Immagini di Abbazia di Santa Maria di Cerrate
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La storia dell’Abbazia affonda nella leggenda: si racconta, infatti, che il Monastero venne fondato dal re Tancredi d'Altavilla, conte di Lecce (1138 – 1194) a cui apparve l'immagine della Madonna, dopo aver inseguito una cerbiatta in una grotta durante una battuta di caccia. Nella realtà, la sua fondazione probabilmente è ancora più antica e si può far risalire agli inizi del XII secolo, quando Boemondo d’Altavilla (1058-1111), figlio del valoroso Roberto il Guiscardo, primo normanno elevato al titolo di Duca di Puglia, Calabria e Sicilia, vi insediò un cenobio di monaci greci, seguaci della regola di San Basilio Magno. I monaci basiliani, riparati in Salento per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste di Bisanzio, abitarono stabilmente Cerrate dalla metà del XII secolo, epoca in cui le fonti testimoniano della vivace attività di una biblioteca e di uno  scriptorium.  
Sorta in prossimità della strada romana che univa Brindisi con Lecce e Otranto e immersa nel ricco contesto rurale della zona, con il tempo l’Abbazia venne ampliata fino a divenire un importante centro monastico della Puglia e dell’Italia meridionale. Passato nel 1531 sotto il controllo dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli, il complesso aveva ormai raggiunto una struttura ricca e articolata, dove oltre alla chiesa, si annoveravano stalle, alloggi per i contadini, un pozzo, un mulino e due frantoi sotterranei. 
Il saccheggio dei pirati turchi nel 1711 fa precipitare l’intero complesso in uno stato di completo abbandono e degrado che prosegue lentamente nel corso di tutto il XIX secolo fino all’intervento della Provincia di Lecce, nel 1965. E’ in questo momento che ha inizio una nuova storia per l’Abbazia grazie ai lavori di restauro affidati all’architetto Franco Minissi che permisero di frenare il degrado. 
Da settembre 2012 l'Abbazia è stata affidata dall'Amministrazione Provinciale di Lecce in concessione trentennale al FAI, diventando così il primo bene gestito dalla fondazione in Puglia.

Descrizione dell'intervento
Gli edifici e gli spazi aperti che compongono l’Abbazia sono racchiusi da dei muri di cinta in pietra. Esternamente a questo recinto si estende una fascia di terreno agricolo di circa cinque ettari, a sua volta delimitata da tradizionali muretti a secco. L’intervento prevede di restaurare sia le mura di cinta sia i muretti a secco, nel rispetto dei materiali e delle tecniche tradizionali utilizzati, consolidando le parti maggiormente compromesse e ricostruendo le porzioni andate perdute.

 


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