Nello scenario cruciale causato dal crollo del Muro di Berlino e dei regimi totalitari dell’Europa centro-orientale, viene istituito nel 1991 MittelFest, una delle più prestigiose vetrine di prosa, musica e danza dell’area Mitteleuropea e dell’Iniziativa Centro Europea. Negli anni Mittelfest ha ospitato straordinari spettacoli e grandi protagonisti, italiani e internazionali: da Pina Bausch a Soeur Marie–Kairuz, da Mikhail Baryshnikov a Ramzi Aburedwan, Isabelle Huppert, Moni Ovadia, Giya Kancheli e Natalia Gutman, Luca Ronconi, Tomaz Pandur, Brad Meldhau, Stefano Bollani, Emir Kosturica, Lina Wertmüller, Adriana Asti, Richard Galliano, Riccardo Muti, ecc.
Descrizione dell'intervento
A Malá Strana nel secolo decimonono si procedeva con quella dimessa regolarità asburgica che rendeva tutte le cose simili e prevedibili, come se fossero sempre state così e così si sarebbero ripetute saecula saeculorum. Si conoscevano i signori e i furfanti. Pure i bizzarri avevano un ruolo, come il dottor Guastamestieri: non che si chiamasse così, questo medico laureato summa cum laude, figlio e nipote e pronipote di medici, che aveva deposto lo stetoscopio e mollato i pazienti, preso assai dal suo ostinato silenzio e dalla sua irragionevole bicicletta. A Malá Strana nel secolo decimonono le cose erano così regolari e definite che, anche quando arrivava un lutto, i praghesi affollavano il funerale sereni e soddisfatti. E fu così quando la sorte chiamò a sé lo stimato consigliere Schepeler: la mattina del commiato un orgoglioso sorriso accomunava i praticanti amministrativi che ne portavano il feretro, il medico che ne aveva accompagnato le ultime ore, il noto e rispettato “miglior amico” e pure la vedova. A Malá Strana lo scompiglio fu grande quando il carro sbalzò sull’irregolare terreno pietroso e la bara scivolò a terra dal lato stretto: in un grande fracasso, erigendosi, il suo coperchio saltò. Accadde, per i casi entropici del mondo, che in quel momento passasse per la Porta il dottor Guastamestieri, al solito taciturno e in bicicletta: fu così che il malcapitato si ritrovò di colpo il pallido consigliere Schepeler davanti, leggermente sbalzato fuori, le ginocchia piegate e il braccio sinistro penzoloni. A Malá Strana lo sconcerto fu grande nel vedere il dottor Guastamestieri armeggiare con il povero consigliere. Il corteo fu baraonda: i praticanti assaltarono il dottore, l’erede designato gridava al cielo, l’amico correva a chiamare le guardie e la vedova sveniva sopra la folla roteante. Fu lì che il dottor Guastamestieri, fatto sdraiare con destrezza il consigliere Schepeler e insistito su petto e polso, fece notare al marasma che ancora non c’era da piangere il compianto: aveva battito. Di bocca in bocca e di piede in piede, per le strade di Malá Strana si rincorreva una parola, che era pronunciata in un pudico silenzio, che infine esplodeva in una disordinata sorpresa, a cui nessuno sapeva associare il giusto sentimento: «respira!». Schepeler era vivo. A Malá si tornò a procedere con quella dimessa regolarità asburgica che rendeva tutte le cose simili e prevedibili, fatta salva l’ostinata follia del dottor Guastamestieri: ricercato da tutti e da tutti riverito, continuò a preferire la bicicletta ai pazienti. Una certa inquietudine lo attorniava: chissà se avesse in serbo altri miracolosi disordini. Che fare di fronte a questo smarrimento: tentare di rimettere tutto in fila inseguendo le algide regole dei tempi che furono e degli algoritmi che saranno, o magari, tentare di solcare il mondo, traballanti, lungo la propria esile via, sospesi a precipizio verso la meta, tra conflitti, illusioni, corse, speranze e altri sontuosi disordini?
I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali.
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