venaria e alle strutture della fontana causando la perdita di numerose sculture e decorazioni, alcune delle quali sono state reimpiegate in residenze nobiliari piemontesi, in particolare alcuni bassorilievi e quattro telamoni nel castello di Govone. L’abbandono del sito della fontana, declassato a fortino militare nel 1716 per l’istruzione e i giochi del principe ereditario, avveniva nel 1726 quando, con l’affermarsi di un nuovo modo di interpretare il tema della “villa di delizie”, si afferma il gusto del giardino settecentesco secondo i progetti concepiti da Michelangelo Garove. La demolizione è attuata in più fasi a partire già dal 1729,quando i marmi di scalinate e balaustre sono divelti per essere riutilizzati nel progetto dei giardini, ulteriormente ingranditi da Filippo Juvarra. Con il 1740 inizia lo smantellamento metodico delle sculture, il recupero dei materiali metallici e delle concrezioni calcaree. Inizia così una sistematica dispersione delle sculture che è continuata nei decenni successivi. Nel 1751 viene sancita la totale demolizione delle murature superstiti e l’interramento dell’intera struttura, dopo che furono recuperati tutti i materiali utili all’ampliamento della reggia ideato da Benedetto Alfieri.

Il progetto redatto dall'arch. Gianfranco Gritella è incentrato sul restauro, recupero e valorizzazione funzionale del Complesso monumentale della Fontana dell'Ercole nei giardini della Reggia di Venaria. L'intervento nasce dalla capacità e dalle possibilità di mantenere ambivalenti i valori propri delle componenti pratiche e delle prassi operative proprie del restauro conservativo di stampo archeologico da un lato, e dall’altro il sostegno di un coerente e meditato processo culturale che consente di proporre l’innesto di nuove strutture architettoniche collegate alla conservazione e alla funzionalizzazione del costruito storico. Entrambi gli assunti tendono a garantire una progettazione di qualità coerenti con la contemporaneità. I principali “innesti” che si andranno dunque ad attuare sulle architetture nobili costituenti le preesistenze edilizie e paesaggistiche che definiscono i ruderi della scomparsa fontana castellamontiana dell’Ercole, derivano essenzialmente dalle necessità di realizzare le nuove opere pertinenti al riutilizzo degli spazi e alla protezione dagli agenti atmosferici delle strutture superstiti, “innesti” che inevitabilmente costituiranno i nodi compositivi di maggiore vigore e che, secondo le scelte proprie del modus operandi di ciascuno dei protagonisti coinvolti nel lavoro, incideranno in maniera più o meno profonda e più o meno reversibile sul dato storico dell’architettura.


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