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Attività principali dell'istituzione

VALORIZZAZIONE E RESTAURO

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 350.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L’Opificio delle Pietre Dure è un istituto del Ministero della Cultura, dotato di autonomia speciale, che rappresenta al meglio la tradizione fiorentina nella conservazione dei beni culturali come erede da un lato della manifattura di corte sorta nel 1588 e dall’altro del laboratorio di restauro della Soprintendenza creato nel 1932 da Ugo Procacci. L’istituto esprime anche una forte componente di innovazione grazie ai numerosi e proficui rapporti con enti di ricerca sia nazionali sia internazionali.

L’attività dell’OPD si svolge in tre ambiti di operatività: al restauro, condotto negli undici settori in cui si articola l’istituto col supporto dei laboratori scientifico e fotografico, si affiancano la ricerca applicata e la formazione, quest’ultima garantita dalla Scuola di Alta Formazione e di Studio.

Fondamentale anche l’opera di disseminazione delle attività svolte e dei risultati delle ricerche, che si concretizza entro più linee editoriali (la rivista “OPD Restauro”, le “Antologie di OPD Restauro” e due collane monografiche) nonché attraverso conferenze, convegni, workshop, ecc. Operante per la conservazione dei beni culturali sull’intero territorio nazionale, attività dell’Opificio è oggi resa difficoltosa dalla erosione degli organici che comporta il rischio concreto dell’interruzione della trasmissione delle conoscenze.

Il sostegno economico è volto a implementare la capacità operativa attraverso il supporto ai settori di restauro e ai Laboratori scientifici, al Museo, all’Ufficio di Promozione culturale puntando non solo alla qualità dei risultati ma anche alla loro puntuale divulgazione, grazie a progetti di formazione esterna e di conoscenza delle attività dell’istituto a livello nazionale e internazionale.

 

Nel corso del 2023, grazie anche alla partecipazione a progetti PNRR, l’Opificio ha acquistato importanti macchinari che ammodernano in modo significativo il parco strumenti di indagine a disposizione. Tale strumentazione è stata acquisita dopo un confronto con gli altri abituali partner (CNR nelle sue diverse declinazioni; Enea, Università) per rendere l’istituto snodo di coordinamento per la ricerca sui beni culturali.

Il Laboratorio Scientifico, in linea con le tendenze più aggiornate, si sta orientando sempre più verso il biorestauro, ovvero l’impiego di microrganismi come supporto o in alternativa ai tradizionali metodi di restauro.

Dalla ricerca scaturirà un’attività formativa su nuove tipologie di intervento, rivolta sia a restauratori che agli esperti scientifici operanti nel settore, spendibile a livello internazionale.

Per quanto riguarda il Museo, sono in programma diverse iniziative tra cui ‘Caring for Art’, ciclo di esposizioni di opere restaurate, ed un progetto destinato agli Istituti italiani di Cultura all’estero, cioè una mostra itinerante che illustrerà, dalla manifattura medicea in poi, il filo rosso costituito dall’operare sui materiali presentando fisicamente opere e strumenti legati alla manifattura del commesso e illustrando, con dispositivi multimediali, l’attività di restauro del moderno Opificio.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 280.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Con questo progetto l'Opificio intende garantire, attraverso personale di comprovata capacità ed esperianza tecnica e professionale appositamente selezionato, il recupero di particolari tipologie di manufatti artistici afferenti ai settori tessili, arazzi e terrecotte. Tra questi, alcuni frammenti tessili risalenti ai secoli XIV-XVIII della prestigiosa collezione Franchetti del Museo Nazionale del Bargello, un enorme frammento di arazzo di area franco-fiamminga del XV secolo sempre del Museo Nazionale del Bargello, una grande terracotta invetriata di Giovanni della Robbia della chiesa fiorentina di San Jacopo di Ripoli, oggi parte della Caserma Simoni, e una selezione di beni culturali provenienti dai comuni interessati dagli eventi sismici, concordata con la competente Soprintendenza, che per tipologia di danno, peculiarità di elementi costitutivi e/o altre caratteristiche necessitino di un intervento di restauro che richieda l'impiego delle tecniche e dei protocolli ad hoc che l'Opificio ha potuto negli anni mettere a punto. Alcuni degli interventi vedranno la partecipazione dei laboratori dei medesimi settori della Scuola di Alta Formazione e di Studio dell'Opificio.


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 120.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

In occasione dei 50 anni dall'alluvione (1966-2016) l'Opificio è protagonista di una serie di attività legate ai restauri di opere danneggiate dal tragico evento. Nell’ambito del progetto, l’Opificio organizzerà una serie di attività di valorizzazione che coinvolgeranno l’intero Istituto nelle sue diverse sedi, tra cui il Museo – aperto al pubblico da lunedì a sabato, dalle 8.15 alle 14. Il programma comprenderà in particolare una serie di conferenze, che si terranno in una sala attrezzata al piano superiore dello stesso edificio che ospita il Museo, in via degli Alfani 78, e costituiranno il filo conduttore sul tema dell’alluvione e delle opere recuperate grazie ai restauri. Aperte al pubblico, la loro cadenza sarà mensile, il mercoledì pomeriggio, per la durata di un anno a partire dal 20 aprile 2016. L’intento è promuovere la conoscenza delle attività di restauro condotte dall’Opificio che consentono la fruizione pubblica dei beni culturali.


NOTE Intervento archiviato