Il campanile della chiesa dei Santi Geremia e Lucia nel sestiere di Cannaregio a Venezia venne eretto nel 1174 durante il dogado di Sebastiano Ziani, dopo lo storico terremoto del 1117, e restaurato con l’inserto di materiale lapideo e rialzato nel 1355 fino agli attuali 48,50 metri che lo collocano tra i più alti in laguna: dalla cella campanaria si può ammirare una veduta spettacolare della città lagunare.
Il campanile ancora oggi appare come venne rappresentato nella veduta di Venezia di Jacopo de’ Barbari del 1499, con la sua forma regolare in mattoni, la cella aperta a bifore con archi a tutto sesto e sormontata da una balaustra in pietra d’Istria e da un tamburo quadrangolare con copertura in piombo. Le bifore cieche lungo la canna in mattoni testimoniano della sua fondazione nel XII secolo, collocandolo tra i più antichi della città quando comininciava l’evoluzione urbanistica di Venezia a seguito della sua espansione economica e politica nel Mediterraneo. Anche la peculiare denominazione della chiesa adiacente, dedicata a un santo profeta, testimonia dell’antichità della fondazione dell’edificio di culto che ospita le spoglie di San Magno, santo vescovo fondatore delle chiese più antiche presenti in città.
Attorno al campanile gli edifici di rilievo sono l’attuale chiesa, che andò a sostituire la precedente chiesa trecentesca, progettata da Carlo Corbellini verso la metà del XVIII secolo con le sue due inconfondibili facciate marmoree ottocentesche; e il coevo monumentale Palazzo Labia celebre per gli affreschi di Giambattista Tiepolo, che si appoggia alle murature del campanile stesso. Chiesa e campanile si collocano all’intersezione del Canal Grande con il Canale di Cannaregio permettendone una visuale ad ampio raggio.
Il notevole valore spirituale della chiesa parrocchiale dei Santi Geremia e Lucia è dovuto alla presenza delle spoglie di Santa Lucia da Siracusa, una delle sante più venerate e conosciute della fede cristiana, traslate dalla vicina chiesa palladiana a lei dedicata, demolita nel 1861 per fare posto all’attuale stazione ferroviaria che ne porta il nome: la cappella funeraria contenente le spoglie della santa è stata costruita col materiale della chiesa abbattuta, dove erano conservate fin dal 1204.
Descrizione dell'intervento
Si ritiene ineludibile risolvere le criticità della struttura in elevazione al fine di migliorare la capacità di risposta strutturale globale del campanile ad eventuali alterazioni degli stati tensionali locali; il tutto senza modificare in termini globali il sistema resistente delle fondazioni esistenti.
Le opere di carattere strutturale finalizzate a risolvere la situazione di rischio nelle quale si trova il campanile vanno indirizzate su due direttrici di cui la prima è indirizzata a risolvere le carenze intrinseche rilevate nella struttura verticale (consolidamento e ripristino delle murature). La seconda direttrice riguarda invece l’inserimento nella struttura di presìdi strutturali il cui obiettivo è di migliorare il collegamento fra parti della costruzione; si tratta di incatenamenti orizzontali con profilati e a croce di S. Andrea con tiranti in acciaio nei piani verticali.
Gli interventi sulle murature dovranno riguardare il ripristino di lacune murarie, la ricucitura delle lesioni e più in generale delle discontinuità strutturali, i collegamenti di paramenti distaccati, la sostituzioni localizzate di elementi ammalorati, il consolidamento di parti murarie con caratteristiche meccaniche particolarmente scadenti.
Gli interventi di cuci-scuci verranno contenuti allo stretto necessario, mentre verranno privilegiati interventi volti a colmare i vuoti generati dalle lesioni (iniezioni di malte di calce) e le cuciture a secco con barre elicoidali in inox.
I presìdi strutturali saranno costituiti da un sistema organico di incatenamenti orizzontali realizzati con profili metallici sul lato interno, che rappresentano la parte centrale di tiranti che, alle estremità, sono collegati a dei capochiave a paletto con barre tonde in acciaio. La funzione dei tiranti è quella di contenere, a mutuo contrasto, eventuali spostamenti delle murature fuori piano. Il sistema degli incatenamenti orizzontali verrà integrato da controventi a croce di Sant’Andrea in acciaio disposti nei piani verticali a formare un reticolo tridimensionale in modo da ridistribuire efficacemente eventuali cedimenti localizzati e, al contempo, da fornire un contributo fondamentale in chiave antisismica.
A corredo degli interventi strutturali saranno eseguiti interventi sulle superfici interne ed esterne, la realizzazione di una scala di servizio alla cella e di riordino della struttura di incastellamento delle campane.