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Attività principali dell'istituzione

IL MUSEO E REAL BOSCO DI CAPODIMONTE

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte, istituto autonomo del MIBACT, rappresenta un unicum sul panorama nazionale ed europeo, con un’area espositiva di oltre 15.000 metri quadri e un patrimonio di circa 47.000 opere che vanno dal Duecento fino ai nostri giorni. Il Museo è immerso nel Real Bosco, che per il suo patrimonio storico, architettonico e botanico è stato definito nel 2014 il parco più bello d’Italia. Un’area verde che si affaccia sulla città e sul golfo di Napoli, il più grande parco urbano d'Italia frequentato gratuitamente da 1 milione di visitatori ogni anno, che si estende per circa 134 ettari con oltre 400 diverse specie vegetali. Tra i viali, disegnati con maestria da scenografo dall'architetto Ferdinando Sanfelice, si dispongono 16 edifici storici tra residenze, casini, laboratori, depositi e chiese, oltre a fontane e statue, orti e frutteti.

Il sito sorge sulla Collina di Capodimonte e nasce come riserva di caccia di Carlo di Borbone. La Reggia è stata residenza reale per tre dinastie: i Borbone, i sovrani francesi Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat e i Savoia dopo l'Unità di Italia.

Il palazzo di Capodimonte viene fondato nel 1738 da Carlo di Borbone, re di Napoli dal 1734, per ospitare la collezione ereditata dalla madre Elisabetta, ultima discendente della potente famiglia Farnese. Visitare il Museo di Capodimonte, aperto al pubblico nel 1957, è come percorrere un manuale della storia dell'arte. Nelle sale si incontrano capolavori di arte medievale e moderna del calibro di Raffaello, Michelangelo, Tiziano, El Greco, Correggio, Parmigianino e Carracci. Al nucleo iniziale farnesiano si aggiungono le collezioni di arte napoletana, dal Duecento al Settecento, con opere per lo più provenienti dal territorio, di Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, Ribera, Luca Giordano, Francesco Solimena e Gaspare Traversi. Altro nucleo collezionistico importante è quello dell’arte napoletana dell’Ottocento, dal vedutismo della scuola di Posillipo, al realismo storico di Domenico Morelli e Filippo Palizzi, al classicismo plastico di Vincenzo Gemito. Unico in Italia il Museo di Capodimonte possiede anche una importante sezione di arte contemporanea con opere di Alberto Burri, Andy Warhol, Anselm Kiefer, Michelangelo Pistoletto. Nel percorso si attraversano ambienti sfarzosi, oggetti d'arte e di arredo e prodotti di lusso delle manifatture borboniche quali armi, sete e arazzi e la celebre Porcellana di Capodimonte, tra cui il salottino della regina Maria Amalia: un boudoir con le pareti interamente in porcellana policroma realizzato nel 1757-1759.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 800.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Museo e Real Bosco, divisi sin dal 1954, sono stati riuniti sotto la medesima direzione nell'ambito della Riforma Franceschini nel 2014: una vera e propria rivoluzione amministrativo-gestionale che ha trasformato l'identità culturale e la missione stessa del museo.

Il sostegno è finalizzato ad incrementare le attività di promozione e valorizzazione, nell'ottica di favorire la trasformazione dello straordinario sito in un centro culturale unico nel panorama europeo, al centro della terza città italiana. Obiettivo di questa trasformazione è migliorare la fruizione del museo e del bosco, attraverso l'incremento e la diversificazione delle attività e dell'offerta culturale, sempre più orientata alla interdisciplinarietà. La nuova visione di Capodimonte si fonda sulla volontà di accrescere la tutela e la fruizione del suo patrimonio artistico, storico e ambientale in una prospettiva unitaria, superando i confini delle arti e rivolgendosi allo stesso tempo ad un pubblico sempre più vasto. Essa comporta un nuovo modello istituzionale di collaborazione, che include la partecipazione della cittadinanza e stimola il dinamismo e la creatività del settore privato.


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Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 13.395,60 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Riprese video delle collezioni del Museo di Capodimonte

Registrazione ​video in alta definizione delle opere d'arte del Museo e degli allestimenti espositivi delle sale, per finalità di comunicazione istituzionale, promozione del patrimonio culturale e di documentazione per l'Archivio fotografico digitale delle Collezioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte.


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 800.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Museo e Real Bosco, divisi sin dal 1954, sono stati riuniti sotto la medesima direzione nell'ambito della Riforma Franceschini nel 2014: una vera e propria rivoluzione amministrativo-gestionale che ha trasformato l'identità culturale e la missione stessa del museo.

Il sostegno è finalizzato ad incrementare le attività di promozione e valorizzazione, nell'ottica di favorire la trasformazione dello straordinario sito in un centro culturale unico nel panorama europeo, al centro della terza città italiana. Obiettivo di questa trasformazione è migliorare la fruizione del museo e del bosco, attraverso l'incremento e la diversificazione delle attività e dell'offerta culturale, sempre più orientata alla interdisciplinarietà. La nuova visione di Capodimonte si fonda sulla volontà di accrescere la tutela e la fruizione del suo patrimonio artistico, storico e ambientale in una prospettiva unitaria, superando i confini delle arti e rivolgendosi allo stesso tempo ad un pubblico sempre più vasto. Essa comporta un nuovo modello istituzionale di collaborazione, che include la partecipazione della cittadinanza e stimola il dinamismo e la creatività del settore privato.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 16.566,67 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Nel nucleo di dipinti leonardeschi conservati a Capodimonte, la Madonna col Bambino occupa senz’altro un posto significativo ed è fra le opere più notevoli e affascinanti di Luini. Databile intorno al 1520, risente fortemente dei modelli e certo anche dei materiali autografi di Leonardo che l’artista lombardo poteva avere a disposizione, come il cartone della Sant’Anna oggi alla National Gallery di Londra.

Il dipinto, restaurato negli anni ’30 del Novecento durante la direzione del museo di Sergio Ortolani, attualmente presenta una superficie pittorica notevolmente oscurata e opacizzata, lievi sollevamenti di colore e fori di insetti xilofagi. Il supporto ligneo presenta un leggero imbarcamento.

Si prevede di realizzare alcune indagini per studiare la tecnica esecutiva del dipinto e per valutarne lo stato di conservazione: un’indagine radiografica e riflettografica per l’individuazione delle caratteristiche del supporto e degli strati pittorici, la fluorescenza X per identificare i pigmenti.. Saranno effettuate riprese fotografiche nelle diverse fasi dell’intervento in luce visibile, radente e della fluorescenza UV.

Il restauro del dipinto prevede la disinfestazione e il risanamento del legno di supporto e la revisione del sistema di sostegno; il fissaggio per ristabilire l’adesione degli strati pittorici; la pulitura della superficie dipinta, per rimuovere i depositi, le vernici e le integrazioni alterate. Le lacune saranno stuccate con gesso e colla e integrate con acquerelli e colori a vernice.

La cornice, in discreto stato di conservazione, presenta lievi sconnessioni e un diffuso oscuramento delle superficie dorata; si prevede di eseguire disinfestazione, consolidamento, pulitura, integrazione


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Raccolta chiusa

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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 30.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Si tratta di un importante Plateau in porcellana della Real Fabbrica di Napoli su cui è riprodotto il celebre dipinto Ercole al bivio di Annibale Carracci (1595-96), tra i capolavori della Collezione Farnese, giunto a Napoli nel 1734.

L’importanza dell’opera è data dall’alta qualità tecnica e decorativa, dal perfetto stato di conservazione e dall’eccezionalità del soggetto rappresentato: infatti nella ricca raccolta di porcellane del museo non sono presenti altri oggetti su cui è ripreso un dipinto della collezione, raffigurato con tale maestria, testimonianza del perfetto dialogo tra pittura e arte decorativa.

Tra le prime opere realizzate da Annibale Carracci a Roma per il cardinale Odoardo Farnese (1595-96), il dipinto che raffigura Ercole al bivio era collocato in origine nel mezzo della volta del Camerino di Ercole, nel palazzo di Campo de’ Fiori. Il tema della probità dell’eroe e la sua rettitudine morale era stato suggerito da Fulvio Orsini, colto bibliotecario di Casa Farnese, per qualificare le virtù del cardinale Odoardo, poco più che ventenne. Bellori (1672) ricostruisce nei dettagli l’iconografia: Prodico Sofista, volendo educare i giovani, descrive ‘il contrasto della ragione col senso’, con un Ercole sollecitato a scegliere tra la Virtù e la Voluttà, interpretate, come consueto, dalle donne. Ercole, essendo un eroe, sceglie la Virtù. L’Ercole al bivio, inviato a Parma nel 1662, è arrivato a Napoli tra i primi dipinti delle raccolte farnesiane già nel 1734, ed è tra le opere trafugate dai francesi nel 1799 e recuperate a Roma da Domenico Venuti.

I miniatori che lavorarono al Plateau con l’Ercole al bivio si avvalsero probabilmente della incisione inserita nella Galeriae farnesianae icones Romae in Aedibus Sereniss. Ducis Parmensis ab Annibale Carraccio, incisa da Pietro Aquila e data alle stampe a Roma nel 1674 da Gian Giacomo de’ Rossi, di cui è documentato un esemplare tra i repertori di incisioni a servizio della Real Fabbrica di porcellana di Napoli.

La ricca e accurata decorazione in oro che fa da contorno alla scena centrale, realizzata con particolari eseguiti secondo l’innovativa tecnica dell’oro dato in rilievo “alla maniera di Vienna”, confermerebbe che il nostro Plateau sia stato dipinto intorno al 1800 quando questo tipo di lavorazione, entrato in uso a Vienna verso la fine del secolo XVIII sotto la direzione von Sorgenthal, anche per desiderio della regina Maria Carolina, moglie del re Ferdinando IV di Borbone, fu introdotto a Napoli.

Il carattere di promozione delle bellezze del Regno, che animava la produzione della manifattura, tra recupero dell’antico e Vedute del Regno, apre nel caso del Plateau  un nuovo settore, esaltando i dipinti più celebri che si potevano vedere a Napoli.


NOTE Intervento archiviato


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Raccolta chiusa

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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 36.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Vaso nuziale “Flora” / Coppaflora

bronzo argentato GEMITO 15.7 per 27 di 18 cm., 6¼ di 10 5/8 di 7 1/8 in.

L’opera è la realizzazione in bronzo argentato della coppa nuziale in terracotta e cera presente nella collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (inv. AM 935). Dello stesso soggetto è documentato solo un altro esemplare in bronzo, comparso sul mercato antiquario nell’ultimo decennio e un altro eseguito in terracotta e con al centro un intreccio di due delfini, soggetto caro a Gemito, conservato in collezione privata, segnalato dalla De Marinis che riporta solo l’immagine (1993, tav.308).

L’opera, di  produzione  raffinata e ricercata, è in linea con quelle realizzate dallo stesso Artista che traggono riferimento dall’antico ed in cui si intrecciano interessi per la cultura ellenistica e approfondimenti della scultura classica, nella Coppaflora due teste incoronate da fiori e tralci di vite posizionate sui due lati con fattezze simili a simbolici manici, sono separate al centro da un una corona reale e una corona di fiori che si sovrappongono. I volti laterali sembrano aver realizzato la metamorfosi in forma classica. L’acquisizione dell’opera nella collezione del museo di Capodimonte completerebbe la ricostruzione dell’attività dell’artista: dal Giocatore di carte, scultura degli anni giovanili subito apprezzata da Casa Reale nella cui raccolta entra nel 1870, al Il giovane pastore degli Abruzzi, già presente nell’inventario del museo del 1874 e sino alle opere della maturità il percorso ha una lacuna proprio nella produzione degli ultimi anni. Il riconoscimento internazionale del valore dell’attività di Vincenzo Gemito, la cui originalità si arricchì di importanti fermenti di cultura europea, come reso chiaro dalla recente mostra monografica al Petit Palais di Parigi, conferma la necessità di raccogliere nella collezione del più importante museo di arte moderna della città di Napoli, le tappe fondamentali del grande artista.   


NOTE Intervento archiviato


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 8.662,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Uno dei ritratti dei quattro principini, figli di Ferdinando IV di Borbone e di Maria Carolina d’Austria, realizzati dalla pittrice francese durante il suo soggiorno a Napoli, in fuga da Parigi dopo i fatti del 1789.

Si tratta di ritratti informali e pieni di grazia adolescenziale, che vedono i principini ripresi con atteggiamenti confidenziali, quasi a volere sottolineare l’atmosfera leggera e distesa di cui si godeva nel Reame di Napoli, a differenza dei profondi turbamenti politici che toccavano il resto dell’Europa.

Descrizione intervento:

Il dipinto, foderato in un precedente intervento, presenta un discreto tensionamento. La leggibilità della superficie pittorica è ostacolata dalla presenza di vernici alterate; sono presenti diverse integrazioni il cui tono è alterato.

Si prevede di realizzare una serie di indagini per studiare la tecnica esecutiva del dipinto e i materiali impiegati.

La tela necessita di un consolidamento della stabilità degli strati pittorici e un miglioramento della leggibilità della cromia, tramite la pulitura e l'integrazione pittorica.


NOTE Intervento archiviato


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 9.072,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il racconto, tratto dalle Historie di Tito Livio, raffigura l'annuncio della morte di Numa Pompilio, re di Roma, alla sua amata Egeria, ninfa delle fonti. L'episodio è inserito in un paesaggio di invenzione ispirato alla zona del lago di Nemi, che diviene il vero protagonista della scena. Le composizioni di Claude Lorrain influenzeranno la nascita del paesaggio come genere a sé stante.

Descrizione intervento:

Si prevede di realizzare una serie di indagini per studiare la tecnica esecutiva del dipinto e i materiali impiegati e per valutarne lo stato di conservazione.

Le condizioni di tensionamento del supporto e di stabilità degli strati pittorici appaiono discreti, si prevede solo una revisione.

Sarà eseguita una pulitura per rimuovere lo sporco superficiale e le vernici e Si prevede di realizzare una serie di indagini per studiare la tecnica esecutiva del dipinto e i materiali impiegati e per valutarne lo stato di conservazione.

Le condizioni di tensionamento del supporto e di stabilità degli strati pittorici appaiono discreti, si prevede solo una revisione.

Sarà eseguita una pulitura per rimuovere lo sporco superficiale e le vernici


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Raccolta chiusa

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FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 17.640,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Proveniente dalla collezione Borbonica, è un’opera giovanile di Filippino collocabile agli anni immediatamente successivi al suo apprendistato presso Sandro Botticelli. Di particolare interesse la veduta sul fondo della città di Firenze con in primo piano la cupola di Santa Maria del Fiore ultimata da Brunelleschi nel 1438.

Il dipinto presenta un sensibile imbarcamento delle assi, una struttura di sostegno applicata in un precedente restauro, formata da tasselli lignei e traverse in alluminio, che esercita un’eccessiva trazione con conseguenti fratture in corrispondenza delle commettiture e cadute di colore lungo le lesioni, alcuni fori di insetti xilofagi. La presenza di vernici ossidate e ritocchi alterati compromette la leggibilità della superficie pittorica.

Intervento di restauro

Si prevede di eseguire le seguenti operazioni:

Rimozione della struttura di sostegno non più idonea e degli inserti dovuti a precedenti restauri. Disinfestazione e risanamento del legno di supporto. Applicazione di traverse o di un telaio in legno di castagno sagomati secondo il naturale orientamento assunto dalle tavole, fissati tramite tasselli cilindrici con viti basculanti e molle coniche che garantiscano l’elasticità del controllo. Fissaggio realizzato con collanti idonei e moderato apporto di calore e pressione, per ristabilire l’adesione degli strati pittorici. La pulitura della superficie dipinta, eseguita con gradualità dopo aver selezionato i solventi e gli eventuali supportanti più idonei con test di solubilità, per rimuovere i depositi superficiali, le vernici e le numerose integrazioni alterate. Le lacune saranno stuccate con gesso e colla e integrate con colori a vernice, e sarà quindi applicata una verniciatura protettiva.

Il restauro della cornice prevede disinfestazione, consolidamento localizzato, pulitura, stuccatura e integrazione pittorica.

Descrizione sintetica:

Restauro del dipinto che prevede: disinfestazione e consolidamento del supporto, sostituzione della struttura di sostegno, fissaggio degli strati pittorici, pulitura e integrazione pittorica, restauro della cornice.


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Raccolta chiusa

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FASE ATTUATIVA

Procedure di Gara

IMPORTO 6.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Nel quadretto, di provenienza farnesiana, è raffigurata la scena dell'Adorazione del Bambino con grande intimità e una magistrale trattazione della luce e del colore.

Descrizione intervento:

Il dipinto presenta sollevamenti e piccole cadute di  colore e alcuni ritocchi alterati.

Si prevede il consolidamento degli strati pittorici e una pulitura per rimuovere lo sporco superficiale e le integrazioni alterate. Le lacune saranno stuccate con gesso e colla e integrate con colori a vernice, sarà quindi applicata una verniciatura protettiva.


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Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 10.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La tela, datata agli anni Quaranta del Seicento, rappresenta una giovane vestita con eleganza che canta con grazia. È considerato uno dei capolavori dell'intera produzione barocca napoletana.

Descrizione intervento:

Il dipinto, in discrete condizioni di stabilità, è offuscato dall'alterazione delle vernici e dei ritocchi dei restauri precedenti, che hanno risarcito fittamente le numerose lacune diffuse.

L'intervento sarà preceduto e accompagnato da un'ampia campagna diagnostica e fotografica, allo scopo di raccogliere informazioni sullo stato di conservazione e sulla tecnica esecutiva di questo prezioso dipinto e per documentarli adeguatamente.

Si prevede una revisione del tensionamento e della stabilità della tela, la pulitura e la rimozione dei precedenti interventi integrativi, la stuccatura e l'integrazione della pellicola pittorica, l'applicazione della verniciatura finale.


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 7.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L'opera raffigura una Natività in un paesaggio con elementi architettonici classici e notazioni esotiche, come la giraffa sullo sfondo. La massa monumentale delle figure in primo piano, specialmente il San Giuseppe, è un segno distintivo di Luca Signorelli, uno dei maestri toscani più importanti della fine del Quattrocento, il cui stile potente fu d'ispirazione per lo stesso Michelangelo

Descrizione intervento:

Il dipinto si conserva in discrete condizioni di leggibilità per quanto concerne gli strati pittorici. Presenta in corrispondenza delle giunture orizzontali delle assi che costituiscono il supporto delle deformazioni accentuate, che risultano alquanto deturpanti, oltre a rivelare una sofferenza del supporto, costretto da una struttura di sostegno inadeguata.

Si prevede la rimozione della parchettatura e la realizzazione di un telaio di sostegno che assecondi i movimenti del legno, saranno quindi realizzati il ristabilimento dell'adesione degli strati pittorici e una revisione degli interventi integrativi precedenti.


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 7.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Unico dipinto del Sassoferrato conservato nel Sud Italia, è una delle migliori prove dell'artista, famoso per la dolcezza della sua Madonne. L'opera mostra una cura estrema dei particolari, dalla resa dei volti alla descrizione minuziosa degli oggetti, dando all'evento sacro una nota di intima e serena quotidianità.

Descrizione intervento:

Il dipinto presenta evidenti e diffuse alterazioni di precedenti interventi integrativi, con sollevamenti degli stucchi e una sensibile alterazione della vernice.

La superficie pittorica richiede la rimozione dello sporco superficiale, degli strati di vernice alterata applicati negli interventi precedenti e delle integrazioni alterate.

Le lacune di profondità richiederanno la revisione e/o il rifacimento delle stuccature con gesso e colla e l'integrazione pittorica con colori a vernice e l'applicazione di una verniciatura protettiva.

Il restauro sarà accompagnato da indagini diagnostiche e da un'accurata documentazione fotografica e grafica.


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Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 60.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La Cassetta Farnese il restauro e la mostra

IMPORTO DESTINATO: EURO 8.819,99 

 Progetto di restauro, promozione e valorizzazione attraverso una mostra della Cassetta FarneseInsieme alla celeberrima Saliera di Benvenuto Cellini, è considerata il maggior capolavoro dell’oreficeria cinquecentesca di gusto manierista: un prezioso scrigno d'argento dorato, decorato con rilievi sbalzati e cesellati e con piccole statue di ispirazione michelangiolesca, impreziosito da cristalli di rocca e lapislazzuli.  La cassetta realizzata tra il 1543 e il 1561 dall’argentiere fiorentino Manno di Bastiano Sbarri, su commissione del cardinale Alessandro Farnese, è il frutto della collaborazione dei più grandi artisti attivi nella Roma nel quinto decennio del Cinquecento; per i disegni di alcune delle placchette, tradotte in cristallo di rocca da Giovanni Bernardi, fu richiesta la collaborazione di  Perin del Vaga, che, negli stessi anni, guidava l’équipe di decoratori attiva nelle sale dell’appartamento di papa Paolo III Farnese in Castel Sant’Angelo.  Si tratta quindi dell’esito della straordinaria collaborazione dei massimi ingegni del tempo, che realizzarono, contribuendo ognuno nel suo ruolo specifico, un oggetto prezioso e, forse, destinato a custodire rari codici miniati e manoscritti.

Attraverso l’intervento di restauro si intende dare il giusto valore alla unicità dell’opera, mettendo in condizione il pubblico del museo di fruire, anche attraverso una postazione digitale, la storia dello scrigno e di seguire contestualmente le  fasi del restauro, con  particolari e dettagli dei raffinatissimi rilievi interni alla cassetta, raffiguranti le gesta di Alessandro Magno, eponimo di Alessandro Farnese, poco conosciuti perché abitualmente il cofanetto è esposto con il coperchio chiuso.

La mostra Il Cofanetto Farnese: la realizzazione di un ideale

A restauro ultimato si presenterà al pubblico una mostra volta all’approfondimento di tutti gli aspetti dell’opera: il contesto in cui è nata l’opera, la figura del committente e la sua cultura.

Le opere esposte nelle sale del Museo di Capodimonte saranno presentate con un allestimento di grande impatto, accompagnato da un accurato studio delle luci, volte a valorizzare e a far leggere adeguatamente le opere e una pannellatura didattica. In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo scientifico.

Attività di valorizzazione e sostegno del Museo e Real Bosco di capodimonte: organizzazione di manifestazione ed eventi per l'infanzia, con finalità didattica e divulgativa.

IMPORTO DESTINATO: EURO 51.180,01 


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Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 39.973,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il dipinto raffigura Pier Luigi Farnese, primogenito di papa Paolo III, con grande forza espressiva e felice invenzione compositiva. Al Museo di Capodimonte sono conservati undici dipinti di Tiziano, tra cui i ritratti della famiglia Farnese, capolavori assoluti della produzione ritrattistica del maestro, capace di cogliere immediatamente l'animo dei personaggi raffigurati grazie alla fine penetrazione psicologica.

Descrizione intervento:

Il Pier Luigi Farnese si presenta attualmente in condizioni di leggibilità compromesse da una notevole presenza di piccole lacune e abrasioni diffuse. Le condizioni del supporto appaiono discrete, grazie a una foderatura realizzata nel 1957.

L'intervento sarà preceduto da un'ampia campagna diagnostica, diretta, oltre che al dipinto stesso, alle altre opere di Tiziano conservate a Capodimonte, allo scopo di raccogliere tutte le informazioni utili ad affrontare al meglio questo delicato restauro e per presentarne adeguatamente i risultati.

Successivamente, sarà valutato l'intervento più adeguato per garantire la stabilità degli strati pittorici e saranno realizzate la pulitura e l'integrazione pittorica per recuperare al meglio la leggibilità e l'equilibrio dell'opera.