Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Alle pendici del Monte Castellon, nel Comune di Marano di Valpolicella, si trova un importante santuario dedicato a Minerva frequentato da età protostorica fino alla tarda antichità. Il tempio di epoca romana fu scoperto già nel 1835 dal conte G. Orti Manara e, dopo decenni di oblio, è stato riportato alla luce nel 2007 grazie ad una fattiva collaborazione tra la Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto e il Comune di Marano di Valpolicella. Le indagini archeologiche, condotte nel 2010 e nel 2013, con oneri a carico del Comune, della Regione del Veneto e del MIBACT, hanno permesso di verificare l’esistenza di un’estesa area sacra, occupata prima da un rogo votivo utilizzato sin dal VI sec. a.C., quindi da un primo edificio di culto eretto in età romana tardo-repubblicana, poi da un secondo tempio (fanum) augusteo rimasto in vita fino al V secolo.
Ciascuna delle fasi individuate è rappresentata da evidenze di notevole interesse. Il complesso risulta realizzato su una terrazza appositamente creata lungo il pendio del monte tramite il taglio della parete rocciosa, che fa da quinta scenografica. Lo scavo ha evidenziato la presenza di tracce di un'area cultuale protostorica e di un tempio di età tardo-repubblicana al di sotto delle strutture viste da Orti Manara. Il rogo votivo protostorico, ascrivibile ai Brandopferplätze tipici dell'area retica e alpina tra V sec e II sec. a.C., ha restituito al momento un centinaio di anelli digitali in bronzo.
Sopra i resti del rogo nell’ultimo quarto del II secolo a.C. fu realizzato un edificio in muratura: l'area sacra protostorica, caratterizzata da un culto all'aperto, venne dunque monumentalizzata. Del tempio di questa fase si sono messi in luce solo limitatissimi tratti: i resti di due ambienti, con parte dei muri perimetrali, le relative pavimentazioni in cementizio e notevoli lacerti di intonaci parietali (in giacitura secondaria) con decorazioni nel c.d. I stile pompeiano.
Informazioni sullo stato della conservazione
Lo scavo ha evidenziato la presenza di tracce di un'area cultuale protostorica e di un tempio di età tardo-repubblicana al di sotto delle strutture viste da Orti Manara. Il rogo votivo protostorico, ha restituito al momento un centinaio di anelli digitali in bronzo. Sopra i resti del rogo nell’ultimo quarto del II secolo a.C. fu realizzato un edificio in muratura: l'area sacra protostorica, caratterizzata da un culto all'aperto, venne monumentalizzata. Del tempio di questa fase si sono messi in luce solo limitatissimi tratti: i resti di due ambienti, con parte dei muri perimetrali, le relative pavimentazioni in cementizio (una a base litica bianca, l’altra a base fittile con inserite tessere musive) e notevoli lacerti di intonaci parietali con decorazioni nel c.d. I stile pompeiano. Le strutture viste da Orti Manara, ora completamente messe in luce, sono pertinenti ad una ristrutturazione avvenuta in età imperiale:si tratta di una cella quasi quadrangolare, circondata da gallerie su tre lati Sud, Est e Nord (con colonnato dorico libero chiuso solo per un tratto, sul lato Nord, da un muro con paramento in opera reticolata). Ad Ovest, verso il monte, è presente invece uno stretto corridoio che separa l'edificio dal canale. I pavimenti che circondano l'aula sono cementizi in malta bianca con scaglie litiche, quello dell'aula centrale un battuto a base fittile con tessere bianche che definiscono cornici geometriche. Per le strutture di età imperiale, un livello ricco di cenere e legno carbonizzato sul pavimento dell'aula ha restituito una cinquantina di monete in massima parte della seconda metà del IV sec. Attualmente lo scavo non si trova coperto, con la grave possibilità di deterioramento dei beni. Per questo è stato redatto un progetto per la creazione di un Archeoparco, andando ad individuare gli interventi necessari alla messa in sicurezza del terreno, accessibilità pubblica, valorizzazione culturale, restauro conservazione e manutenzione dei resti nel tempo.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il progetto che prevede la creazione dell'Archeoparco si inserisce all'interno dello sviluppo turistico culturale del territorio e mira ad aumentare l'accessibilità e la fruizione costante e duratura del sito archeologico a tutti. Gli orari di apertura sono ancora da definire.