Il bene vincolato ai sensi del D. Lgs 42/2004 è costituito dai resti del c.d. chiostro dei conversi, ed è l'unica testimonianza dell’importante complesso monastico della Certosa, risalente al XIV secolo e demolito durante l'occupazione napoleonica di Venezia nell'XIX secolo. Nel 1199, viene fondata nella laguna di Venezia, sull’isola della Certosa la chiesa di Sant’Andrea. Abbandonata dagli Agostiniani nel 1419, dal 1424 l’isola ospitò i Padri Certosini di Firenze che ampliarono il complesso con plurime celle e chiostri tra i quali quello dei cd. "conversi". Con l'occupazione francese, nel dicembre del 1807, i monaci della Certosa di Venezia furono trasferiti e l’isola cessò forzatamente l’uso conventuale, fu spogliata delle sue opere d’arte e venne destinata ad usi militari funzionali all'adiacente Arsenale.
La funzione bellica dell'isola proseguì, attraverso il dominio austriaco, fino all’annessione di Venezia al Regno d’Italia nel 1866 quando la Regia Marina trasformò ciò che rimaneva dell’antico complesso monastico in un deposito di munizioni con annesso stabilimento per la lavorazione di esplosivi che, a partire dal 1924, fu ampliato con la costruzione di decine di nuovi edifici in calcestruzzo ed amianto prendendo corpo un'evoluta fabbrica pirotecnica dismessa nel 1957, quando l'isola fu abbandonata.
La Certosa è proprietà del demanio dello Stato, concessa al Comune di Venezia al fine del suo recupero. La società V.d.V. S.r.l. opera in qualità di partner dell'Amministrazione comunale, soggetto attuatore del programma di rigenerazione urbana basato sulla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale dell' isola, anche attraverso l'insediamento di attività economiche compatibili con la salvaguardia degli ambiti di pregio e funzionali alla sostenibilità ambientale e socio-economica del progetto nel suo insieme. Nella cornice di un ampio parco, caratterizzato dal paesaggio composto da giardini, orti ed aree boscate, è attivo presso la Certosa un porto turistico ed un centro di servizi integrati per la nautica da diporto. l'accoglienza è completata da una struttura ricettiva ed un'ampia offerta enogastronomica.
Il chiostro, pesantemente trasformato durante l’utilizzo militare e danneggiato dal passaggio di una tromba d’aria nel 2012, si presentava in condizioni ruderali. La salvaguardia del valore testimoniale del manufatto richiedeva un consolidamento statico in grado di arrestarne il degrado e consentirne la fruibilità. Sono stati quindi eseguiti interventi di diserbo e decespugliamento della vegetazione infestante, pulizia e rimozione di detriti e rifiuti, posa di tessuto geotessile e strato di ghiaia, realizzazione di un sistema di strutture temporanee in legno (recuperate dal legname della trempesta Vaia), funzionali a garantire la stabilità delle murature e quindi la fruizione degli spazi in condizioni di sicurezza, cerchiature dei fori finestra e integrazione del coronamento murario, raccolta, catalogazione e messa in sicurezza di reperti di pregio per una futura musealizzazione
La progettazione si è avvalsa dei rilievi effettuati e dell’ampia documentazione storico-archeologica disponibile. Ad eccezione di marginali saggi, le opere non hanno interessato il sottosuolo. Agli interventi di recupero e messa in sicurezza, per migliorare l’esperienza dei visitatori, sono state realizzate una serie di passerelle in tavole di abete che attraversano trasversalmente le strutture lignee. Grandi pannelli a forma di “vele” raccontano attraverso grafiche, fotografie e mappe di archivio, la storia dell’isola e del suo prestigioso e importante complesso monastico.
L’intervento è stato coordinato da Vento di Venezia, soggetto attuatore del programma di Valorizzazione della Certosa. L’architettura progettata dallo studio Pedron/La Tegola e le strutture sono state calcolate dallo studio di ingegneria Intea. L’assistenza archeologica è stata prestata dallo studio Arcomai. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Sadeco. L’intervento è stato seguito dalla Soprintendenza di Venezia nelle persone dell’arch. Gargiulo e dell’archeologo Dadà, la mostra con la storia dell'isola curata da Nuovostudio.