ll Teatro Popolare La Contrada nasce a Trieste nel 1976 per volontà degli attori Ariella Reggio, Orazio Bobbio, Lidia Braico e del regista Francesco Macedonio, che rimarrà Direttore artistico fino alla sua scomparsa nel 2014, per ben 38 anni. Dopo alcuni anni di attività itinerante con spettacoli di Teatro Ragazzi, la compagnia approda nel 1983 al Teatro Cristallo. Da allora è organismo stabile di produzione e programmazione teatrale che opera in sei principali settori di attività: L’allestimento di opere di autori triestini; La messa in scena di produzioni per il mercato nazionale, in particolare di autori del'900; La produzione di spettacoli per l’infanzia e la gioventù; La metodica presenza in Istria - in collaborazione con la Regione Friuli- Venezia Giulia, l’Università Popolare di Trieste e con l’Unione Italiana di Fiume - a favore delle Comunità Italiane di Slovenia e Croazia; La realizzazione di attività seminariali per insegnanti e studenti e di progetti di aggiornamento e perfezionamento professionale per giovani attori; La programmazione degli spettacoli e delle rassegne del Teatro Cristallo, reintitolato nel 2007 a Orazio Bobbio. La programmazione, in accordo con la gestione del cinema, del Teatrino dei Fabbri, di proprietà della Contrada.
Nel 1989 ottiene il riconoscimento ministeriale quale “Teatro Stabile di interesse pubblico”, riconoscimento che mantiene fino al 2014. Dal 2015 è riconosciuta dal Ministero nel settore “impresa”. Nel 2018 è stata riconosciuta dal Ministero come "Centro di produzione teatrale".
Dal 2011 gestisce con Artisti Associati di Gorizia e il Teatro Michelangelo di Modena il Teatro Duse, storico teatro bolognese.
Descrizione dell'intervento
Nel 1975, a ventidue anni dalla prima assoluta parigina di En attendant Godot, Beckett ritorna sul testo che lo ha reso famoso per realizzare una sua regia in lingua tedesca, allo Schiller Theater di Berlino. Con oltre un ventennio di esperienza alle spalle, Beckett decide di «dare forma alla confusione» del testo originale. Inizia una profonda revisione drammaturgica e un percorso registico, minuziosamente documentati nel testo riveduto e nel suo quaderno di regia. Ne emerge il quadro di un processo creativo intensissimo, in cui il sapere e l’istinto di teatrante puro di Beckett producono, da una parte, una drammaturgia visiva potente e coerente e, dall’altra, una versione di Aspettando Godot qualitativamente diversa dall’originale francese.
Uno degli scopi di questo nuovo allestimento è quello di riportare l’azione scenica, scenografica e testuale di questo capolavoro alle intenzioni più segrete ed intime del suo autore.
I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali.
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