Immagini di Chiesa di Santa Croce in Bosco Marengo
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“una machina grandissima quasi a guisa d’arco trionfale, con due tavole grandi, una dinanzi et una di dietro, et in pezzi minori circa trenta storie piene di molte figure che tutte sono a bonissimo termine condotte.”

Così Giorgio Vasari descrive nelle “Vite” la “sua machina” ossia il maestoso altare maggiore, purtroppo smembrato nel 1710 per allestire l’attuale altare marmoreo, del quale ci sono pervenute pressoché tutte le tavole realizzate da lui stesso e dalla sua “bottega”.

Il Complesso Monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo è un ex convento domenicano tardo '500. La struttura è organizzata su due piani, a cui si aggiunge un piano seminterrato. Insieme con la Chiesa si forma una struttura di tipo rettangolare e con due chiostri interni: il Chiostro Grande, in una posizione più interna nella struttura sulla quale si affaccia la Biblioteca e il Chiostro Piccolo, chiamato anche Chiostro dei Morti, posizionato nelle vicinanza dell’ingresso. Oltre ai due chiostri, è presente un cortile allungato interno.

I lavori di costruzione del Complesso iniziarono sotto il pontificato di Pio V, il quale voleva realizzare un nuovo polo di riqualificazione urbana della zona intorno a Bosco Marengo, suo paese natio. I lavori di costruzione furono portati a termine dopo la morte del Papa, nell’ultima decade del ‘500.

L’obiettivo principale degli interventi eseguiti nel complesso monumentale in questi ultimi anni è stato restituire al pubblico il godimento di una delle presenze più singolari e significative del panorama architettonico e storico-artistico del Piemonte; eccezionale testimonianza di una cultura manierista, tipicamente centro-italiana, sostanzialmente estranea all’ambito piemontese, che custodisce al suo interno presenze decorative di inestimabile valore storico-artistico. Pio V, Papa severo e rigoroso, seguì minuziosamente le fasi della costruzione e, nella “sua” chiesa, fece applicare i nuovi dettami derivanti dal Concilio di Trento appena concluso, per cui il complesso risulta uno dei primissimi esempi di “architettura della controriforma”, anticipando nella realizzazione la Chiesa Romana del Gesù.

Eccezionale testimonianza che è stata offuscata e nascosta da superficiali interventi successivi e dal degrado di lunghi periodi di abbandono che hanno occultato i caratteri precipui dell’impianto architettonico e decorativo cinquecentesco. Basti citare, come detto, le splendide pale che appartenevano alla “macchina vasariana” dell’altare maggiore o, ancora, i preziosi marmi, provenienti da scavi romani, con cui sono state realizzate le pavimentazioni del presbiterio ed i portali che segnano gli ingressi principali.

Descrizione dell'intervento

Il Crocefisso, faceva parte della macchina Vasariana commissionata dal Papa Pio V a Giorgio Vasari nel 1567, è opera di Angelo Marini detto il Siciliano del 1570.

Necessita di un primo consolidamento delle porzioni pittoriche a rischio caduta seguiranno operazioni di pulizia, ascortazione delle ripinture e delle stuccature precedenti non idonee, inserimento di inserti di legno ove necessario, trattamento del legno con sostanze bioacide infine stuccatura e integrazione pittorica.

 

Il Pulpito, opera di Giovanni Gargioli 1571, il restauro necessita di verifiche ed eventuali consolidamenti degli attacchi alla muratura inoltre l'opera necessita dei consueti trattamenti per un manufatto ligneo finemente intagliato soggetto ad un secolare attacco di insetti xilofagi. Trattamento finale preceduto da un'omogeneizzazione dei cromatismi


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Ente beneficiario

Comune di Bosco Marengo

Erogazioni ricevute

25.200,00 €

Mecenati

: 3

I mecenati che hanno scelto di essere visibili:
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Gianfranco Regalzi
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