I 10 Bassorilievi, opere di Antonio Canova, erano un tempo collocate sulle pareti della Gipsoteca di Possagno, luogo deputato a custodire i modelli in gesso che l'Artista realizzava per poterne poi ricavare le opere finali in marmo. Detto spazio espositivo durante la Grande Guerra è stato fortemente compromesso dall'esplosioone di una bomba: oltre alle opere, anche la struttura architettonica subì numerosi danni.Negli anni post-bellici ci furono degli interventi volti al ripristino della desolante situazione, in particola modo si devono citare Stefano e Siro Serafin. Due anni fa si è reso necessario un nuovo restauro architettonico che ha interessato in particolar modo la prima sezione dell'edificio. Per poter procedere, sono stati rimossi i Bassorilievi che, da un'attenta analisi, hanno evidenziato dei problemi conservativi.La volontà/necessità è di avere la disponibilità di procedere con un restauro conservativo e poter ricollocare successivamente i Bassorilievi nella loro sede di origine.
Entrando nel dettaglio, il restauro seguirà le seguenti fasi:
- rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco, con pennellesse e aspiratori;
- trattamento dei punti metallici infissi sulla superficie dei modelli mediante resina acrilica in soluzione, da eseguirsi prima o dopo le fasi di pulitura;
- rimozione di depositi superficiali coerenti e aderenti, a secco per mezzo di spugne o gomme di diversa durezza;
- rimozione di depositi superficiali e sostanze sovrammesse di varia natura, mediante applicazione di solventi organici;
- rimozione o abbassamento di stuccature in gesso eseguite durante precedenti interventi che hanno perduto la loro funzione conservativa o estetica
- riadesione di scaglie e frammenti di peso e dimensioni limitati senza inserimento di perni;
- riadesione di fessurazioni e fratturazioni mediante iniezioni di resina acrilica in emulsione;
- stuccatura nei casi di fessurazioni, fratturazioni, mancanze con gesso da presa, per una profondità massima di 2 cm.;
- microstuccatura di microfessurazione, microfratturazione e scagliatura con polifilla;
- reintegrazione di abrasioni degli strati di finitura, per restituire unità di lettura all'opera.
SOCRATE BEVE LA CICUTA 121 X 260, 1787-90
Raffigura l’episodio del Fedone di Platone: Socrate beve il veleno e al suo fianco sono Critone e Apollodoro.
INSEGNARE AGLI IGNORANTI 120 X 124, 1795
Raffigura una delle opere di misericordia corporale; modellata insieme a Dar da mangiare agli affamati, ma non eseguita in marmo. Si può supporre che le due opere siano state richieste dal senatore di Roma, principe Abbondio Rezzonico.
STELE DI LUIGIA GIULI
Quando nel 1811 Luigia Giuli, dilettante pittrice e governante del Canova per 27 anni morì, Canova le dedicò una stele funeraria. Al centro della stele vediamo il ritratto della Giuli, e ai lati due angeli piangenti.
ANGELO STUART 79 X 165, 1818
Il modellino rappresenta l’ultima variante apportata al cenotafio di San Pietro.
ANGELO STUART 79 X 165, 1818
Il modellino rappresenta l’ultima variante apportata al cenotafio di San Pietro.
COMPIANTO DEL MARCHESE FRANCESCO BERIO 131 X 268, 1822
Modello del rilievo previsto sulla fronte del monumento funebre in onore di Francesco Berio, marchese di Salza, grande ammiratore di Canova, morto nel dicembre 1820. L’opera doveva essere costituita da un grande sarcofago con iscrizione, sopra una base ornata da ghirlande e con il rilievo raffigurante il compianto del defunto. Canova ne realizzò nel 1822 il modello in mezzo rilievo.
STELE PER IL CONTE ALESSANDRO DE SOUZA HOLSTEIN 207 X 120
Calco in gesso dal marmo. Alessandro de Souza fu ambasciatore portoghese presso la Santa Sede. Morì nel 1803.
STELE FUNERARIA PER ANGELO EMO 285 X 165, 1793
La stele vede raffigurato un genio alato che emerge notevolmente dal fondale così che dà l’impressione di scendere in volo: tiene in mano una corona che sta per deporre sulla testa dell’eroe, il cui busto posa sopra una colonna. A destra vi è la figura piegata della Fama. La sostengono le batterie marittime che lambiscono la colonna (a ricordo delle macchine navali di guerra, inventate dallo stesso ammiraglio).
STELE FUNERARIA DELLA CONTESSA ELISABETTA MELLERIO 230 X 125, 1812
I marmi di entrambe le stele sono a Palazzo Mirti, Palermo.
STELE FUNERARIA DI GIOVANNI BATTISTA MELLERIO 220 X 120, 1812
Opera semplice in cui la Pietà manifesta un dolore interiore e composto.