Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Finalità del progetto è ricostruire la diffusione e l’uso della moneta, tra il III secolo a.C. e l’età romana imperiale, nell’antica città di Elea/Velia, anche in rapporto con Roma e la sua monetazione. Nello specifico si intende approfondire lo studio delle presenze monetali in funzione della ricostruzione dei circuiti economici, soprattutto delle transazioni al minuto, prendendo le mosse da contesti archeologici scavati nella città e dalla notevole massa di rinvenimenti monetali inedita mai restaurata, né studiata.Le ricadute scientifiche di questo approccio contestuale investono diversi campi: oltre ad affinare le cronologie dei contesti contribuendo alla ricostruzione della storia insediativa dell’antico sito, sarà possibile comprendere qualità e quantità del circolante nelle varie fasce cronologiche e ricavare dati per l'interpretazione di coniazioni accettate come valuta corrente (monete locali emesse da un’autorità pubblica, ancora con iscrizione greca in tarda età repubblicana). Velia rappresenta, infatti, insieme con Eraclea e Paestum, uno dei rari casi di città dell'Italia meridionale in cui è attestata ancora nel I a.C. la coniazione di moneta autonoma in bronzo con funzione sussidiaria ai denari in argento emessi da Roma. Il fenomeno del perdurare della coniazione locale, nel corso della tarda età repubblicana è per grandi linee noto, mancano però nel caso della maggior parte delle monetazioni di III-I a.C. studi aggiornati per valutarne l'entità e la loro distribuzione in distinte fasce cronologiche. In effetti, la scarsità della produzione di Roma di piccoli nominali e i suoi atteggiamenti di non ingerenza nella circolazione monetaria locale hanno determinato negli ambienti provinciali l'adozione di differenti soluzioni. In Campania, come in altri siti della Magna Grecia, per fronteggiare l'esigenza di disporre di strumenti atti ad assicurare lo scambio di prestazioni e di cose di valore ridotto, sono stati adottati provvedimenti di carattere pubblico oppure utilizzati espedienti dagli stessi fruitori (ad esempio il frazionamento di nominali maggiori). Alla coniazione a cura delle istituzioni cittadine talvolta si è affiancato l'intervento di privati (come a Paestum) o è prevalsa la consuetudine di servirsi di monete prodotte altrove (è il caso di Pompei). Il comune denominatore è l'incremento dell'esigenza di liquidità minuta, ma la comprensione delle dimensioni del fenomeno e delle specificità di ciascuna situazione deriva solo dallo studio analitico delle serie monetali e del loro ritrovamento in contesto per valutarne i tempi e i modi della circolazione. Questo tipo di studio non è mai stato affrontato per la moneta rinvenuta a Velia.
Informazioni sullo stato della conservazione
I reperti monetali si presentano in cattivo stato di conservazione. La leggibilità della maggior parte dei pezzi risulta spesso compromessa sia per la presenza di prodotti terrigeni e di incrostazioni da deposizione secondaria sia per l’alterazione della lega con conseguente formazione di corrosione e ossidazione delle superfici.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il sito è aperto dalle ore 9,00 ad un'ora prima del tramonto. Giorno di chiusura martedì.
Ingresso € 3,00 - € 1,50 ridotto; museo+parco archeologico di Paestum+ parco archeologico di Velia, valido 3 giorni, € 8,00 - € 4,00 ridotto.